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Rinuncia al ricorso: come si estingue il giudizio

Un’Azienda Sanitaria presenta ricorso in Cassazione in una causa di responsabilità medica. Successivamente, deposita un atto di rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, preso atto della rinuncia e della mancata costituzione delle controparti, dichiara l’estinzione del giudizio, senza disporre nulla in merito alle spese processuali. La decisione chiarisce le conseguenze procedurali di tale atto.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Quando un Processo si Estingue Prima della Sentenza

La rinuncia al ricorso è un atto processuale che può cambiare radicalmente le sorti di un giudizio, portando alla sua conclusione anticipata. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra perfettamente questo meccanismo e le sue conseguenze, in particolare per quanto riguarda le spese legali. Il caso in esame, originato da una controversia in materia di responsabilità sanitaria, si è concluso non con una decisione nel merito, ma con una dichiarazione di estinzione del giudizio a seguito della rinuncia presentata dalla parte ricorrente.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da una causa per responsabilità sanitaria. Un’Azienda Sanitaria Locale, dopo essere risultata soccombente in secondo grado, aveva deciso di impugnare la sentenza della Corte d’Appello presentando un ricorso per cassazione. Le controparti, una paziente e la sua compagnia di assicurazioni, avevano scelto di non costituirsi nel giudizio di legittimità, rimanendo quindi “intimate”.

Tuttavia, prima che la Corte Suprema potesse esaminare i motivi del ricorso, l’Azienda Sanitaria ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. Questo atto ha di fatto interrotto l’iter processuale, spostando l’attenzione della Corte dalla questione di merito alla presa d’atto di questa nuova volontà della parte ricorrente.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Rinuncia al Ricorso

Di fronte alla rinuncia, la Corte di Cassazione ha agito in modo conseguenziale. Ha dichiarato superfluo l’esame dei motivi di impugnazione, in quanto l’atto di rinuncia ha privato il ricorso stesso del suo oggetto. La decisione della Corte, quindi, non è entrata nel vivo della questione sulla responsabilità sanitaria, ma si è limitata a prendere atto della volontà della ricorrente di non proseguire il giudizio.

L’effetto principale di questa scelta è stato, come previsto dalla legge, l’estinzione del giudizio. Il processo si è concluso senza una sentenza che stabilisse chi avesse ragione o torto nel merito della controversia.

La Questione delle Spese Legali

Un aspetto fondamentale dell’ordinanza riguarda la gestione delle spese legali. La Corte ha stabilito che nulla dovesse essere disposto per le spese. Questa decisione è una diretta conseguenza della cosiddetta indefensio delle parti intimate. Poiché la paziente e la compagnia assicurativa non si erano costituite in giudizio e non avevano svolto alcuna attività difensiva, non avevano sostenuto costi che potessero essere rimborsati.

Nessun Raddoppio del Contributo Unificato

Infine, la Corte ha chiarito che non ricorrevano le condizioni per applicare l’articolo 13, comma 1-quater, del d.P.R. 115/2002. Questa norma prevede il pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato a carico della parte il cui ricorso è integralmente respinto, inammissibile o improcedibile. Poiché il giudizio si è estinto per rinuncia, non si è verificata nessuna di queste ipotesi, escludendo così l’obbligo di versare il doppio contributo.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte sono strettamente procedurali e si fondano su principi consolidati.
1. Centralità della Rinuncia: La rinuncia è un atto dispositivo della parte che preclude al giudice qualsiasi valutazione sul merito della controversia. Una volta depositata, l’unica conseguenza possibile è la dichiarazione di estinzione del giudizio.
2. Effetti dell’Indefensio sulle Spese: Il principio generale della soccombenza, secondo cui chi perde paga le spese, non si applica se la controparte non ha partecipato al giudizio. Non essendoci stata attività difensiva da parte delle intimate, non vi sono spese da liquidare a loro favore.
3. Interpretazione Restrittiva delle Sanzioni Processuali: La norma sul raddoppio del contributo unificato ha carattere sanzionatorio e si applica solo nei casi tassativamente previsti dalla legge (rigetto, inammissibilità, improcedibilità). L’estinzione per rinuncia è un esito diverso e, come confermato da precedenti giurisprudenziali citati nell’ordinanza, non rientra in tale perimetro applicativo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la rinuncia al ricorso è uno strumento efficace per porre fine a una controversia, magari a seguito di un accordo transattivo o di una rivalutazione delle probabilità di successo. In secondo luogo, chiarisce che la gestione delle spese processuali in caso di rinuncia è strettamente legata al comportamento della controparte: se questa non si difende, non avrà diritto ad alcun rimborso. Infine, ribadisce che l’estinzione del giudizio per rinuncia non comporta l’applicazione di sanzioni come il raddoppio del contributo unificato, rendendo questa opzione processualmente meno onerosa rispetto a una sconfitta nel merito.

Cosa succede se la parte che ha presentato un ricorso in Cassazione decide di rinunciarvi?
Il giudizio viene dichiarato estinto. La Corte non esamina i motivi del ricorso, ma si limita a prendere atto della volontà della parte di porre fine al processo.

In caso di rinuncia al ricorso, chi paga le spese legali?
Se le altre parti (intimate) non si sono costituite in giudizio e non hanno svolto attività difensiva, la Corte non emette alcuna statuizione sulle spese. In sostanza, nessuna parte viene condannata a pagare le spese legali dell’altra.

Perché la Corte non ha applicato il raddoppio del contributo unificato in questo caso?
La Corte non ha applicato il raddoppio del contributo unificato perché tale sanzione è prevista solo in caso di rigetto integrale, inammissibilità o improcedibilità del ricorso. L’estinzione del giudizio per rinuncia è un esito diverso e non rientra tra le ipotesi che fanno scattare tale obbligo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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