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Risarcimento danni antitrust: la Cassazione decide

Una società acquirente di un autocarro ha citato in giudizio il produttore per ottenere il risarcimento danni antitrust derivante da un cartello sui prezzi. La società produttrice ha eccepito la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha stabilito che il termine di prescrizione per i danni da illecito concorrenziale segreto (c.d. danno lungolatente) decorre non dal momento della cessazione della condotta illecita, ma da quando il danneggiato ha avuto, o avrebbe potuto avere con l’ordinaria diligenza, conoscenza dell’illecito, del danno e dell’identità del responsabile. Tale momento è stato individuato nella data della decisione della Commissione Europea che ha accertato il cartello. La Corte ha inoltre chiarito il valore probatorio degli atti del procedimento europeo nel giudizio civile.

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Risarcimento Danni Antitrust: Quando Inizia a Correre la Prescrizione?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5232/2024) ha fornito chiarimenti cruciali in materia di risarcimento danni antitrust, con particolare riferimento a due aspetti fondamentali: la decorrenza della prescrizione per i danni causati da cartelli segreti e il valore probatorio delle decisioni della Commissione Europea nel giudizio civile. Questa pronuncia è di estremo interesse per tutte le imprese che si ritengono danneggiate da pratiche anticoncorrenziali, offrendo una guida chiara su come e quando agire per tutelare i propri diritti.

I Fatti del Caso: L’acquisto a Prezzo “gonfiato”

Una società operante nel settore estrattivo acquistava un autocarro da un noto produttore, pagando un prezzo che, a sua insaputa, era il risultato di un accordo illecito sui prezzi (un cartello) tra i principali costruttori europei. Anni dopo, la Commissione Europea, al termine di una complessa istruttoria, accertava l’esistenza di questo cartello e sanzionava le imprese coinvolte, tra cui il produttore dell’autocarro. Forte di questa decisione, la società acquirente avviava una causa civile per ottenere il risarcimento del danno subito, corrispondente al sovrapprezzo pagato a causa dell’intesa illecita.

La Questione Giuridica: Il Decorso della Prescrizione nell’Illecito Antitrust

Il produttore di autocarri si è difeso sostenendo che il diritto al risarcimento fosse ormai prescritto, essendo trascorsi più di cinque anni dall’acquisto del veicolo. La questione centrale, quindi, era stabilire il dies a quo, ovvero il momento esatto da cui far decorrere il termine di prescrizione di cinque anni.

Secondo il produttore, il termine doveva decorrere dalla data dell’acquisto o, al più, dalla cessazione della condotta illecita. Secondo l’acquirente, invece, il termine poteva iniziare a decorrere solo dal momento in cui l’esistenza del cartello segreto era stata resa pubblica dalla decisione della Commissione Europea. Solo in quel momento, infatti, l’acquirente aveva potuto avere conoscenza del proprio diritto.

La Disciplina della Prescrizione per Danni “Lungolatenti”

La Corte di Cassazione ha confermato l’orientamento già espresso dai giudici di merito, rigettando la tesi del produttore. I giudici hanno qualificato il danno da cartello segreto come “danno lungolatente”, ovvero un danno la cui percezione è differita nel tempo rispetto al momento in cui si verifica. Per tali fattispecie, l’articolo 2935 del codice civile (“La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”) deve essere interpretato nel senso che il termine decorre da quando il danneggiato ha, o avrebbe potuto avere usando l’ordinaria diligenza, una ragionevole ed adeguata conoscenza di tre elementi:
1. L’esistenza del danno.
2. La sua natura ingiusta (cioè la sua derivazione da un fatto illecito).
3. L’identità del soggetto responsabile.

Nel caso di un cartello segreto, è evidente che un normale acquirente non ha la possibilità di conoscere l’esistenza dell’accordo illecito fino a quando l’autorità garante della concorrenza non lo accerta e lo rende pubblico.

Risarcimento Danni Antitrust e Decisioni della Commissione Europea

La Corte ha quindi stabilito che, di regola, il dies a quo della prescrizione per il risarcimento danni antitrust coincide con la data di pubblicazione della decisione dell’autorità garante che accerta l’infrazione. Grava sulla parte che eccepisce la prescrizione (in questo caso, il produttore) l’onere di provare che il danneggiato avesse acquisito tale conoscenza in un momento antecedente.

