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Servitù apparente: quando non spetta la riduzione prezzo

Un acquirente cita in giudizio i venditori per ottenere una riduzione del prezzo di un immobile, dopo aver scoperto l’esistenza di una servitù di passaggio non dichiarata. I tribunali, inclusa la Corte di Cassazione, hanno respinto la richiesta, stabilendo che la servitù era apparente. La presenza di opere visibili e permanenti, come una rampa di scale e un vialetto, rendeva la servitù facilmente riconoscibile. Di conseguenza, non sussistevano i presupposti per la tutela richiesta dall’acquirente, in quanto la natura evidente della servitù apparente escludeva il diritto alla riduzione del prezzo.

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Servitù Apparente e Compravendita: Niente Riduzione del Prezzo se le Opere sono Visibili

L’acquisto di un immobile può riservare sorprese, non sempre gradite. Una di queste è la scoperta di una servitù di passaggio a favore di un vicino. In questi casi, è possibile chiedere una riduzione del prezzo? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: se la servitù è una servitù apparente, cioè manifestata da opere visibili, l’acquirente non ha diritto ad alcuna tutela. Analizziamo insieme questo caso per capire le implicazioni pratiche per chi compra casa.

La Vicenda: L’Acquisto dell’Immobile e la Scoperta della Servitù

La vicenda ha inizio quando un acquirente, dopo aver stipulato un contratto di compravendita per un immobile, riceve una comunicazione dai proprietari del fondo confinante. Questi ultimi affermano di essere titolari di una servitù di passaggio che grava proprio sulla proprietà appena acquistata. Ritenendo di aver comprato un bene libero da pesi non dichiarati, l’acquirente decide di agire in giudizio contro i venditori per ottenere una riduzione del prezzo pattuito, come previsto dall’articolo 1489 del Codice Civile.

Il Principio della Servitù Apparente

Il cuore della questione legale ruota attorno al concetto di servitù apparente. Secondo l’articolo 1061 del Codice Civile, una servitù è considerata ‘apparente’ quando esistono opere visibili e permanenti destinate al suo esercizio. Non è sufficiente, ad esempio, la mera esistenza di un sentiero. È necessario un ‘quid pluris’, ovvero un elemento aggiuntivo che dimostri in modo inequivocabile che quell’opera è stata realizzata specificamente per servire il fondo dominante (quello del vicino) a scapito del fondo servente (quello acquistato).

L’analisi dei giudici sulla servitù apparente nel caso specifico

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto la domanda dell’acquirente, basandosi sugli accertamenti effettuati dal Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU). La perizia aveva evidenziato che le due proprietà, un tempo un unico appezzamento, erano separate da un muretto alto circa un metro. Questo muretto si interrompeva in un punto per far posto a una rampa di scale, ben visibile e facilmente percorribile, che collegava le due proprietà. Inoltre, un piccolo viale sulla proprietà dell’acquirente conduceva direttamente a tale rampa. Secondo i giudici, questi elementi (muretto basso, scale, vialetto) costituivano opere permanenti e inequivocabilmente destinate all’esercizio della servitù di passaggio, rendendola una servitù apparente.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei gradi precedenti, dichiarando il ricorso infondato. I giudici hanno ribadito che la valutazione sulla natura apparente della servitù è un accertamento di fatto che spetta ai giudici di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivato. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente applicato i principi giuridici, riconoscendo nelle opere esistenti (la rampa di scale e il vialetto) quel ‘quid pluris’ che collega funzionalmente l’opera al fondo dominante, rendendo evidente la servitù. La Corte ha inoltre specificato che per l’applicabilità dell’articolo 1489 c.c., che tutela l’acquirente, sono necessari tre requisiti: la non apparenza dell’onere, la non conoscenza da parte del compratore e la mancata dichiarazione nel contratto. In questo caso, venendo meno il primo requisito (la non apparenza), la domanda di riduzione del prezzo non poteva essere accolta. Sono state respinte anche le censure di natura procedurale relative alla nullità della CTU, ritenute generiche e tardive.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque si appresti ad acquistare un immobile: l’importanza della diligenza e di un’ispezione attenta dei luoghi. La legge non tutela il compratore negligente. Se una servitù è ‘apparente’, ovvero riconoscibile da opere visibili, si presume che l’acquirente ne sia a conoscenza e accetti di acquistare il bene con il relativo peso. Di conseguenza, non potrà in un secondo momento lamentare la presenza dell’onere e chiedere una riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto. Prima di firmare, è fondamentale ispezionare accuratamente l’immobile e, in caso di dubbi, affidarsi a un tecnico per verificare l’eventuale esistenza di servitù o altri vincoli non evidenti.

Quando una servitù di passaggio è considerata ‘apparente’?
Una servitù è ‘apparente’ quando la sua esistenza è manifestata da opere visibili e permanenti, come una strada, un sentiero o una rampa di scale, che sono state create in modo inequivocabile per consentire l’esercizio del passaggio a favore di un altro fondo.

L’acquirente di un immobile gravato da una servitù apparente può chiedere la riduzione del prezzo?
No. Secondo la sentenza, se la servitù è apparente, si presume che l’acquirente ne fosse a conoscenza o avrebbe potuto facilmente conoscerla usando l’ordinaria diligenza. Di conseguenza, non ha diritto alla riduzione del prezzo prevista dall’art. 1489 c.c.

Quali sono i requisiti per ottenere la tutela dell’art. 1489 c.c. in caso di oneri sull’immobile acquistato?
L’acquirente deve dimostrare la contemporanea presenza di tre condizioni: 1) che l’onere o il diritto altrui non sia apparente; 2) che non ne fosse a conoscenza al momento dell’acquisto; 3) che non fosse stato dichiarato nel contratto di compravendita. La mancanza anche di uno solo di questi requisiti, come l’apparenza della servitù, fa venir meno il diritto alla tutela.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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