Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 9189 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 3 Num. 9189 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 05/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso 11145-2023 proposto da:
RAGIONE_SOCIALE , in persona dell’ amministratore unico e legale rappresentante ‘ pro tempore ‘, domiciliato presso l’indirizzo di posta elettronica del proprio difensore, rappresentato e difeso dall’ AVV_NOTAIO COGNOME;
– ricorrente –
contro
RAGIONE_SOCIALE , in persona dell’ amministratore e legale rappresentante ‘ pro tempore ‘ , domiciliata presso l’indirizzo di posta elettronica del proprio difensore, rappresentata e difesa dagli Avvocati NOME COGNOME, NOME COGNOME, NOME COGNOME;
– controricorrenti –
Oggetto
AFFITTO D’AZIENDA
Regolamento di competenza su provvedimento di sospensione
R.G.N. NUMERO_DOCUMENTO
COGNOME.
Rep.
Ud. 28/11/2023
Adunanza camerale
Avverso l ‘ordinanza del Tribunale di Lecce, depositata 18/04/2023;
udita la relazione RAGIONE_SOCIALE causa svolta nell ‘adunanza camerale 28/11/2023 dal AVV_NOTAIO COGNOME.
il del
FATTI DI CAUSA
La società RAGIONE_SOCIALE ha proposto, sulla base di tre motivi, regolamento di competenza avverso l’ordinanza del 18 aprile 2023, con cui il Tribunale di Lecce ha disposto la sospensione, ex art. 295 cod. proc. civ., del giudizio ex art. 447bis cod. proc. civ. da essa instaurato nei confronti RAGIONE_SOCIALE società RAGIONE_SOCIALE, per il rilascio dell’azienda da quest’ultima condotta in locazione, per scadenza del termine di durata del contratto.
Riferisce, in punto di fatto, l’odiern a ricorrente di aver concluso con RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE, il 13 maggio 2016, un contratto con il quale disponeva l’affitto di un ramo RAGIONE_SOCIALE propria azienda alberghiera per la durata di sei anni. Essendosi l’affittuaria resa inadempiente ai propri obblighi, compreso quello di pagamento dei canoni, RAGIONE_SOCIALE, facendo valere apposita clausola risolutiva espressa, radicava innanzi al Tribunale salentino un giudizio per la risolu zione del contratto, a norma dell’art. 1456 cod. civ., nel quale la convenuta, oltre a resistere all’avversar ia domanda, agiva in via di riconvenzione per il riconoscimento, anche in compensazione, dei costi sostenuti per l’espletamento di lavori ritenuti di straordinaria manutenzione e, quindi, di pertinenza RAGIONE_SOCIALE proprietà RAGIONE_SOCIALE struttura.
Essendo, nel frattempo, tale contratto anche venuto a scadenza, per decorso del suo termine di durata, COGNOME radicava un secondo giudizio per conseguire -ex art. 447bis cod.
proc. civ. -il rilascio dell’azienda locata, dal momento che RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE, sebbene avesse comunicato per iscritto la propria volontà di non proseguire il rapporto contrattuale, aveva mantenuto, tuttavia, la disponibilità dell’azienda (senza, oltretutto, versare più alcunché all’affittante).
In tale secondo giudizio, RAGIONE_SOCIALE deduceva di avere ancora titolo -nonostante, osserva l’odierna ricorrente, la sopravvenuta cessazione del contratto in ragione dell’operatività RAGIONE_SOCIALE clausola risolutiva espressa e, comunque, RAGIONE_SOCIALE naturale scadenza del rapporto -per poter procedere all ‘acquisto dell’immobile, in forza di una clausola contenuta nel contratto ‘ de quo ‘. Essa, inoltre, formulava istanza di sospensione del secondo giudizio per pregiudizialità del primo, eccezione in relazione alla quale l’ adito giudicante ravvisava i presupposti per poter provvedere a norma dell’art. 295 cod. proc. civ., in ragione del ritenuto carattere ‘pregiudicante’ rispetto alla controversia al suo esame -di quella relativa alla risoluzione del contratto.
Avverso tale provvedimento di sospensione ha proposto ricorso per cassazione RAGIONE_SOCIALE, sulla base -come detto -di tre motivi.
3.1. Il primo motivo denuncia l’illegittimità del provvedimento per violazione dell’art. 111 Cost., evidenziando come nello stesso non esista ‘neppure vaga traccia’ RAGIONE_SOCIALE motivazione delle ragioni RAGIONE_SOCIALE disposta sospensione, ‘considerando che il Giudice a quo si è limitato ad affermarne l’esistenza senza neppure individuare, sia pure sul piano meramente fattuale, le ragioni di tale decisione’.
3.2. Il secondo motivo lamenta, invece, che ‘non esiste alcuna ragione, anche di natura logica, che giustifichi la ritenuta
pregiudizialità RAGIONE_SOCIALE definizione del procedimento volto al rilascio dell’immobile e dell’azienda condotto in locazione in ragione di un contratto, nelle more, scaduto’.
3.3. Infine, il terzo motivo denuncia violazione dell’art. 295 cod. proc. civ. sotto un ulteriore profilo, ovvero ‘anche in considerazione RAGIONE_SOCIALE diversa natura dei giudizi ritenuti in rapporto di pregiudizialità’, visto ‘che il procedimento ex art 447 -bis cod. proc. civ. riveste evidentemente natura speciale: si tratta cioè di un procedimento deputato, per sua stessa natura e per scelta del Legislatore, ad una rapida definizione’.
La società RAGIONE_SOCIALE ha depositato una prima memoria con cui si è, nella sostanza, limitata a costituirsi in giudizio, nonché altra successiva in cui contesta genericamente le ragioni poste a fondamento dell’avversaria impugnazione.
La trattazione del ricorso è stata fissata ai sensi dell’art. 380bis .1 cod. proc. civ.
Il Procuratore Generale presso questa Corte, in persona di un suo Sostituto, ha depositato requisitoria scritta, nel senso dell’accoglimento del regolamento.
RAGIONI DELLA DECISIONE
Il regolamento va accolto, dovendosi pertanto dichiarare la prosecuzione del giudizio sospeso.
7.1. Premesso che, come ha osservato esattamente il Procuratore Generale, la pendenza, davanti al medesimo ufficio giudiziario, di due giudizi in rapporto di pregiudizialità
comporterebbe, semmai, la riunione degli stessi e non la sospensione di quello ‘pregiudicato’ (cfr., tra le più recenti, Cass. Sez. 6-3, ord. 26 novembre 2021, n. 36916, Rv. 663228-01; Cass. Sez. 6-1, ord. 16 giugno 2020, n. 11634, Rv. 657988-01), il regolamento va accolto non sussistendo i presupposti per la sospensione.
Va dato, infatti, seguito al principio già affermato, in passato, da questa Corte, secondo cui non sussiste alcun rapporto di pregiudizialità in senso logico-giuridico, tale da comportare la sospensione necessaria ex art. 295 cod. proc. civ., tra la causa in cui sia in discussione la risoluzione per inadempimento di un contratto di locazione e l’autonoma controversia concernente la dichiarazione di cessazione del rapporto, per intervenuta scadenza contrattuale -peraltro, qui neppure contestata -e la fissa zione RAGIONE_SOCIALE data di rilascio. Difatti, ‘non è configurabile alcun contrasto di giudicato all’esito delle due cause, ma solo eventualmente, in caso di accoglimento RAGIONE_SOCIALE domanda di risoluzione, l’improduttività di ogni effetto da parte RAGIONE_SOCIALE sentenza sulla finita locazione’ (Cass. Sez. 3, sent. 18 aprile 2000, n. 5026, Rv. 535809-01; in senso conforme Cass. Sez. 3, sent. 6 novembre 2001, n. 13684, Rv. 550018-01, nonché, più di recente, Cass. Sez. 6-3, ord. 24 novembre 2021, n. 36503, non massimata).
Le spese del presente giudizio di legittimità seguono la soccombenza, essendo pertanto poste a carico RAGIONE_SOCIALE società RAGIONE_SOCIALE, avendo essa formulato, nel giudizio di merito, l’istanza di sospensione.
Esse vanno liquidate come da dispositivo, in applicazione del principio secondo cui, in caso di regolamento di competenza, ‘il valore effettivo RAGIONE_SOCIALE causa deve essere considerato indeterminabile, non potendo trovare applicazione alcuno dei
criteri previsti dall’art. 5 del d.m. n. 55 del 2014 del RAGIONE_SOCIALE quando la questione oggetto del giudizio abbia rilievo meramente processuale’ (Cass. Sez. 6 -3, ord. 14 gennaio 2020, n. 504, Rv. 656577-01).
PQM
La Corte accoglie il regolamento e dispone la prosecuzione del giudizio, da riassumersi entro tre mesi dalla comunicazione del l’avvenuto deposito RAGIONE_SOCIALE presente ordinanza, condannando la società RAGIONE_SOCIALE a rifondere, alla società RAGIONE_SOCIALE, le spese del presente giudizio, liquidate in complessivi € 2.200,00, più € 200,00 per esborsi, oltre spese forfetarie nella misura del 15% ed accessori di legge.
Così deciso in Roma, all’esito dell’adunanza camerale RAGIONE_SOCIALE