LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Riscatto leasing tardivo: è valido?

Una società ha tentato di esercitare l’opzione di riscatto di un’autovettura in leasing dopo la scadenza contrattuale, basandosi su comunicazioni con agenzie terze. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta, stabilendo che il riscatto leasing tardivo non è valido se la società concedente ha già manifestato la volontà di avvalersi della decadenza e se non è provato che le agenzie terze avessero il potere di rappresentarla e di rinunciare a tale decadenza. La decisione sottolinea la rigidità dei termini contrattuali e l’onere della prova a carico di chi afferma l’esistenza di un potere di rappresentanza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Riscatto Leasing Tardivo: Quando la Trattativa Non Salva dal Termine Scaduto

Nel mondo dei contratti commerciali, i termini sono spesso perentori e il loro mancato rispetto può avere conseguenze significative. Un caso emblematico è quello del riscatto leasing tardivo, ovvero quando un’azienda cerca di acquistare il bene oggetto del contratto dopo la scadenza del termine previsto per l’esercizio dell’opzione. Una recente sentenza della Corte di Appello di Roma chiarisce che la semplice trattativa con agenzie terze non è sufficiente a superare una decadenza già maturata, soprattutto se la società concedente ha tenuto un comportamento inequivocabile.

I Fatti di Causa: Un’Opzione Esercitata Oltre i Termini

Una società utilizzatrice aveva stipulato un contratto di locazione finanziaria per un’autovettura nel 2013, con una durata di 60 mesi. Il contratto prevedeva, come di consueto, la facoltà di riscattare il bene al termine del periodo, ovvero entro settembre 2018.

Tuttavia, la società manifestava la volontà di acquisto e versava il prezzo del riscatto solo nel marzo 2019, ben oltre la scadenza. A sua discolpa, sosteneva di aver intrattenuto delle comunicazioni con alcune società terze, incaricate dalla concedente per il recupero crediti, che l’avrebbero indotta a credere di poter ancora procedere al riscatto. Di fronte al rifiuto della società di leasing, che nel frattempo aveva già dichiarato la decadenza del diritto di opzione, la società utilizzatrice si rivolgeva al Tribunale, vedendo però la sua domanda respinta.

La Decisione della Corte d’Appello sul riscatto leasing tardivo

La Corte d’Appello, chiamata a decidere sull’impugnazione, ha confermato la decisione di primo grado, rigettando l’appello della società utilizzatrice. I giudici hanno ritenuto l’appello infondato nel merito, stabilendo un principio chiaro: la decadenza dal diritto di opzione, una volta verificatasi, non può essere superata da semplici scambi di comunicazioni con soggetti terzi, a meno che non si fornisca la prova certa che questi avessero il potere di rinunciare alla decadenza in nome e per conto della società di leasing.

le motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su alcuni pilastri giuridici fondamentali, offrendo una lezione preziosa sulla gestione dei rapporti contrattuali.

L’Onere della Prova sulla Rappresentanza

Il punto cruciale della controversia era stabilire se le agenzie di recupero crediti avessero il potere di rappresentare la società di leasing al punto da poter rinunciare agli effetti della decadenza. La Corte ha ribadito che, secondo i principi generali, l’onere di provare l’esistenza di tali poteri di rappresentanza ricade su chi li afferma. Nel caso di specie, la società utilizzatrice non è riuscita a fornire alcuna prova che le agenzie terze potessero validamente derogare ai termini contrattuali o rinunciare a un diritto già acquisito dalla loro mandante.

Il Comportamento Inequivocabile della Concedente

Un altro elemento decisivo è stato il comportamento della società di leasing. Lungi dal creare un legittimo affidamento, la concedente, una volta scaduto il termine per il riscatto e constatata la morosità della controparte, aveva agito in modo coerente e inequivocabile: con una lettera formale del 15 novembre 2018, aveva diffidato la società utilizzatrice a restituire il veicolo, comunicandole formalmente l’avvenuta decadenza dal diritto di opzione. Questo comportamento, secondo la Corte, è incompatibile con una presunta volontà tacita di rinunciare alla decadenza.

L’Irrilevanza delle Comunicazioni e del Pagamento

Le email scambiate con le agenzie terze, secondo i giudici, si limitavano a riepilogare gli importi dovuti (compresi canoni insoluti e spese) e a indicare i documenti necessari per un eventuale riscatto, senza però costituire una nuova offerta o una rinuncia ai diritti della concedente. Anche il pagamento effettuato dalla società utilizzatrice è stato ritenuto irrilevante, sia perché tardivo, sia perché di importo inferiore a quello complessivamente richiesto.

le conclusioni

La sentenza analizzata offre un importante monito per tutte le aziende che utilizzano contratti di leasing. Le scadenze contrattuali, in particolare quelle che prevedono termini di decadenza, devono essere rispettate con la massima diligenza. Qualsiasi comunicazione o trattativa con soggetti terzi, come le agenzie di recupero crediti, deve essere valutata con cautela. Senza una prova chiara e formale del loro potere di rappresentanza e della loro facoltà di modificare i patti contrattuali, fare affidamento su di esse può rivelarsi un errore costoso. La volontà della società concedente, se manifestata attraverso atti formali e coerenti, prevarrà sempre su aspettative non supportate da prove concrete.

È possibile esercitare l’opzione di riscatto di un leasing dopo la scadenza del termine previsto dal contratto?
No, di regola non è possibile. La scadenza del termine per l’esercizio dell’opzione di riscatto provoca la decadenza dal diritto, ovvero la sua estinzione. Una volontà successiva non ha effetto, a meno che la società concedente non rinunci espressamente o tacitamente (con un comportamento inequivocabile) ad avvalersi della decadenza.

Le comunicazioni con un’agenzia di recupero crediti possono essere considerate una rinuncia alla decadenza da parte della società di leasing?
No, non automaticamente. Secondo la sentenza, tali comunicazioni sono irrilevanti se non è provato che l’agenzia avesse specifici poteri di rappresentanza per compiere un atto così importante come la rinuncia alla decadenza. Un semplice riepilogo degli importi dovuti non è sufficiente.

Su chi ricade l’onere di provare che un’agenzia terza ha il potere di rappresentare la società di leasing?
L’onere della prova ricade sulla parte che afferma l’esistenza di tale potere di rappresentanza. Nel caso esaminato, spettava alla società utilizzatrice dimostrare che l’agenzia di recupero crediti avesse la facoltà di agire in nome e per conto della società di leasing per consentire il riscatto tardivo. Non avendolo fatto, la sua domanda è stata respinta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati