LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Servitù di passaggio pedonale: no a lastrico solare

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due proprietari che chiedevano una servitù di passaggio pedonale sul fondo del vicino per accedere al lastrico solare sovrastante il loro garage. La Corte ha chiarito che il lastrico non costituisce un fondo intercluso, essendo una pertinenza del garage che ha già un accesso diretto alla via pubblica. È stata inoltre respinta la richiesta di usucapione, poiché il possesso non era continuato per il tempo necessario.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Servitù di Passaggio Pedonale: Non per Accedere al Lastrico Solare

Introduzione: Quando la Terrazza non ha Accesso

La questione della servitù di passaggio pedonale è una delle più comuni nelle dispute tra vicini. Ma cosa succede quando l’area che si vuole raggiungere non è un terreno, ma un lastrico solare situato sopra il proprio garage? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito che se l’unità immobiliare principale (il garage) ha già accesso alla via pubblica, il lastrico di copertura non può essere considerato un “fondo intercluso” e, pertanto, non si ha diritto a un passaggio coattivo sul terreno del vicino. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa: una Disputa tra Vicini per l’Accesso a un Solarium

La vicenda ha origine dalla richiesta dei proprietari di un’autorimessa di ottenere il diritto di passare attraverso il giardino dei vicini per accedere al lastrico solare sovrastante il loro box, che intendevano utilizzare come solarium. Inizialmente, il Tribunale aveva dato loro ragione, costituendo una servitù coattiva in quanto riteneva che l’area fosse interclusa, cioè priva di un accesso autonomo alla via pubblica.

Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato completamente la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, il lastrico solare non è un “fondo” autonomo, ma semplicemente la parte superiore del garage. Poiché il garage aveva un accesso diretto e agevole alla strada, non poteva sussistere alcuna interclusione. Di conseguenza, veniva negata la servitù coattiva. Contro questa sentenza, i proprietari del garage hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla servitù di passaggio pedonale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in via definitiva la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno stabilito che i ricorrenti, con i loro motivi, non stavano denunciando un errore nell’applicazione della legge, ma cercavano di ottenere un nuovo esame dei fatti, cosa non consentita nel giudizio di legittimità. La Corte ha quindi ribadito i principi chiave che regolano la materia.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Cassazione sono state chiare e si sono concentrate su due aspetti fondamentali: l’inesistenza dell’interclusione e il rigetto della domanda di usucapione.

1. Il Lastrico Solare non è un Fondo Intercluso:
La Corte ha specificato che il concetto di “fondo intercluso”, previsto dall’art. 1051 del Codice Civile, si applica a proprietà autonome che non hanno sbocco sulla via pubblica. Nel caso di specie, l’area in questione era la semplice copertura di un’autorimessa. L’autorimessa, intesa come unità principale, era pienamente accessibile. Pertanto, il lastrico, essendo una sua pertinenza, non può essere considerato separatamente per valutarne l’interclusione. La necessità di accedere al lastrico non derivava da un’esigenza di coltivazione o uso del fondo, ma dal desiderio di utilizzarlo come solarium, una finalità che non può giustificare l’imposizione di un peso sulla proprietà altrui.

2. L’Insussistenza dei Requisiti per l’Usucapione:
I ricorrenti avevano anche sostenuto di aver acquisito il diritto di passaggio per usucapione, cioè per averlo esercitato per oltre vent’anni. Anche su questo punto, la Cassazione ha confermato la valutazione della Corte d’Appello. Il passaggio, in epoca precedente all’acquisto da parte dei ricorrenti, era stato esercitato solo sporadicamente da un inquilino, che è un mero detentore e non un possessore. Il possesso utile per l’usucapione deve essere continuo, non interrotto e pubblico. Il periodo di possesso dei nuovi proprietari, unito a quello sporadico del precedente inquilino, non era sufficiente a raggiungere i vent’anni richiesti dalla legge.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione per i proprietari di immobili. Innanzitutto, chiarisce che il diritto a una servitù di passaggio coattiva è strettamente legato al requisito dell’interclusione assoluta di un fondo autonomo e non può essere invocato per mere comodità o per accedere a parti accessorie di un immobile che è già collegato alla via pubblica. In secondo luogo, ribadisce che per l’usucapione di una servitù è necessario dimostrare un possesso continuato nel tempo, con l’intenzione di esercitare un diritto reale, e non un semplice passaggio tollerato o occasionale da parte di detentori.

Un lastrico solare sopra un garage può essere considerato un “fondo intercluso” se non ha un suo accesso autonomo?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che se il lastrico è la copertura di un’unità immobiliare (come un garage) che ha già accesso alla via pubblica, non può essere considerato un fondo intercluso a sé stante, ma una sua pertinenza.

È possibile ottenere una servitù di passaggio per usucapione se il transito era effettuato da un precedente inquilino?
No, secondo la Corte il passaggio sporadico da parte di un detentore (come un inquilino) non costituisce possesso utile ai fini dell’usucapione. Tale periodo non può essere unito a quello del nuovo proprietario per raggiungere il tempo necessario previsto dalla legge (solitamente vent’anni).

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i ricorrenti non hanno contestato un errore nell’applicazione della legge da parte del giudice d’appello, ma hanno tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti di causa, cosa che è preclusa nel giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati