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Soccombenza parziale: esclusa se si vince in subordine

In un caso di risarcimento danni per una caduta su un marciapiede, la Corte d’Appello di Firenze ha riformato una sentenza di primo grado sul punto delle spese legali. Sebbene al danneggiato fosse stato riconosciuto un concorso di colpa del 50%, la Corte ha stabilito che non vi è ‘soccombenza parziale’ quando la domanda subordinata (che prevedeva appunto il concorso di colpa) viene accolta. Di conseguenza, l’ente convenuto è stato condannato a pagare integralmente le spese legali del primo grado e dell’appello.

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Pubblicato il 29 marzo 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Soccombenza Parziale: Vittoria Piena Anche con Domanda Subordinata

Nel complesso mondo del contenzioso civile, la gestione delle spese legali è un aspetto cruciale. Una recente sentenza della Corte di Appello di Firenze affronta un tema di grande interesse pratico: la configurabilità della soccombenza parziale quando viene accolta la domanda subordinata dell’attore. Il caso, originato da una banale caduta su un marciapiede, si è trasformato in un’importante occasione per chiarire i principi che regolano la condanna alle spese.

I Fatti di Causa e la Decisione di Primo Grado

Un cittadino citava in giudizio un ente pubblico per ottenere il risarcimento dei danni subiti a seguito di una caduta causata da una sconnessione del marciapiede. Il Tribunale di primo grado riconosceva la responsabilità dell’ente, ma accertava anche un concorso di colpa del danneggiato nella misura del 50%, in quanto una maggiore attenzione avrebbe potuto evitare l’incidente.

Di conseguenza, il giudice liquidava i danni e le spese mediche, ma stabiliva che le spese di lite, incluse quelle per la consulenza tecnica (CTU), fossero compensate per il 50%, ponendo la restante metà a carico dell’ente convenuto. Questa decisione si basava sull’idea che l’accoglimento solo parziale della richiesta di risarcimento integrasse una soccombenza parziale.

L’Appello: una Questione di Principio sulla Soccombenza Parziale

L’attore decideva di impugnare la sentenza non nel merito del risarcimento, ma esclusivamente sul punto della ripartizione delle spese. La tesi dell’appellante era chiara: avendo egli stesso formulato, in via subordinata, una richiesta di risarcimento che tenesse conto di un eventuale concorso di colpa, l’accoglimento di tale domanda non poteva essere considerato una sconfitta parziale. Al contrario, rappresentava una vittoria piena rispetto a quanto richiesto.

L’appellante sosteneva, quindi, che non sussistessero i presupposti per la compensazione delle spese, né una soccombenza reciproca, né altre gravi ed eccezionali ragioni previste dalla legge.

Le Motivazioni della Corte d’Appello

La Corte di Appello di Firenze ha accolto integralmente il ricorso, riformando la sentenza di primo grado sul punto delle spese. Il collegio ha basato la sua decisione su un consolidato orientamento della Corte di Cassazione.

Il principio chiave è che non si configura una soccombenza parziale dell’attore quando, rigettata la domanda principale (di risarcimento integrale), viene accolta quella subordinata (di risarcimento ridotto per concorso di colpa), a condizione che entrambe le domande siano fondate sulla medesima situazione di fatto e su ragioni giuridiche analoghe. In questo caso, le due richieste non sono autonome, ma rappresentano gradazioni diverse della stessa pretesa risarcitoria.

La Corte ha inoltre smontato un’ulteriore argomentazione, richiamata dal primo giudice in sede di correzione di errore materiale, secondo cui la notevole differenza tra la somma richiesta (petitum) e quella effettivamente liquidata (decisum) potesse giustificare la soccombenza. Citando una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 32061/2022), i giudici d’appello hanno ribadito che la mera quantificazione del danno in misura inferiore a quella richiesta non costituisce, di per sé, un valido motivo per compensare le spese legali.

Di conseguenza, la parziale compensazione delle spese di primo grado, incluse quelle di CTU e CTP, è stata eliminata, ponendole integralmente a carico dell’ente pubblico convenuto.

Conclusioni

Questa sentenza offre un’indicazione pratica di notevole valore per chiunque intraprenda un’azione di risarcimento danni. Stabilisce che la prudenza processuale di formulare una domanda subordinata, che tenga conto di un possibile concorso di colpa, non si traduce in una penalizzazione sulle spese legali in caso di suo accoglimento. La vittoria, in questo contesto, è da considerarsi totale, e la parte soccombente è tenuta a rifondere integralmente le spese di lite. Si tratta di una tutela importante per il diritto di difesa, che evita di scoraggiare i cittadini dal far valere le proprie ragioni in giudizio per il timore di vedersi addebitare parte dei costi anche in caso di esito sostanzialmente favorevole.

Se chiedo un risarcimento pieno e, in subordine, un risarcimento ridotto per concorso di colpa, e il giudice accoglie la seconda richiesta, si configura una soccombenza parziale?
No. Secondo la sentenza, l’accoglimento della domanda subordinata, quando fondata sulla stessa situazione di fatto di quella principale, non costituisce tecnicamente una soccombenza parziale per chi ha agito in giudizio, il quale ha quindi diritto alla refusione integrale delle spese legali.

Il riconoscimento del mio concorso di colpa in un incidente giustifica automaticamente la compensazione delle spese legali?
No, non automaticamente. Se la parte danneggiata ha previsto questa eventualità in una domanda subordinata, l’accoglimento di quest’ultima configura una vittoria processuale e non una sconfitta parziale. Pertanto, la controparte soccombente deve pagare per intero le spese.

Se il giudice mi liquida una somma di denaro inferiore a quella che avevo richiesto, può per questo motivo compensare le spese?
No. La Corte, richiamando un principio affermato dalle Sezioni Unite della Cassazione, ha chiarito che il solo fatto che la somma liquidata sia inferiore a quella domandata non costituisce di per sé una ragione valida per disporre la compensazione (totale o parziale) delle spese di lite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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