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Risarcimento danno volo: onere della prova del danno

Una passeggera ha citato in giudizio una compagnia aerea per un ritardo, richiedendo sia la compensazione pecuniaria standard sia il risarcimento per danni non patrimoniali. La Corte di Cassazione ha confermato la competenza del tribunale del luogo di residenza della passeggera per i contratti online. Tuttavia, ha accolto il ricorso della compagnia riguardo al danno non patrimoniale, chiarendo che per ottenere un risarcimento danno volo di questo tipo, è il passeggero a dover provare l’effettiva esistenza e gravità del pregiudizio subito, che non può essere mai presunto.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Risarcimento Danno Volo: La Cassazione Chiarisce l’Onere della Prova

Quando un volo subisce un ritardo, il disagio per il passeggero è evidente. Ma come si traduce questo disagio in un risarcimento? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale del risarcimento danno volo: la distinzione tra la compensazione automatica e il danno non patrimoniale, chiarendo chi deve provare cosa. La decisione analizza il caso di una passeggera che, a seguito di un ritardo, ha chiesto non solo gli indennizzi standard ma anche un risarcimento per il danno morale subito, portando la Suprema Corte a definire i confini dell’onere della prova.

I Fatti del Caso

Una passeggera acquistava online un biglietto aereo per un volo internazionale. Il volo arrivava a destinazione con un significativo ritardo. Di conseguenza, la cliente citava in giudizio la compagnia aerea presso il Giudice di Pace del proprio luogo di residenza, chiedendo il risarcimento dei danni forfettari previsti dalla normativa europea (compensazione pecuniaria e violazione dell’obbligo di assistenza) e un’ulteriore somma a titolo di danno non patrimoniale individuale.

La compagnia aerea si opponeva, eccependo in primo luogo l’incompetenza territoriale del giudice adito, sostenendo che la causa dovesse essere trattata presso il tribunale nella cui circoscrizione si trovava la sede italiana della società (vicino all’aeroporto di partenza). Mentre il Giudice di Pace accoglieva l’eccezione, il Tribunale, in sede di appello, ribaltava la decisione, affermava la propria competenza e condannava la compagnia aerea al risarcimento, ritenendo che il ritardo non fosse stato giustificato. La compagnia aerea ricorreva quindi in Cassazione.

La Questione della Competenza Territoriale

I primi due motivi di ricorso della compagnia aerea si concentravano sulla presunta violazione delle norme sulla competenza stabilite dalla Convenzione di Montreal. La tesi era che il foro competente dovesse essere quello della sede dell’impresa che aveva stipulato il contratto, identificato nel circondario dell’aeroporto.

La Corte di Cassazione ha rigettato questi motivi, confermando un principio ormai consolidato a favore dei consumatori: in caso di contratto stipulato online, il luogo in cui l’impresa ha provveduto a stipulare il contratto si identifica con il domicilio dell’acquirente. È lì, infatti, che il contratto si perfeziona. Tale criterio vale non solo per determinare la giurisdizione, ma anche la competenza territoriale interna tra i giudici italiani.

Il Principio Decisivo: Onere della Prova per il Risarcimento Danno Volo

Il cuore della sentenza risiede nell’accoglimento del terzo motivo di ricorso, relativo alla violazione dell’onere della prova (art. 2697 c.c.). La compagnia aerea lamentava che il Tribunale avesse liquidato il danno non patrimoniale senza che la passeggera avesse fornito alcuna prova di un effettivo e concreto pregiudizio, invertendo l’onere probatorio.

Responsabilità Presunta vs. Danno da Provare

La Corte ha chiarito un punto fondamentale. L’articolo 19 della Convenzione di Montreal stabilisce una presunzione di responsabilità a carico del vettore aereo in caso di ritardo. Questo significa che il passeggero è esonerato dal dover provare la colpa della compagnia. Tuttavia, questa presunzione non si estende all’esistenza stessa del danno.

Il danneggiato è sempre tenuto a provare di aver subito un danno concreto come conseguenza del ritardo. In particolare, per il danno non patrimoniale, non è sufficiente lamentare un generico disagio o fastidio. Il danno non è “in re ipsa”, cioè non è implicito nel solo fatto del ritardo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha spiegato che, per ottenere il risarcimento del danno non patrimoniale ulteriore rispetto alle tutele forfettarie europee, il passeggero deve allegare e dimostrare due elementi fondamentali:

1. La lesione grave di un interesse inviolabile costituzionalmente garantito.
2. La sussistenza di un pregiudizio effettivo (non un mero disagio) legato da un nesso di causalità con il ritardo.

Il Tribunale aveva errato nel concedere il risarcimento basandosi unicamente sul fatto che la compagnia aerea non avesse “allegato la sussistenza delle condizioni integranti l’esonero della responsabilità presunta”. Così facendo, ha invertito l’onere della prova: prima di valutare le giustificazioni del vettore, il giudice deve verificare se l’attore (il passeggero) abbia effettivamente provato di aver subito un danno risarcibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza stabilisce un principio chiaro per chiunque richieda un risarcimento danno volo. Mentre la compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento UE 261/2004 scatta in modo quasi automatico al verificarsi di determinate condizioni, qualsiasi richiesta di risarcimento per danno non patrimoniale (come stress, ansia, perdita di opportunità) richiede una prova concreta e specifica. Il passeggero deve dimostrare che il ritardo ha causato un pregiudizio serio e tangibile, che va oltre la normale seccatura di un’attesa. Solo una volta che tale prova è stata fornita, l’onere si sposta sulla compagnia aerea, che dovrà dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno per non essere condannata al risarcimento.

Quale tribunale è competente per una causa di risarcimento per un biglietto aereo acquistato online?
Per i contratti conclusi online, la giurisprudenza consolidata individua come foro competente quello del domicilio o della residenza del consumatore/acquirente, poiché è in quel luogo che si perfeziona l’accordo contrattuale.

In caso di ritardo aereo, il danno non patrimoniale (es. stress, disagio) è risarcito automaticamente?
No. A differenza della compensazione pecuniaria standard prevista dalla normativa europea, il danno non patrimoniale non è presunto. Il passeggero deve dimostrare di aver subito un pregiudizio concreto, grave e che leda un interesse costituzionalmente protetto, non un mero fastidio.

Chi deve provare cosa in una richiesta di risarcimento danno volo per ritardo?
Il passeggero ha l’onere di provare l’esistenza e l’entità del danno non patrimoniale subito. Solo dopo che il passeggero ha fornito tale prova, l’onere si sposta sulla compagnia aerea, la quale deve dimostrare di aver adottato tutte le misure possibili per evitare il ritardo per essere esonerata dalla propria responsabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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