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Specificità motivi appello: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati contro una sentenza di Corte d’Appello che aveva confermato l’inefficacia di alcuni atti di disposizione patrimoniale. La decisione si fonda sulla violazione del principio di specificità motivi appello, poiché i ricorrenti non hanno adeguatamente indicato e trascritto negli atti le censure mosse alla decisione impugnata, rendendo impossibile per la Corte valutarne la fondatezza.

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Specificità Motivi Appello: Quando un Ricorso Generico è Destinato al Fallimento

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: la specificità dei motivi appello. Un’impugnazione, per essere esaminata nel merito, non può limitarsi a una generica contestazione della sentenza precedente, ma deve articolare critiche precise e circostanziate. Vediamo come questo principio è stato applicato in un caso complesso di azione revocatoria.

Il Caso: La Disputa sull’Azione Revocatoria

La vicenda trae origine da un’azione revocatoria avviata da alcuni creditori nei confronti di una società debitrice. Quest’ultima, dopo aver stipulato un accordo transattivo e non averlo onorato, aveva compiuto due atti di disposizione patrimoniale significativi: la cessione di un ramo d’azienda a una società collegata e la vendita di numerosi immobili a soggetti legati da vincoli di parentela con gli amministratori.

I creditori, temendo che tali operazioni avessero ridotto la garanzia patrimoniale del debitore, hanno agito in giudizio per far dichiarare l’inefficacia di tali atti nei loro confronti. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione ai creditori, ritenendo che le cessioni avessero effettivamente pregiudicato le loro possibilità di recuperare il credito.

La Decisione della Corte e la Specificità dei Motivi d’Appello

Le società e le persone fisiche coinvolte negli atti di cessione hanno proposto ricorso per Cassazione. La loro difesa si basava sull’assunto che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare le loro argomentazioni, in particolare quelle relative alla sussistenza di un patrimonio residuo sufficiente a soddisfare i creditori.

Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi, principale e incidentale, inammissibili. La ragione di questa drastica decisione risiede proprio nella violazione del principio di specificità dei motivi appello, sancito dall’art. 366, n. 6, del codice di procedura civile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che i ricorrenti si sono limitati a un generico rinvio ai loro atti di appello, senza specificare in quali parti di tali documenti avessero sollevato le censure che, a loro dire, la Corte d’Appello avrebbe ignorato. Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, il ricorso per Cassazione deve essere ‘autosufficiente’. Ciò significa che deve contenere tutti gli elementi necessari per permettere alla Corte di decidere, senza dover cercare le informazioni in altri atti del processo.

In pratica, i ricorrenti avrebbero dovuto trascrivere nel ricorso le parti essenziali dei loro atti di appello e dei documenti rilevanti che dimostravano:

1. L’esistenza di un patrimonio residuo e la sua idoneità a garantire il credito.
2. Le ragioni per cui gli atti di disposizione non avrebbero arrecato pregiudizio ai creditori.

La Corte ha sottolineato che l’appello di una delle società era stato rigettato nel merito perché la Corte territoriale aveva, di fatto, valutato il pregiudizio per i creditori, mentre l’appello degli altri ricorrenti era stato dichiarato inammissibile proprio per la mancata specificazione di quali beni residui avrebbero dovuto garantire il credito. Questa omissione si è riflessa nel ricorso per Cassazione, rendendolo a sua volta ‘aspecifico’ e, quindi, inammissibile.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità negli Atti Processuali

Questa ordinanza è un monito importante per tutti gli operatori del diritto. La preparazione di un atto di impugnazione richiede rigore e precisione. Non è sufficiente contestare genericamente una decisione; è indispensabile identificare con chiarezza i punti della sentenza che si criticano, le norme che si ritengono violate e le prove a sostegno delle proprie argomentazioni. La mancata osservanza di questi requisiti formali, come dimostra il caso in esame, può portare a una declaratoria di inammissibilità, precludendo ogni possibilità di esame nel merito della controversia e vanificando le ragioni della parte assistita.

Perché un appello può essere dichiarato inammissibile per mancanza di specificità?
Un appello può essere dichiarato inammissibile quando non indica in modo chiaro e preciso le parti della sentenza che si intendono contestare, le ragioni della critica e le prove a sostegno. Questa genericità impedisce al giudice di comprendere appieno l’oggetto del contendere.

Cosa deve fare un ricorrente in Cassazione per evitare una censura di aspecificità?
Il ricorrente, in virtù del principio di autosufficienza del ricorso, deve trascrivere o indicare con precisione la collocazione nel fascicolo processuale delle parti essenziali degli atti e dei documenti che fondano la sua censura, per permettere alla Corte di valutare la fondatezza del motivo senza dover ricercare autonomamente gli elementi negli atti precedenti.

In un’azione revocatoria, è sufficiente affermare genericamente di avere un patrimonio residuo sufficiente a pagare i debiti?
No. Secondo la decisione in esame, non basta un’affermazione generica. La parte che si oppone alla revocatoria deve fornire la prova specifica e puntuale dei beni che compongono il patrimonio residuo e dimostrare che esso è concretamente sufficiente a soddisfare le ragioni del creditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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