LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sdemanializzazione demanio marittimo: guida legale

In una controversia su un terreno costiero, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla sdemanializzazione del demanio marittimo. La Corte ha chiarito che per gli atti avvenuti prima del 1942, si applica la meno formale legge del 1877, che richiedeva solo un riconoscimento della non necessarietà del bene all’uso pubblico, e non il più rigido decreto ministeriale previsto dal successivo Codice della Navigazione. La sentenza di appello è stata annullata con rinvio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Sdemanializzazione Demanio Marittimo: la Legge del 1877 Fa Ancora Scuola

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, interviene su un tema complesso e di grande rilevanza: la sdemanializzazione del demanio marittimo. Il caso riguarda la richiesta di un imprenditore di vedersi riconosciuta la proprietà per usucapione di un terreno adiacente al suo stabilimento balneare. La decisione chiarisce un aspetto cruciale: quale legge applicare quando gli atti di sdemanializzazione risalgono a un’epoca precedente all’attuale Codice della Navigazione? La risposta della Corte si fonda sul principio tempus regit actum, affermando che la normativa da considerare è quella vigente all’epoca dei fatti, in questo caso il Codice della Marina Mercantile del 1877.

I Fatti del Caso: Una Proprietà Contesa tra Stato e Privato

Un imprenditore, proprietario di uno stabilimento balneare realizzato negli anni ’80, aveva citato in giudizio il Ministero dell’Economia e delle Finanze per ottenere l’accertamento dell’acquisto per usucapione di una porzione di terreno di oltre 3000 mq. L’imprenditore sosteneva di aver posseduto l’area in modo continuativo fin dalla metà degli anni ’70, ritenendo che il terreno, sebbene formalmente intestato al Demanio, facesse in realtà parte del patrimonio disponibile dello Stato e fosse quindi usucapibile. Il Ministero, di contro, ha sempre sostenuto la natura demaniale marittima del bene, caratteristica che lo rende inalienabile e non soggetto a usucapione.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto la domanda dell’imprenditore. I giudici di merito avevano basato la loro decisione sull’articolo 35 del Codice della Navigazione (entrato in vigore nel 1942). Secondo questa norma, la sdemanializzazione di un bene del demanio marittimo non può avvenire in modo tacito, ma richiede un formale e specifico decreto ministeriale che ne attesti la cessata utilità per gli usi pubblici del mare. In assenza di tale decreto, il bene mantiene la sua natura demaniale e non può essere usucapito.

La Sdemanializzazione del Demanio Marittimo secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato questa impostazione, accogliendo il ricorso dell’imprenditore. L’errore della Corte d’Appello, secondo i giudici supremi, è stato quello di applicare la normativa del 1942 a una serie di atti e procedure avvenuti negli anni ’30, quando era in vigore il Codice della Marina Mercantile del 1877. La differenza tra le due normative è sostanziale.

L’articolo 157 del Codice del 1877 aveva un approccio meno formalistico. Per il passaggio di un bene dal demanio marittimo al patrimonio dello Stato, era sufficiente un mero ‘riconoscimento’ da parte dell’Amministrazione Marittima che il bene non fosse più necessario per l’uso pubblico. Questo atto, anche se non un decreto formale, era considerato condizione sufficiente per il transito del bene.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha enunciato un chiaro principio di diritto: la disposizione dell’art. 157 del codice della marina mercantile del 1877 valorizzava l’aspetto sostanziale della vicenda. La ‘non necessarietà’ di fatto del bene all’uso pubblico, attestata da un riconoscimento dell’Amministrazione, era sufficiente per il passaggio dal demanio al patrimonio. Al contrario, il vigente art. 35 del Codice della Navigazione valorizza l’aspetto formale, pretendendo, oltre al riconoscimento, un apposito decreto ministeriale.

Di conseguenza, la Corte d’Appello ha sbagliato a non valutare i documenti storici prodotti dall’imprenditore (tra cui un atto di affranco del 1935 e un’ordinanza commissariale del 1936) alla luce della normativa all’epoca vigente. La sentenza è stata quindi cassata, e il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello, in diversa composizione, che dovrà riesaminare l’intera documentazione per verificare se, secondo i criteri del Codice del 1877, si sia effettivamente verificata la sdemanializzazione del terreno.

Conclusioni

Questa sentenza è di fondamentale importanza perché riafferma il principio della successione delle leggi nel tempo e sottolinea come la valutazione di atti giuridici debba sempre avvenire sulla base della normativa in vigore al momento del loro compimento. Per l’imprenditore, la strada per il riconoscimento della proprietà non è ancora conclusa, ma ora ha un percorso giuridico chiaro: dimostrare che gli atti degli anni ’30 integravano quel ‘riconoscimento’ di non necessarietà richiesto dalla legge di allora. La decisione insegna che, specialmente nel diritto immobiliare e dei beni pubblici, la storia normativa di un bene è tanto importante quanto la sua condizione attuale.

Come avviene la sdemanializzazione del demanio marittimo?
La procedura dipende dalla legge applicabile nel momento storico in cui è avvenuta. Secondo il Codice della Marina Mercantile del 1877, era sufficiente un mero riconoscimento da parte dell’Amministrazione marittima della non necessarietà del bene all’uso pubblico. Invece, secondo l’attuale Codice della Navigazione (art. 35), è necessario un apposito decreto ministeriale che ha carattere formale e costitutivo.

Un bene del demanio marittimo può essere acquistato per usucapione?
No, un bene appartenente al demanio marittimo è incommerciabile, imprescrittibile e non può essere usucapito. Diventa suscettibile di usucapione solo dopo che è stato formalmente o sostanzialmente (a seconda della legge applicabile) sdemanializzato, cioè trasferito al patrimonio disponibile dello Stato.

Quale legge si applica per giudicare una procedura di sdemanializzazione avvenuta in passato?
Si applica il principio tempus regit actum, secondo cui l’atto giuridico è regolato dalla legge in vigore al momento in cui è stato compiuto. Pertanto, per una sdemanializzazione avvenuta negli anni ’30 del ‘900, si deve applicare la normativa dell’epoca (Codice della Marina Mercantile del 1877) e non quella successiva e più restrittiva del Codice della Navigazione del 1942.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati