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Risarcimento danni condominio: la responsabilità

Un condominio ha impugnato una sentenza che lo condannava al risarcimento danni per un allagamento da fogna in un’unità immobiliare. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso, confermando la piena responsabilità del condominio quale custode delle parti comuni. I giudici hanno rigettato le eccezioni di nullità processuale e di caso fortuito, sottolineando come il condominio fosse a conoscenza di preesistenti problemi di manutenzione che hanno causato il danno.

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Risarcimento danni condominio: quando la responsabilità è inevitabile

Il tema del risarcimento danni condominio è una questione frequente e delicata. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Bari offre spunti cruciali sulla responsabilità dell’ente condominiale in caso di danni derivanti da parti comuni, come le condotte fognarie. Il caso analizzato riguarda un allagamento da liquami fognari in un appartamento, causato dall’intasamento di una tubatura condominiale. La decisione conferma che la negligenza nella manutenzione e i tentativi di sottrarsi al processo non pagano, consolidando i principi della responsabilità del custode.

I fatti del caso: dall’allagamento alla richiesta di risarcimento

La proprietaria di un appartamento al piano terra citava in giudizio il proprio condominio chiedendo un risarcimento di oltre 25.000 euro. La causa del danno era uno sversamento di liquami fognari nel suo immobile, provocato dall’ostruzione di un tratto della condotta condominiale. A seguito di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), svolta in una fase precedente, i danni erano stati quantificati in circa 20.500 euro.

In primo grado, il Tribunale accoglieva la domanda, dichiarando il condominio contumace (cioè non costituito in giudizio) e condannandolo al pagamento della somma stabilita dal CTU, oltre agli interessi e alle spese legali. Il giudice riteneva il condominio unico responsabile in qualità di custode delle parti comuni, ai sensi dell’art. 2051 del codice civile.

L’appello e le tesi difensive sul risarcimento danni condominio

Il condominio proponeva appello, basando la sua difesa su due ordini di motivi: preliminari e di merito.

1. Motivi preliminari: Si lamentava la nullità della sentenza di primo grado per violazione del diritto di difesa. Secondo l’appellante, la notifica dell’atto introduttivo era avvenuta a un nuovo amministratore, da poco nominato, il quale non era riuscito ad aprire i file allegati alla PEC e aveva chiesto invano un nuovo invio. Di conseguenza, il condominio sosteneva di aver appreso dell’esistenza del giudizio solo a ridosso della decisione finale.
2. Motivi di merito: Nel merito, il condominio contestava la sua responsabilità esclusiva, sostenendo che l’intasamento fosse un ‘caso fortuito’ e che la colpa fosse, almeno in parte, della proprietaria dell’appartamento, la quale aveva trascurato il proprio giardino, le cui radici avrebbero potuto ostruire la tubatura. Inoltre, si affermava che la condotta servisse solo una parte degli appartamenti, e che quindi le spese e le responsabilità andassero ripartite solo tra alcuni condomini.

Le motivazioni della Corte d’Appello

La Corte d’Appello ha rigettato integralmente l’appello, confermando la sentenza di primo grado. Le motivazioni sono un chiaro esempio di applicazione rigorosa dei principi in materia di responsabilità condominiale.

La validità della notifica e il diritto di difesa

La Corte ha smontato l’argomentazione sulla nullità della notifica. Ha chiarito che la nomina del nuovo amministratore è efficace verso i terzi dal momento della delibera assembleare. L’amministratore, ricevendo la PEC, era stato compiutamente informato dell’esistenza di un procedimento civile, con indicazione del tribunale, del giudice e della data di udienza. Anche se un allegato fosse stato illeggibile, egli aveva tutti gli elementi e il tempo (due mesi prima dell’udienza) per attivarsi, convocare un’assemblea e decidere come difendersi. La sua inerzia non può tradursi in una violazione del diritto di difesa imputabile alla controparte.

La responsabilità oggettiva del condominio come custode

Sul merito, la Corte ha ribadito la natura di parte comune della rete fognaria, ai sensi dell’art. 1117 c.c., in quanto svolge una funzione essenziale per l’intero edificio. A smentire la tesi del condominio, vi erano le stesse delibere assembleari prodotte in giudizio. Pochi giorni dopo l’evento dannoso, l’assemblea aveva deliberato all’unanimità lavori di rifacimento della fogna a causa di ‘frequenti intasamenti’. Questo fatto dimostrava due cose:

* Il condominio considerava la condotta un bene comune.
* Il problema degli intasamenti non era un evento imprevedibile (‘caso fortuito’), ma una criticità nota e ricorrente, che il condominio aveva il dovere di risolvere con una manutenzione adeguata.

La Corte ha inoltre ritenuto infondata l’ipotesi che le radici degli alberi della proprietaria avessero causato il danno, poiché la CTU aveva escluso tale circostanza dopo opportune verifiche.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il condominio, in qualità di custode delle parti comuni, ha l’obbligo di mantenerle in uno stato tale da non arrecare danno a terzi o ai singoli condomini. La responsabilità che ne deriva, basata sull’art. 2051 c.c., è di natura oggettiva e può essere esclusa solo dalla prova del caso fortuito, ovvero un evento eccezionale, imprevedibile e inevitabile. Un problema di manutenzione noto e trascurato, come i ‘frequenti intasamenti’, non può mai essere considerato caso fortuito. La decisione sottolinea inoltre che le eccezioni procedurali, come la mancata costituzione, vengono valutate con rigore: se l’ente è stato messo nelle condizioni di conoscere il giudizio, la sua successiva inerzia non può essere usata come scudo per invalidare una sentenza di condanna al risarcimento danni.

La nomina di un nuovo amministratore condominiale subito prima di una notifica legale può invalidare il procedimento se il condominio non si costituisce in giudizio?
No. Secondo la sentenza, la nomina di un nuovo amministratore è efficace verso terzi dal momento della delibera. Se l’amministratore riceve la notifica con gli elementi essenziali per identificare il giudizio (tribunale, data udienza), ha il dovere di attivarsi. La sua eventuale inerzia o difficoltà tecnica (es. file illeggibile) non costituisce motivo di nullità del procedimento se aveva tempo e informazioni sufficienti per difendersi.

Il condominio è sempre responsabile per i danni causati da una condotta fognaria intasata?
Sì, di regola il condominio è responsabile quale custode delle parti comuni, ai sensi dell’art. 2051 c.c. La rete fognaria è considerata una parte comune. Per liberarsi da tale responsabilità, il condominio deve provare il ‘caso fortuito’, cioè un evento esterno, imprevedibile e inevitabile che ha causato il danno.

Un problema di ‘frequenti intasamenti’ può essere considerato un caso fortuito per escludere il risarcimento danni a carico del condominio?
No, al contrario. La sentenza chiarisce che la consapevolezza di ‘frequenti intasamenti’, attestata anche da una delibera assembleare, esclude categoricamente la possibilità di invocare il caso fortuito. Tale circostanza dimostra una preesistente criticità manutentiva di cui il condominio doveva occuparsi, e la sua omissione ne aggrava la responsabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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