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Socio cooperativa edilizia: i limiti ai pagamenti

Una società cooperativa edilizia ha richiesto un pagamento aggiuntivo a un socio per coprire un debito societario. La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: per un socio cooperativa edilizia, i costi legati all’acquisto dell’immobile non possono essere aumentati con delibere successive all’assegnazione. La Corte distingue nettamente tra il ‘rapporto di scambio’ (l’acquisto) e il ‘rapporto associativo’ (la vita societaria), annullando la decisione precedente e rinviando il caso per una nuova valutazione.

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Socio cooperativa edilizia: i limiti ai pagamenti extra

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 16231/2024, offre un chiarimento cruciale per ogni socio cooperativa edilizia riguardo i limiti del potere della società di imporre pagamenti aggiuntivi. La Corte ha stabilito che le richieste di denaro extra per coprire debiti societari sono legittime solo se rientrano nel rapporto associativo e non vanno a modificare le condizioni economiche del contratto di acquisto dell’immobile. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti: La Richiesta di Pagamento della Cooperativa

Una società cooperativa edilizia, dopo aver stipulato un mutuo con un istituto di credito per la costruzione di alloggi, si è trovata in difficoltà nel rimborsare le rate. Per sanare la posizione debitoria, il consiglio di amministrazione ha deliberato di richiedere a ciascun socio un versamento straordinario di 10.000 euro.

Un socio si è rifiutato di pagare, sostenendo l’illegittimità della richiesta. La cooperativa ha quindi ottenuto un decreto ingiuntivo contro di lui. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla cooperativa, ritenendo valide le delibere che impongono al socio di contribuire al pagamento dei debiti contratti per realizzare l’oggetto sociale. Il socio ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul socio cooperativa edilizia

La Suprema Corte ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo le ragioni del socio. Il punto centrale della sentenza è la netta distinzione tra due tipi di rapporti che legano il socio alla cooperativa.

La Distinzione Chiave: Rapporto Associativo vs. Rapporto di Scambio

La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il socio cooperativa edilizia è parte di un duplice rapporto:

1. Rapporto Associativo: Deriva dal contratto sociale e riguarda la partecipazione del socio alla vita della cooperativa. In questo ambito rientrano gli obblighi di versare contributi per le spese di funzionamento e amministrazione, se previsti dallo statuto. Le delibere degli organi sociali possono legittimamente imporre tali oneri.
2. Rapporto di Scambio: È un vero e proprio contratto bilaterale, assimilabile a una compravendita, attraverso cui il socio acquista la proprietà dell’alloggio. Il corrispettivo, le modalità e i termini di pagamento sono definiti nel contratto di assegnazione e non possono essere modificati unilateralmente dalla cooperativa con delibere successive.

Obblighi del socio cooperativa edilizia: i confini invalicabili

La Corte ha specificato che una delibera del consiglio di amministrazione o dell’assemblea che impone al socio un pagamento aggiuntivo per coprire i costi di costruzione o il mutuo originario, dopo che l’alloggio è già stato assegnato, incide sul rapporto di scambio. Tale atto è considerato emesso in ‘carenza di potere’ ed è, pertanto, privo di effetti nei confronti del socio. Quest’ultimo non è tenuto a pagare e non ha nemmeno l’onere di impugnare la delibera entro i termini di legge, poiché essa è radicalmente inefficace.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte d’Appello aveva errato nel non aver indagato la reale natura del contributo richiesto al socio. Si era limitata a considerarlo un generico obbligo di contribuzione ai debiti sociali, senza verificare se si trattasse di una spesa di gestione (rapporto associativo) o di un costo occulto relativo all’acquisto dell’immobile (rapporto di scambio). L’obbligo di pagare le rate di mutuo, ad esempio, è parte del prezzo dell’immobile e rientra nel rapporto di scambio; qualsiasi modifica a tale obbligo deve essere concordata, non imposta.

La Cassazione ha quindi cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare i fatti attenendosi al principio di diritto enunciato, verificando se il versamento richiesto fosse riconducibile all’uno o all’altro rapporto.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per i Soci delle Cooperative?

Questa sentenza rappresenta una tutela fondamentale per i soci delle cooperative edilizie. Stabilisce che, una volta firmato l’atto di assegnazione dell’immobile, il prezzo pattuito non può essere aumentato con richieste di versamenti straordinari per coprire i costi di realizzazione o i debiti della cooperativa legati al mutuo originario. Gli organi sociali non hanno il potere di modificare unilateralmente le condizioni economiche del contratto di acquisto. Qualsiasi richiesta di denaro deve essere attentamente valutata per capire se rientra nelle legittime spese di gestione comune o se maschera un illecito aumento del prezzo di vendita.

Una cooperativa edilizia può chiedere ai soci un pagamento extra per coprire un debito della società?
Dipende dalla natura del pagamento. Se l’importo è legato al costo di acquisto dell’immobile (rapporto di scambio), la cooperativa non può imporlo unilateralmente dopo l’assegnazione. Se invece riguarda le spese di gestione e funzionamento previste dallo statuto (rapporto associativo), la richiesta può essere legittima.

Cosa distingue il rapporto associativo dal rapporto di scambio in una cooperativa edilizia?
Il rapporto associativo riguarda i diritti e doveri del socio in quanto membro della società (es. partecipazione, contributi per spese comuni). Il rapporto di scambio è assimilabile a una compravendita e riguarda l’acquisto dell’immobile, con un prezzo e condizioni definite che non possono essere modificate dagli organi sociali.

Se un socio riceve una richiesta di pagamento illegittima dalla cooperativa, cosa deve fare?
Secondo la sentenza, una delibera che impone un onere aggiuntivo sul rapporto di scambio (es. un aumento del prezzo dell’alloggio) è inefficace. Ciò significa che non produce effetti nei confronti del socio, il quale non avrebbe nemmeno l’onere di impugnarla entro i termini di legge, trattandosi di un atto emesso in carenza di potere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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