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Ricognizione di debito e revocatoria: la data certa

In una causa di separazione, una moglie intenta un’azione revocatoria per un pagamento fatto dal marito al fratello, sostenendo che fosse fittizio. La Cassazione ha respinto il ricorso, validando il pagamento sulla base di una ricognizione di debito. La Corte ha stabilito che la copia conforme autenticata da un notaio è sufficiente a provare la data certa dell’atto, anche senza l’iscrizione a repertorio, e che un debito pecuniario senza scadenza è immediatamente esigibile.

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Ricognizione di Debito e Azione Revocatoria: La Prova della Data Certa

Nell’ambito delle controversie familiari, specialmente in sede di separazione, gli aspetti patrimoniali assumono un’importanza cruciale. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico, chiarendo i requisiti di prova di un debito pregresso, basato su una ricognizione di debito, per resistere a un’azione revocatoria. La decisione si concentra sulla validità della data certa di una scrittura privata e sull’immediata esigibilità di un’obbligazione pecuniaria.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce dall’azione legale intrapresa da una donna nei confronti del marito, da cui si stava separando, e di alcuni familiari di quest’ultimo. La moglie chiedeva di dichiarare simulati o di revocare alcuni atti con cui il coniuge aveva disposto del proprio patrimonio, ritenendoli lesivi del suo diritto al mantenimento.

Il Tribunale accoglieva solo parzialmente la domanda, mentre rigettava la richiesta di revoca di un trasferimento di denaro effettuato dal marito in favore del proprio fratello. La Corte d’Appello confermava tale decisione, basandosi sull’esistenza di un atto di ricognizione di debito tra i due fratelli, ritenuto prova sufficiente del credito preesistente. La moglie, insoddisfatta, proponeva quindi ricorso per Cassazione, articolando quattro motivi di doglianza.

La Decisione della Cassazione e la validità della ricognizione di debito

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, esaminando e respingendo ciascuno dei motivi proposti. L’analisi dei giudici offre importanti chiarimenti su questioni sia sostanziali che processuali.

Primo Motivo: La Data Certa della Scrittura Privata

La ricorrente sosteneva che la ricognizione di debito non avesse data certa, poiché la copia conforme prodotta in giudizio non risultava annotata nel repertorio del notaio. La Cassazione ha ritenuto infondata la censura, affermando che la corte di merito non aveva attribuito alla copia un valore probatorio che non le competeva. Al contrario, si era basata sul principio consolidato secondo cui l’attestazione di conformità all’originale da parte di un notaio, in presenza degli altri requisiti di forma, fa presumere che l’originale sia stato effettivamente esibito al pubblico ufficiale. Pertanto, la data certa era sufficientemente provata ai fini della decisione, indipendentemente dalla repertoriazione.

Secondo Motivo: L’Esigibilità del Credito

La moglie contestava che il credito fosse immediatamente esigibile, invocando l’applicazione di norme specifiche che avrebbero richiesto la fissazione di un termine da parte del giudice. Anche questo motivo è stato respinto. La Corte ha richiamato l’art. 1183 c.c., secondo cui, se non è determinato il tempo dell’adempimento, il creditore può esigerla immediatamente. Questo principio, hanno sottolineato i giudici, vale a maggior ragione per le obbligazioni pecuniarie, la cui immediata esigibilità è confermata dal fatto che il decorso del tempo produce l’obbligazione accessoria degli interessi.

Terzo e Quarto Motivo: Inammissibilità delle Censure sul Merito e sulla Prova

Gli ultimi due motivi sono stati dichiarati inammissibili. Con il terzo, la ricorrente chiedeva una nuova valutazione dei fatti per fondare presunzioni non considerate dal giudice d’appello, un’operazione preclusa in sede di legittimità. Con il quarto, lamentava la mancata ammissione di prove (interrogatorio formale ed esibizione di documenti). La Corte ha ribadito che, per contestare la mancata ammissione di un mezzo istruttorio, il ricorrente deve non solo indicare specificamente le prove richieste, ma anche dimostrare la loro decisività, cioè provare che, se ammesse, avrebbero portato a una decisione diversa. Tale onere non era stato assolto nel caso di specie.

Le Motivazioni

La ratio decidendi della sentenza si articola su due pilastri fondamentali. Il primo riguarda il valore probatorio della copia conforme: l’attestazione del notaio è sufficiente a fondare una presunzione di esibizione dell’originale e, di conseguenza, a conferire certezza alla data dell’atto nei confronti dei terzi. Questo rafforza il ruolo del notaio come garante della pubblica fede. Il secondo pilastro è la riaffermazione del principio generale dell’immediata esigibilità delle obbligazioni pecuniarie quando le parti non abbiano pattuito un termine. La Corte ha così blindato la decisione dei giudici di merito, che avevano correttamente ritenuto il pagamento del marito al fratello come adempimento di un debito valido, preesistente e scaduto, e non come un atto fraudolento.

Conclusioni

La decisione in commento offre importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che una ricognizione di debito, formalizzata in una scrittura privata e la cui copia sia autenticata da un notaio, costituisce un solido strumento di prova per dimostrare l’esistenza di un credito pregresso e resistere a un’azione revocatoria. In secondo luogo, ribadisce i rigorosi limiti del giudizio di Cassazione: non è una terza istanza di merito dove poter ridiscutere i fatti o l’opportunità delle prove, ma un giudizio di pura legittimità, dove le censure devono essere formulate nel rispetto di precisi oneri di specificità e decisività.

Una copia conforme di una ricognizione di debito ha data certa anche se non iscritta a repertorio notarile?
Sì. Secondo la Corte, l’attestazione di conformità all’originale rilasciata da un notaio è sufficiente a far presumere che l’originale gli sia stato esibito in quella data, conferendo così data certa all’atto indipendentemente dalla sua annotazione nel repertorio notarile.

Un debito senza una data di scadenza specificata può essere considerato immediatamente esigibile?
Sì. In base all’art. 1183 del codice civile, se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita, il creditore può esigerla immediatamente. Ciò vale a maggior ragione per le obbligazioni pecuniarie.

È sufficiente in Cassazione lamentare la mancata ammissione di prove per ottenere l’annullamento della sentenza?
No. Non è sufficiente. Il ricorrente ha l’onere di indicare specificamente i mezzi istruttori richiesti e non ammessi, trascrivendo le circostanze oggetto di prova e dimostrando che tali prove erano decisive, ovvero che avrebbero potuto condurre a una decisione diversa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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