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Sequestro conservativo: come ottenerlo

Una società in liquidazione ha ottenuto un sequestro conservativo contro l’erede di un ex amministratore. Il tribunale ha ravvisato sufficienti indizi di contratti immobiliari simulati e trasferimenti di fondi ingiustificati, volti a svuotare il patrimonio sociale. Il sequestro è stato concesso sulla base della condotta dell’erede, che ha fatto presumere un concreto rischio di dispersione dei beni per sottrarsi al pagamento.

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Sequestro Conservativo: Come la Simulazione Contrattuale Può Giustificarlo

Il sequestro conservativo rappresenta uno degli strumenti più efficaci a disposizione del creditore per tutelare le proprie ragioni in attesa di una decisione di merito. Un’ordinanza del Tribunale di Milano offre un’analisi dettagliata dei presupposti necessari per la sua concessione, in un complesso caso di presunta mala gestio e distrazione di fondi societari. La decisione evidenzia come condotte simulatorie e la propensione a manovre distrattive possano fondare il timore di perdere la garanzia patrimoniale.

I Fatti del Caso: Accuse di Mala Gestio e Distrazione di Fondi

Una società in liquidazione agiva in giudizio per ottenere un sequestro conservativo sui beni degli eredi del suo defunto amministratore (il figlio e la nuora) e di una società a loro riconducibile. Secondo la ricorrente, l’ex amministratore, in concorso con i familiari, aveva posto in essere una serie di operazioni dannose per il patrimonio sociale, tra cui:

1. Svendita di immobili sociali a prezzi inferiori al valore di mercato.
2. Operazioni immobiliari simulate: La società aveva stipulato due contratti preliminari per l’acquisto di terreni di proprietà del figlio, versando l’intero prezzo (oltre 1,1 milioni di Euro) a titolo di caparra confirmatoria, senza mai arrivare alla stipula dei contratti definitivi. I terreni, secondo una perizia, erano stati ampiamente sopravvalutati.
3. Bonifici ingiustificati: Erano stati disposti due bonifici dai conti sociali, uno a favore del defunto amministratore con causale ‘giroconto’ e l’altro a favore del figlio e della nuora con causale ‘restituzione caparra confirmatoria’, entrambi ritenuti privi di giustificazione contabile.

La società ricorrente chiedeva quindi il sequestro fino a concorrenza del credito restitutorio, quantificato in oltre 1,3 milioni di Euro.

La Difesa dei Resistenti e le Eccezioni Preliminari

I resistenti si costituivano in giudizio contestando le accuse. Sostenevano che il prezzo dei terreni era congruo e che i contratti preliminari non erano simulati. Giustificavano i bonifici ricevuti come restituzione di precedenti finanziamenti erogati alla società. Eccepivano, inoltre, la carenza di legittimazione passiva della nuora e della società terza, in quanto estranee ai contratti preliminari e ai presunti finanziamenti.

Analisi del Sequestro Conservativo: i requisiti

Per concedere un sequestro conservativo, il giudice deve verificare la sussistenza di due requisiti fondamentali: il fumus boni iuris e il periculum in mora.

Il Fumus Boni Iuris: La Probabile Esistenza del Credito

Il Tribunale ha ritenuto sussistente la parvenza del buon diritto della società ricorrente. Gli elementi a sostegno di questa valutazione sono stati:

* La simulazione dei contratti preliminari: Diversi indici rivelavano un accordo simulatorio, tra cui il rapporto di parentela tra le parti, la sproporzione del prezzo dei terreni e, soprattutto, la singolare modalità di pagamento. Versare l’intero prezzo come caparra confirmatoria, senza nemmeno stipulare il definitivo, esponeva il venditore a un rischio irragionevole (dover restituire il doppio in caso di inadempimento), suggerendo che lo scopo reale fosse giustificare un massiccio flusso di denaro dalla società al figlio.
* L’assenza di giustificazione per i bonifici: Le difese dei resistenti, secondo cui i bonifici erano restituzioni di finanziamenti, sono state ritenute infondate. Il giudice ha evidenziato la discrepanza temporale e causale tra i presunti finanziamenti e le somme restituite, rendendo verosimile la tesi della ricorrente sulla natura indebita dei pagamenti.

Il Periculum in Mora: il timore di perdere la garanzia patrimoniale

Il secondo requisito per il sequestro conservativo è il fondato timore che il debitore possa disperdere il proprio patrimonio. Il Tribunale ha specificato che questo timore può derivare non solo da elementi oggettivi (la consistenza del patrimonio del debitore), ma anche da elementi soggettivi, cioè dal comportamento del debitore stesso.

Le Motivazioni della Decisione del Tribunale

Il Giudice ha accolto parzialmente il ricorso. Ha ritenuto sussistente il fumus boni iuris per la quasi totalità del credito vantato dalla società. Tuttavia, ha differenziato la valutazione del periculum in mora tra i diversi resistenti.

Nei confronti del figlio, il periculum è stato considerato esistente. Le sue condotte passate, caratterizzate da ‘manovre patrimoniali distrattive’ e dall’opacità delle operazioni immobiliari, costituivano un valido elemento soggettivo per presumere che avrebbe potuto compiere ulteriori atti dispositivi per sottrarsi all’adempimento. La sua pervicacia nel negare l’evidenza, anche durante il procedimento, ha rafforzato questa convinzione.

Al contrario, per la nuora, il Tribunale non ha riscontrato elementi sufficienti a dimostrare un suo coinvolgimento attivo nelle condotte del marito e del suocero. Il semplice fatto di aver ricevuto un pagamento su un conto cointestato non era prova di una sua cooperazione e, pertanto, non giustificava il timore di un depauperamento del suo patrimonio. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto nei suoi confronti e nei confronti della società terza, per carenza di legittimazione passiva.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un principio fondamentale in materia di misure cautelari: il periculum in mora può essere desunto anche esclusivamente dal comportamento del debitore. Le condotte passate, se indicative di una propensione a eludere le proprie responsabilità, possono essere sufficienti a giustificare un sequestro conservativo, anche in assenza di prove di un’attuale insufficienza patrimoniale. Questa decisione offre un importante precedente per le società vittime di mala gestio, mostrando come sia possibile tutelare preventivamente il credito restitutorio basandosi sulla gravità e sulla sistematicità delle operazioni distrattive poste in essere dagli ex amministratori e dai loro familiari.

Quando si può ottenere un sequestro conservativo?
Si può ottenere quando sussistono due requisiti: il fumus boni iuris, ovvero la probabile esistenza del credito, e il periculum in mora, cioè il fondato timore che, nel tempo necessario ad ottenere una sentenza, il debitore possa disperdere il proprio patrimonio rendendo vano il recupero del credito.

Il comportamento passato del debitore può giustificare da solo il periculum in mora?
Sì. L’ordinanza conferma che il requisito del periculum in mora può essere desunto anche da soli elementi soggettivi, come la propensione del debitore a compiere ‘manovre patrimoniali distrattive’, evidenziata da condotte passate che lasciano presumere la volontà di sottrarsi all’adempimento.

Il pagamento dell’intero prezzo come caparra in un contratto preliminare può essere un indizio di simulazione?
Sì. Il Tribunale ha ritenuto che questa modalità di pagamento, specialmente se unita ad altri elementi come rapporti di parentela e un prezzo sproporzionato, costituisce un forte indizio di simulazione, poiché espone il venditore a un rischio irragionevole e suggerisce che lo scopo reale dell’operazione sia quello di creare una causale apparente per un trasferimento di denaro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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