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Sanzioni compliance bancaria: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità delle sanzioni compliance bancaria irrogate dall’autorità di vigilanza a un responsabile della funzione di conformità di un istituto di credito per carenze nei controlli interni. La Corte ha respinto la tesi della violazione del ‘ne bis in idem’, chiarendo che la sanzione dell’autorità di vigilanza bancaria e quella dell’autorità di vigilanza del mercato finanziario colpiscono condotte diverse a tutela di beni giuridici distinti: la stabilità patrimoniale da un lato e la trasparenza verso gli investitori dall’altro.

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Sanzioni Compliance Bancaria: La Cassazione Fa Chiarezza sul Doppio Binario Sanzionatorio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per il settore finanziario: la responsabilità della funzione di conformità e la legittimità delle sanzioni compliance bancaria irrogate da diverse autorità di vigilanza. La decisione chiarisce i confini tra le competenze dell’autorità di vigilanza bancaria e di quella del mercato finanziario, escludendo la violazione del principio del ne bis in idem (il divieto di essere puniti due volte per lo stesso fatto) nel caso di sanzioni parallele.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sanzione amministrativa di 70.000 euro inflitta dall’autorità di vigilanza bancaria al responsabile della funzione di controllo e conformità di un noto istituto di credito. La contestazione riguardava gravi carenze nell’attività di controllo in relazione al fenomeno dei cosiddetti “finanziamenti baciati”, ovvero prestiti concessi dalla banca ai clienti a condizione che questi acquistassero azioni della banca stessa. Tali pratiche erano state attuate in occasione di aumenti di capitale.

Il manager, che era già stato sanzionato dall’autorità di vigilanza del mercato finanziario per fatti connessi, ha impugnato la sanzione dell’autorità bancaria davanti alla Corte d’Appello, la quale ha però respinto l’opposizione. La controversia è quindi approdata in Cassazione, basandosi su quattro motivi principali: la presunta carenza di potere sanzionatorio dell’autorità bancaria nei confronti della funzione di compliance, la violazione del principio del ne bis in idem, l’errata quantificazione della sanzione e la tardività della notifica.

Il Doppio Binario Sanzionatorio e le Sanzioni Compliance Bancaria

Il cuore della questione risiedeva nella presunta violazione del principio del ne bis in idem. Il ricorrente sosteneva di essere stato punito due volte per la medesima condotta, prima dall’autorità di mercato e poi da quella bancaria. La Corte di Cassazione ha rigettato con forza questa argomentazione, confermando la correttezza del ragionamento della Corte d’Appello. È stato chiarito che il sistema di vigilanza italiano è caratterizzato da un controllo duale, come delineato dal Testo Unico della Finanza (TUF).

Autorità di Vigilanza Bancaria: ha competenza sul contenimento del rischio, sulla stabilità patrimoniale e sulla sana e prudente gestione degli intermediari.
Autorità di Vigilanza del Mercato Finanziario: ha competenza sulla trasparenza, sulla correttezza dei comportamenti e sulla tutela degli investitori.

Nel caso specifico, la sanzione dell’autorità bancaria era legata alla violazione delle norme sui controlli interni (finalizzati a prevenire rischi come quello reputazionale e legale), mentre la sanzione dell’autorità di mercato riguardava la violazione degli obblighi di trasparenza e correttezza nella prestazione dei servizi di investimento. Pertanto, non si trattava dello stesso fatto (idem factum), ma di due condotte distinte che ledevano beni giuridici diversi.

Gli Altri Motivi di Ricorso Respinti dalla Corte

La Cassazione ha giudicato infondati anche gli altri motivi di ricorso:

1. Potere Sanzionatorio: È stato confermato che l’autorità di vigilanza bancaria ha pienamente il potere di sanzionare il responsabile della compliance per violazioni di natura prudenziale previste dal Testo Unico Bancario (TUB).
2. Quantificazione della Pena: La Corte ha ritenuto la sanzione adeguata alla gravità e al protrarsi della violazione, alle dimensioni dell’intermediario e ai riflessi sulla sua organizzazione, escludendo la necessità di una riduzione.
3. Tempestività della Contestazione: È stato ribadito un principio importante: il termine di 90 giorni per la notifica della contestazione non decorre dalla fine delle ispezioni, ma dal momento in cui l’accertamento si perfeziona formalmente con l’apposizione del visto del capo dipartimento dell’autorità di vigilanza. Questa fase include la valutazione complessa dei dati raccolti, anche in dialogo con altre autorità come la BCE e l’autorità di mercato.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione sistematica della normativa bancaria e finanziaria. La Suprema Corte ha evidenziato come il ragionamento della Corte d’Appello fosse impeccabile dal punto di vista logico-giuridico. La distinzione tra i procedimenti sanzionatori non è formale, ma sostanziale: essi tutelano interessi pubblici differenti e non sovrapponibili. La sanzione dell’autorità di vigilanza bancaria si concentra sulle carenze organizzative e del sistema dei controlli interni, funzionali a garantire la stabilità dell’intermediario. Quella dell’autorità di vigilanza del mercato finanziario, invece, si focalizza sulla correttezza e trasparenza dello svolgimento dei servizi di investimento, a protezione del cliente e del mercato stesso. La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata, secondo cui il sistema di controllo duale previsto dagli artt. 5 e 6 del TUF attribuisce chiaramente alla Banca d’Italia il controllo del rischio e della stabilità e alla Consob quello della trasparenza e della correttezza dei comportamenti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza della Cassazione riveste una notevole importanza pratica. In primo luogo, ribadisce con chiarezza la piena responsabilità dei responsabili delle funzioni di compliance per le carenze nei sistemi di controllo interno, confermando l’ampio potere sanzionatorio dell’autorità di vigilanza bancaria in materia. In secondo luogo, consolida il principio secondo cui una stessa condotta, se idonea a violare norme poste a tutela di beni giuridici diversi, può legittimamente essere oggetto di sanzioni da parte di più autorità di vigilanza, senza che ciò configuri una violazione del ne bis in idem. Gli operatori del settore, e in particolare le figure apicali delle funzioni di controllo, devono quindi essere consapevoli della duplice lente con cui la loro attività può essere valutata, quella della stabilità patrimoniale e quella della trasparenza di mercato.

Una stessa condotta può essere sanzionata sia dall’autorità di vigilanza bancaria che da quella del mercato finanziario?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che ciò è possibile e non viola il principio del ‘ne bis in idem’ a condizione che le due sanzioni puniscano la violazione di norme diverse, poste a tutela di beni giuridici differenti e non sovrapponibili (es. stabilità patrimoniale e trasparenza verso gli investitori).

Quali sono le competenze distinte delle due principali autorità di vigilanza finanziaria in Italia?
Secondo la sentenza, all’autorità di vigilanza bancaria è attribuita la competenza sul controllo del rischio e della stabilità patrimoniale degli intermediari. All’autorità di vigilanza del mercato finanziario è demandata invece la competenza sulla trasparenza e sulla correttezza dei comportamenti nella prestazione dei servizi di investimento.

Da quando inizia a decorrere il termine di 90 giorni per la notifica di una sanzione amministrativa da parte dell’autorità di vigilanza bancaria?
Il termine di decadenza per la notifica della violazione decorre non dalla conclusione dell’attività ispettiva, ma dall’apposizione del visto del direttore centrale della vigilanza. Questo atto formale suggella la conclusione della fase di accertamento, che comprende la valutazione e la ponderazione di tutti gli elementi raccolti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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