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Spedizione assegno posta ordinaria: il concorso di colpa

Una società assicuratrice ha inviato assegni non trasferibili tramite posta ordinaria, che sono stati sottratti e incassati da terzi. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo un concorso di colpa tra il mittente e l’ente pagatore. La scelta della spedizione assegno posta ordinaria, non tracciabile e rischiosa, è stata considerata una condotta negligente che ha contribuito al verificarsi del danno, giustificando la riduzione del risarcimento.

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Spedizione assegno posta ordinaria: attenzione al concorso di colpa

La scelta delle modalità di invio di un titolo di credito non è mai banale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la spedizione di un assegno con posta ordinaria può configurare un concorso di colpa per il mittente in caso di furto e successivo incasso fraudolento. Questa decisione sottolinea l’importanza di adottare cautele adeguate per proteggere non solo i propri interessi, ma anche quelli degli altri soggetti coinvolti, come l’istituto di credito pagatore.

I fatti del caso: assegni smarriti e responsabilità contesa

Una compagnia di assicurazioni aveva citato in giudizio un ente postale, chiedendo il risarcimento del danno subito a seguito del pagamento di due assegni non trasferibili, da essa emessi, a persone diverse dai legittimi beneficiari. Gli assegni erano stati spediti tramite posta ordinaria e, durante il tragitto, erano stati sottratti e successivamente incassati in modo fraudolento. La richiesta di risarcimento si basava sulla presunta negligenza dell’ente postale nell’identificare correttamente chi presentava i titoli all’incasso.

La decisione dei giudici di merito: una responsabilità condivisa

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello hanno riconosciuto una responsabilità condivisa. Se da un lato l’ente postale aveva agito con negligenza nel pagare gli assegni, dall’altro anche la compagnia assicuratrice mittente aveva tenuto una condotta imprudente. I giudici hanno infatti stabilito che la scelta di utilizzare la posta ordinaria, un servizio non tracciabile, per inviare titoli di credito costituiva un comportamento che aveva contribuito a causare il danno. Di conseguenza, è stato applicato l’articolo 1227 del codice civile, che disciplina il concorso di colpa del creditore, e la responsabilità è stata divisa equamente tra le parti, con una conseguente riduzione del risarcimento dovuto alla compagnia.

Il ricorso in Cassazione e il principio del concorso di colpa nella spedizione assegno posta ordinaria

La compagnia assicuratrice ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, contestando la valutazione sul proprio concorso di colpa. Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la linea dei precedenti gradi di giudizio e consolidando un importante orientamento giurisprudenziale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha innanzitutto chiarito che la valutazione del concorso di colpa è un accertamento di fatto che spetta al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se non in caso di motivazione assente o meramente apparente. Nel caso specifico, la motivazione della Corte d’Appello era chiara e logica.

Il punto centrale della decisione, in linea con precedenti sentenze delle Sezioni Unite, è che la spedizione di un assegno con posta ordinaria costituisce una condotta idonea a giustificare l’affermazione del concorso di colpa del mittente. Questo perché tale modalità di invio espone volontariamente il mittente a un “rischio superiore a quello consentito dal rispetto delle regole di comune prudenza”. L’impossibilità di tracciare la spedizione rende infatti molto più semplice la sottrazione del titolo e più difficile per il mittente accorgersi del mancato recapito, creando così un presupposto necessario per l’evento dannoso.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un monito per chiunque utilizzi la posta per inviare assegni o altri titoli di valore. La scelta di un metodo di spedizione non sicuro e non tracciabile, come la posta ordinaria, non è neutra: in caso di problemi, può essere interpretata come una negligenza che contribuisce al danno. Per evitare di vedersi ridurre un eventuale risarcimento, è quindi fondamentale utilizzare sempre servizi di spedizione tracciabili e sicuri, come la posta raccomandata o assicurata, che offrono maggiori garanzie e dimostrano l’adozione di un comportamento diligente e prudente.

Chi spedisce un assegno non trasferibile con posta ordinaria ha una parte di colpa se viene rubato e incassato?
Sì, secondo la Cassazione, la spedizione per posta ordinaria, non essendo tracciabile, costituisce una condotta imprudente che espone il titolo a un rischio elevato di sottrazione. Questo comportamento configura un concorso di colpa del mittente nella causazione del danno.

L’ente che paga un assegno rubato a una persona non legittimata è sempre l’unico responsabile?
No. La sua responsabilità può essere ridotta in proporzione alla colpa del mittente. Nel caso di specie, la responsabilità è stata considerata paritaria (50%), riducendo l’importo del risarcimento dovuto dall’ente pagatore.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione del giudice sul concorso di colpa?
No, di regola non è possibile. L’accertamento del concorso di colpa è una valutazione di fatto che spetta al giudice di merito. Può essere contestata in Cassazione solo se la motivazione della sentenza è del tutto assente, incomprensibile o irrimediabilmente contraddittoria, cioè se non rispetta il “minimo costituzionale”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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