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Spedizione assegno per posta: concorso di colpa

Una società inviava un assegno di €75.000 tramite posta ordinaria, che veniva sottratto e incassato fraudolentemente. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27123/2024, ha stabilito che la spedizione di un assegno per posta ordinaria costituisce un’assunzione di rischio che configura un concorso di colpa del mittente. Sebbene la banca negoziatrice rimanga responsabile per la negligente identificazione del presentatore, la responsabilità del danno deve essere ripartita, annullando la decisione precedente che escludeva la colpa del mittente.

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Spedizione Assegno per Posta: il Mittente ha Concorso di Colpa?

La spedizione di un assegno per posta ordinaria è una pratica comune ma rischiosa. Cosa succede se il titolo viene rubato e incassato da un truffatore? Di chi è la colpa? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27123 del 18 ottobre 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sul concorso di colpa tra il mittente e l’istituto di credito che paga l’assegno. La decisione sottolinea come la scelta di un metodo di spedizione non sicuro esponga volontariamente a un rischio, con conseguenze dirette sulla ripartizione della responsabilità.

I Fatti del Caso

Una compagnia di assicurazioni emetteva un assegno di traenza non trasferibile di 75.000 euro a favore di un proprio cliente. Per la consegna, optava per il servizio di posta ordinaria. Sfortunatamente, l’assegno non è mai giunto a destinazione. Veniva invece intercettato da un soggetto non legittimato che, dopo aver aperto un conto presso un istituto postale utilizzando documenti di identificazione parziali (una patente e un foglio di attribuzione del codice fiscale, privo di foto), riusciva a incassare l’intera somma.

La società emittente citava in giudizio l’istituto postale, chiedendo il risarcimento del danno per l’illegittima negoziazione del titolo. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello davano ragione alla società, condannando l’istituto a risarcire la somma, ritenendo la sua condotta gravemente negligente nell’identificazione del presentatore e escludendo qualsiasi responsabilità del mittente.

La Questione del Concorso di Colpa nella Spedizione dell’Assegno

L’istituto postale ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare il concorso di colpa della società mittente. L’argomento centrale era che la scelta di procedere alla spedizione dell’assegno per posta ordinaria, per un importo così rilevante, costituiva una condotta imprudente che aveva contribuito a causare il danno.

La Corte di Cassazione ha accolto questo motivo di ricorso, ribaltando la prospettiva dei giudici di merito. I giudici supremi hanno richiamato i principi consolidati, in particolare le sentenze delle Sezioni Unite (n. 9769 e 9770 del 2020), che avevano già affrontato il tema.

L’Errore della Banca e la Responsabilità del Mittente

La Corte ha chiarito che, sebbene la responsabilità dell’istituto di credito per l’errata identificazione del portatore del titolo rimanga un punto fermo, essa non cancella la negligenza del mittente. La scelta di utilizzare la posta ordinaria, a fronte di alternative molto più sicure come la posta assicurata, la raccomandata, o strumenti di pagamento elettronici (bonifico), si traduce in una “consapevole assunzione di un rischio”.

Questo rischio, secondo la Corte, non è un fattore secondario, ma un “antecedente necessario dell’evento dannoso”. In altre parole, se l’assegno non fosse stato spedito in modo così insicuro, la possibilità di furto e di successivo incasso fraudolento sarebbe stata drasticamente ridotta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha cassato la sentenza d’appello perché i giudici di merito avevano escluso a priori il concorso di colpa del mittente, affermando erroneamente che la condotta della banca avesse interrotto ogni nesso causale. Al contrario, la Cassazione ha stabilito che il giudice deve sempre valutare le circostanze specifiche del caso: l’importo dell’assegno, le modalità di spedizione prescelte e le alternative disponibili.

L’utilizzo della posta ordinaria implica la perdita di ogni controllo sulla spedizione e l’impossibilità di tracciarla. Questo espone il mittente a un “rischio superiore a quello consentito dal rispetto delle regole di comune prudenza”. Pertanto, la sua condotta colposa concorre con quella dell’istituto di credito nella causazione del danno. La sentenza è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione che tenga conto di questo principio e determini la percentuale di colpa da attribuire a ciascuna parte.

Le Conclusioni Pratiche

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per chiunque effettui la spedizione di un assegno per posta. Scegliere un metodo non tracciabile e non sicuro, come la posta ordinaria, specialmente per importi significativi, non è più considerato un atto neutro. In caso di problemi, il mittente sarà probabilmente ritenuto corresponsabile del danno subito.

Questa pronuncia rafforza l’idea che la prudenza non è solo un dovere dell’intermediario finanziario, ma anche di chi mette in circolazione il titolo di credito. Per evitare spiacevoli sorprese e contenziosi, è sempre consigliabile utilizzare metodi di pagamento tracciabili e sicuri, come i bonifici bancari, o, se si sceglie la spedizione postale, optare almeno per una raccomandata o un’assicurata. La sicurezza, in questi casi, non è un’opzione, ma una necessità per tutelare i propri interessi.

Chi invia un assegno per posta ordinaria ha una parte di colpa se questo viene rubato e incassato fraudolentemente?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la spedizione per posta ordinaria di un assegno, specialmente se di importo rilevante, costituisce un’assunzione volontaria di un rischio superiore alla norma. Questa condotta è considerata un antecedente causale del danno e configura un concorso di colpa del mittente ai sensi dell’art. 1227 c.c., che riduce il suo diritto al risarcimento.

La responsabilità dell’istituto di credito che paga l’assegno a una persona non legittimata viene annullata dalla colpa del mittente?
No, la responsabilità dell’istituto di credito per la negligente identificazione del presentatore del titolo non viene annullata, ma concorre con quella del mittente. La Corte stabilisce che entrambe le condotte colpose (la spedizione insicura e il pagamento negligente) contribuiscono a causare il danno, la cui responsabilità andrà quindi ripartita tra le parti.

Il risarcimento del danno per l’incasso fraudolento di un assegno è soggetto a rivalutazione monetaria?
Sì. La domanda di rimborso dell’importo dell’assegno non ha natura cambiaria ma risarcitoria. Si tratta quindi di un “debito di valore” e non di un “debito di valuta”. Di conseguenza, la somma dovuta a titolo di risarcimento è soggetta a rivalutazione monetaria per adeguare il suo valore al potere d’acquisto attuale, oltre agli interessi, per reintegrare pienamente il patrimonio del danneggiato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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