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Spese accertamento tecnico preventivo: quando si ha diritto

Un proprietario, coinvolto in un accertamento tecnico preventivo (ATP) per infiltrazioni e risultato estraneo ai fatti, ha citato in giudizio la controparte per ottenere il rimborso delle spese legali e tecniche sostenute. La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta, specificando che le spese dell’accertamento tecnico preventivo non possono essere recuperate con un’azione autonoma per danni. Esse possono essere liquidate solo nel successivo giudizio di merito, a condizione che vi sia un nesso di strumentalità, ovvero che l’ATP sia stato propedeutico a quella specifica causa.

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Spese Accertamento Tecnico Preventivo: la Cassazione Chiarisce Quando Sono Risarcibili

L’Ordinanza n. 25324/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione cruciale per chiunque si trovi coinvolto in contenziosi: la risarcibilità delle spese dell’accertamento tecnico preventivo (ATP). Spesso, prima di avviare una causa vera e propria, si ricorre a questo strumento per ‘fotografare’ una situazione di fatto. Ma cosa succede se, alla fine, si risulta estranei alla vicenda? È possibile chiedere il rimborso delle spese legali e tecniche sostenute attraverso un’azione legale autonoma? La Suprema Corte fornisce una risposta netta, delineando i confini tra l’ATP, il giudizio di merito e l’azione di risarcimento del danno.

I Fatti di Causa: Un ATP per Infiltrazioni d’Acqua

La vicenda ha origine da infiltrazioni d’acqua in un appartamento, lamentate dal suo proprietario nel 2010. Questi avviava un accertamento tecnico preventivo (ATP) nei confronti, tra gli altri, del proprietario di una porzione del lastrico solare sovrastante. Quest’ultimo si costituiva nel procedimento, contestando ogni addebito.

Ritenendosi vittorioso all’esito dell’ATP, che di fatto escludeva la sua responsabilità, il proprietario del lastrico solare decideva di agire in giudizio contro il proprietario dell’appartamento. La sua richiesta era chiara: ottenere la condanna della controparte al rimborso di tutte le spese legali e di consulenza tecnica sostenute durante la procedura di ATP, sostenendo l’applicabilità del principio di soccombenza virtuale.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello rigettavano la sua domanda, costringendolo a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte: Niente Rimborso Senza Nesso di Strumentalità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della decisione riguarda la natura delle spese dell’accertamento tecnico preventivo e le modalità con cui possono essere recuperate.

La Distinzione tra Azione di Merito e Azione Risarcitoria Autonoma

I giudici hanno chiarito che la causa intentata dal proprietario del lastrico solare non era il ‘giudizio di merito’ che naturalmente segue un ATP. Era, invece, un’azione autonoma di risarcimento del danno basata sull’art. 2043 c.c., fondata sull’idea che fosse stato ingiustamente coinvolto nel procedimento preventivo.

La causa petendi (il fondamento giuridico) di questa azione era diversa da quella che avrebbe caratterizzato il giudizio di merito sulle infiltrazioni. In quest’ultimo caso, si sarebbe discusso della responsabilità per i danni materiali; nell’azione intrapresa, invece, si discuteva della presunta condotta illecita di chi aveva avviato l’ATP.

Il Principio del Nesso di Strumentalità e le Spese dell’Accertamento Tecnico Preventivo

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: le spese per una consulenza tecnica preventiva, essendo spese stragiudiziali sostenute prima della lite vera e propria, non hanno natura giudiziale autonoma. Pertanto, non possono essere liquidate separatamente.

Esse devono essere considerate come una voce di ‘danno emergente’ e possono essere liquidate solo all’esito del giudizio di merito, a condizione che sia provato e documentato un nesso di strumentalità tra l’ATP e la causa successiva. Questo nesso è di natura giuridica: l’ATP deve essere stato funzionale e preparatorio a quella specifica domanda di merito.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il ricorrente pretendeva di applicare il principio del rimborso spese in un contesto errato. Egli intendeva il nesso di strumentalità in senso puramente fattuale (le spese dell’ATP come presupposto di fatto della sua richiesta di risarcimento), mentre la giurisprudenza lo intende in senso giuridico (l’ATP come fase istruttoria anticipata di un futuro e specifico giudizio di merito).

Poiché l’azione del ricorrente era un’autonoma causa per responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.), essa era slegata dalla potenziale causa di merito sulle infiltrazioni. Di conseguenza, mancava quel nesso di strumentalità indispensabile per poter porre le spese dell’ATP a carico della controparte all’interno di quel giudizio.

La Corte ha concluso che i giudici di merito avevano correttamente inquadrato la domanda come azione risarcitoria autonoma e, di conseguenza, avevano giustamente ritenuto che il ricorrente non avesse fornito la prova necessaria a dimostrare una condotta illecita della controparte tale da giustificare un risarcimento del danno.

Le Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un punto fermo di grande rilevanza pratica: le spese sostenute per un ATP non sono un credito che può essere riscosso attraverso un’azione legale separata. La loro sorte è legata indissolubilmente a quella del giudizio di merito a cui l’ATP si ricollega. Se questo giudizio non viene instaurato, o se si instaura una causa con una causa petendi differente (come un’azione per lite temeraria o ingiusto coinvolgimento), le spese dell’ATP non possono essere automaticamente liquidate secondo il principio della soccombenza. Per chi si difende in un ATP, è fondamentale comprendere che il recupero dei costi non è garantito e dipende strettamente dagli sviluppi processuali successivi.

Le spese sostenute per un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) sono sempre risarcibili?
No, non automaticamente. Sono considerate spese stragiudiziali e possono essere liquidate come danno emergente solo all’esito del successivo giudizio di merito, a condizione che esista un ‘nesso di strumentalità’ giuridico e funzionale tra l’ATP e tale causa.

Cosa si intende per ‘nesso di strumentalità’ tra ATP e giudizio di merito?
Si intende un collegamento giuridico per cui l’ATP è stato richiesto come fase preparatoria di una specifica domanda di merito. Se una parte avvia una causa separata per danni da ingiusto coinvolgimento (ex art. 2043 c.c.), questo nesso viene a mancare perché la base giuridica della richiesta (causa petendi) è diversa.

È possibile avviare una causa autonoma solo per recuperare i costi di un ATP in cui si è stati coinvolti senza avere responsabilità?
Secondo questa ordinanza, no. Un’azione di questo tipo non è il veicolo corretto per il recupero delle spese dell’ATP in quanto tali. Sarebbe un’azione autonoma per risarcimento danni, che richiede la prova di una condotta illecita della controparte e segue regole probatorie diverse, e non consente di liquidare le spese dell’ATP secondo il principio della soccombenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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