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Rinuncia al ricorso in Cassazione: le conseguenze

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze della rinuncia al ricorso. A seguito della rinuncia delle parti appellanti, accettata dai creditori, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio sorto per l’inefficacia di un fondo patrimoniale. È stato inoltre stabilito che in caso di rinuncia al ricorso, non si applica il raddoppio del contributo unificato.

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Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando il Processo si Estingue

La rinuncia al ricorso è un atto processuale che può chiudere definitivamente una controversia legale prima che si arrivi a una sentenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illumina le importanti conseguenze di questa scelta, in particolare riguardo alle spese legali e al raddoppio del contributo unificato. Analizziamo la decisione per comprendere meglio questo strumento a disposizione delle parti.

I fatti del caso: dal fondo patrimoniale alla Cassazione

La vicenda trae origine da un’azione legale intentata da due creditori nei confronti di una coppia di coniugi. I creditori chiedevano che fosse dichiarato inefficace l’atto con cui i coniugi avevano costituito un fondo patrimoniale per proteggere i loro beni. Il debito era sorto a seguito di una compravendita immobiliare: una società di costruzioni, amministrata dal marito, non aveva saldato il prezzo pattuito di un milione di euro, lasciando un residuo di 800.000 euro. Il marito aveva inoltre prestato una fideiussione personale a garanzia del debito della sua società.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione ai creditori, confermando l’inefficacia del fondo patrimoniale. La coppia, soccombente, decideva quindi di presentare ricorso in Cassazione: il marito con un ricorso principale e la moglie con un ricorso incidentale.

La svolta: la rinuncia al ricorso in Cassazione

Il colpo di scena è avvenuto durante il giudizio di legittimità. Prima della trattazione della causa, sia il ricorrente principale che la ricorrente incidentale hanno depositato un atto di rinuncia al ricorso. I creditori, a loro volta, hanno formalmente accettato tale rinuncia. Di fronte a questa concorde volontà delle parti di porre fine al contenzioso, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione e dichiarare l’estinzione del giudizio.

Le motivazioni della Corte

Le motivazioni dell’ordinanza sono concise ma estremamente chiare e si concentrano su tre punti fondamentali di diritto processuale.

1. Estinzione del Giudizio: La Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione. Questa è la conseguenza diretta e inevitabile della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti, formalmente accettata dalle controparti. Il processo si chiude qui, senza che la Corte entri nel merito dei motivi di appello.

2. Spese Legali: In conformità con l’art. 391, quarto comma, del codice di procedura civile, la Corte ha stabilito che nulla dovesse essere disposto in merito alle spese del giudizio di legittimità. Questa norma prevede specificamente che in caso di estinzione per rinuncia, le parti non subiscano condanne alle spese per la fase di Cassazione.

3. Niente Raddoppio del Contributo Unificato: Questo è il punto più interessante della decisione. La Corte ha escluso il raddoppio del contributo unificato. Ha spiegato che tale misura ha una natura eccezionale e sanzionatoria. Si applica solo nei casi tipici di rigetto dell’impugnazione, o di sua declaratoria di inammissibilità o improcedibilità. Trattandosi di una norma di stretta interpretazione, non può essere estesa per analogia a ipotesi diverse, come quella della rinuncia al ricorso. La rinuncia è una scelta processuale legittima, non un esito negativo che denota un’impugnazione infondata.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento pratico: la rinuncia al ricorso in Cassazione è uno strumento che non solo pone fine alla lite, ma evita anche conseguenze economiche negative per il rinunciante. In particolare, esclude l’applicazione del raddoppio del contributo unificato, una sanzione pecuniaria che può essere molto onerosa. Questa decisione conferma che la rinuncia non è vista come un’ammissione di colpa, ma come un legittimo atto dispositivo del processo, con conseguenze procedurali e fiscali ben definite e più favorevoli rispetto a un rigetto nel merito.

Cosa succede quando una parte effettua una rinuncia al ricorso in Cassazione e la controparte accetta?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio. Ciò significa che il processo si conclude definitivamente senza che venga emessa una decisione sul merito delle questioni sollevate nel ricorso.

In caso di rinuncia al ricorso, il ricorrente deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. L’ordinanza chiarisce che il raddoppio del contributo unificato è una misura sanzionatoria applicabile solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, e non può essere estesa al caso di estinzione del giudizio per rinuncia.

Come vengono regolate le spese legali del giudizio di Cassazione in caso di estinzione per rinuncia?
In base all’art. 391, quarto comma, del codice di procedura civile, la Corte non prende alcuna decisione sulle spese legali del giudizio di legittimità quando questo si estingue per rinuncia accettata dalla controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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