Il Valore Probatorio della Procedura di Settlement

Un altro punto cruciale affrontato dalla sentenza riguarda il valore, nel processo civile, di una decisione della Commissione Europea adottata a seguito di una procedura di settlement. Con questo procedimento, l’impresa ammette la propria partecipazione all’illecito in cambio di uno “sconto” sulla sanzione. Il produttore sosteneva che tale decisione non potesse essere considerata vincolante, in quanto i suoi diritti di difesa in quella sede erano stati compressi.

La Cassazione ha giudicato questo motivo inammissibile, chiarendo però un principio fondamentale. La decisione della Corte d’Appello non si era basata sulla vincolatività formale della decisione della Commissione, ma su un complesso di elementi probatori che il giudice di merito ha liberamente apprezzato. Questi includevano:
* La mancata contestazione dei fatti da parte del produttore, sia nel procedimento europeo sia nel giudizio civile.
* Le risultanze istruttorie emerse durante l’indagine della Commissione.
* L’assenza di qualsiasi prova contraria offerta dal produttore.

In sostanza, la decisione della Commissione e gli atti del relativo procedimento, pur non essendo formalmente vincolanti come una sentenza, costituiscono elementi di prova di grandissimo peso che, se non contrastati da prove di segno opposto, possono essere posti a fondamento della decisione del giudice civile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base del principio di effettività della tutela giurisdizionale. Far decorrere la prescrizione da un momento in cui il danneggiato ignora incolpevolmente l’esistenza del proprio diritto significherebbe, di fatto, negargli la possibilità di agire in giudizio. La natura segreta e occulta dei cartelli anticoncorrenziali impone un’interpretazione delle norme sulla prescrizione che tenga conto della concreta possibilità per la vittima di venire a conoscenza dell’illecito. Per quanto riguarda il valore probatorio della decisione della Commissione, la Corte ha sottolineato che il processo civile è governato dal principio del libero convincimento del giudice e della libera valutazione delle prove. Pertanto, gli elementi raccolti in sede amministrativa (europea) possono legittimamente confluire nel giudizio civile ed essere valutati dal giudice, garantendo il contraddittorio tra le parti su tali elementi.

Le Conclusioni

La sentenza n. 5232/2024 della Corte di Cassazione rafforza la tutela delle imprese vittime di pratiche anticoncorrenziali. Stabilendo che la prescrizione per il risarcimento danni antitrust decorre, di regola, dalla decisione dell’autorità garante, si assicura che il diritto al risarcimento non venga vanificato dalla natura occulta dell’illecito. Inoltre, si chiarisce che le decisioni della Commissione Europea, anche quelle derivanti da procedure di settlement, rappresentano uno strumento probatorio potentissimo per i danneggiati che intendono agire in giudizio per ottenere il giusto ristoro dei danni subiti.

Da quando decorre la prescrizione per chiedere il risarcimento danni da cartello segreto?
Di regola, il termine di prescrizione di cinque anni inizia a decorrere non dal momento dell’acquisto del bene o della cessazione della condotta illecita, ma dalla data in cui l’autorità garante della concorrenza (come la Commissione Europea) accerta e rende pubblica l’esistenza del cartello. Questo perché solo da quel momento il danneggiato può avere una conoscenza adeguata dell’illecito.

Chi deve provare il momento in cui il danneggiato ha conosciuto l’illecito antitrust?
L’onere della prova grava su chi eccepisce la prescrizione, ovvero sulla parte convenuta per il risarcimento (in questo caso, il produttore). Sarà quest’ultimo a dover dimostrare che il danneggiato era a conoscenza, o avrebbe potuto conoscere con l’ordinaria diligenza, l’esistenza del cartello in una data anteriore a quella della decisione dell’autorità garante.

La decisione della Commissione Europea, emessa a seguito di una procedura di settlement, è vincolante per il giudice civile italiano?
La sentenza chiarisce che il giudice civile non si è basato sulla formale vincolatività della decisione, ma l’ha utilizzata come un elemento probatorio di eccezionale rilevanza. La condotta dell’impresa (che ha ammesso i fatti davanti alla Commissione e non li ha contestati in giudizio), unita alle risultanze dell’istruttoria europea e all’assenza di prove contrarie, ha fondato il convincimento del giudice sull’esistenza dell’illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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