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Revocatoria fondo patrimoniale: quando è inefficace?

Una società creditrice ottiene la revocatoria di un fondo patrimoniale costituito da un garante e sua moglie. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dei coniugi, confermando che per la revocatoria fondo patrimoniale è sufficiente che l’atto renda più incerta la riscossione del credito (eventus damni) e che la consapevolezza del danno (scientia damni) può essere presunta da elementi oggettivi, come la tempistica dell’atto dispositivo.

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Revocatoria fondo patrimoniale: la Cassazione conferma i limiti alla sua opponibilità

L’istituto del fondo patrimoniale, pensato per proteggere i beni destinati ai bisogni della famiglia, non è uno scudo invalicabile contro le pretese dei creditori. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i principi chiave che governano l’azione di revocatoria fondo patrimoniale, chiarendo quando questo atto di disposizione può essere dichiarato inefficace. La decisione si sofferma in particolare sui concetti di eventus damni (il pregiudizio al creditore) e scientia damni (la consapevolezza di tale pregiudizio), offrendo spunti fondamentali per debitori e creditori.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una domanda di revocatoria promossa da una società finanziaria nei confronti di un garante (fideiussore) e di sua moglie. Il garante si era impegnato a coprire i debiti di una società terza, ma successivamente, insieme alla consorte, aveva costituito un fondo patrimoniale, vincolandovi l’unico bene immobile di sua proprietà.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda della società creditrice, dichiarando inefficace la costituzione del fondo. La decisione veniva confermata anche dalla Corte d’Appello, che respingeva l’impugnazione dei coniugi. Questi ultimi, non rassegnati, decidevano di presentare ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

I ricorrenti lamentavano:
1. Violazione delle norme sulla valutazione delle prove (art. 116 c.p.c.): Sostenevano che la Corte d’Appello avesse erroneamente ignorato il loro disconoscimento delle firme apposte sui contratti di finanziamento originari.
2. Errata applicazione delle norme sull’eventus damni (artt. 2907 e 170 c.c.): Argomentavano che la Corte territoriale non avesse verificato se il debito originario fosse stato contratto per bisogni estranei alla famiglia, un presupposto, a loro dire, fondamentale.
3. Violazione delle norme sulla scientia damni (art. 2901 c.c.): Contestavano la presunzione con cui i giudici di merito avevano ritenuto che la moglie fosse a conoscenza della situazione debitoria del marito e del conseguente pregiudizio per il creditore.

La Decisione della Cassazione sulla revocatoria fondo patrimoniale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha ritenuto che i motivi di ricorso, sebbene formalmente presentati come violazioni di legge, mirassero in realtà a ottenere un riesame del merito della vicenda, attività preclusa nel giudizio di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte ha smontato punto per punto le censure dei ricorrenti, fornendo chiarimenti cruciali.

Sul primo motivo, relativo alla valutazione delle prove, la Cassazione ha ricordato un principio consolidato: la violazione dell’art. 116 c.p.c. è configurabile solo se il giudice di merito valuta una prova secondo un criterio diverso da quello imposto dalla legge (ad esempio, non riconoscendo il valore di prova legale a un atto pubblico), e non quando si limita a esercitare il suo prudente apprezzamento. Nel caso di specie, i ricorrenti si dolevano semplicemente del modo in cui il giudice aveva valutato le differenze grafiche delle firme, un’attività puramente discrezionale e non sindacabile in Cassazione.

Sui secondi e terzi motivi, esaminati congiuntamente, la Corte ha evidenziato come i ricorrenti stessero tentando di ottenere una nuova valutazione dei fatti. In particolare:

* Sull’eventus damni: La Corte d’Appello aveva correttamente applicato il principio secondo cui il pregiudizio per il creditore non consiste solo nell’impossibilità totale di soddisfare il credito, ma anche nella maggiore difficoltà o incertezza nel recuperarlo. La costituzione del fondo sull’unico immobile del fideiussore integrava pienamente questo requisito.
* Sulla scientia damni: I giudici di merito avevano legittimamente desunto la consapevolezza del danno da parte della moglie attraverso una presunzione basata su dati oggettivi. Il fondo patrimoniale era stato costituito subito dopo la notifica di un sequestro conservativo sullo stesso immobile. Questa stretta consequenzialità temporale, unita al fatto che l’atto coinvolgeva la coniuge e che l’anno successivo il marito le aveva trasferito gratuitamente la sua quota di proprietà, costituiva un quadro indiziario sufficiente a dimostrare la sua piena consapevolezza dell’intento fraudolento.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza alcuni principi cardine in materia di revocatoria fondo patrimoniale. In primo luogo, la protezione offerta dal fondo patrimoniale non opera se l’atto costitutivo pregiudica i creditori, anche solo rendendo più difficoltoso il recupero del loro credito. In secondo luogo, la prova della consapevolezza del danno (scientia damni), soprattutto in atti a titolo gratuito tra coniugi, può essere raggiunta anche tramite presunzioni gravi, precise e concordanti, come la sospetta vicinanza temporale tra la notifica di un atto esecutivo e la costituzione del vincolo di protezione patrimoniale.

Quando un atto di disposizione come un fondo patrimoniale causa un ‘eventus damni’ sufficiente per l’azione revocatoria?
L’eventus damni si verifica non solo quando l’atto del debitore rende impossibile il soddisfacimento del credito, ma anche quando causa una maggiore incertezza o difficoltà nella soddisfazione della pretesa creditoria.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione delle prove (ad esempio, l’autenticità di una firma) fatta dal giudice di merito?
No, non è possibile se la contestazione riguarda il ‘prudente apprezzamento’ del giudice. La violazione dell’art. 116 c.p.c. può essere denunciata solo se il giudice ha disatteso una norma che assegna a una prova un valore legale predeterminato o una specifica regola di valutazione, non per un presunto errore nell’interpretazione dei fatti.

Come può essere provata la ‘scientia damni’ (consapevolezza del danno) del coniuge non debitore nella costituzione di un fondo patrimoniale?
Può essere provata anche tramite presunzioni. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la consapevolezza della moglie fosse legittimamente desunta dalla stretta vicinanza temporale tra la notifica di un sequestro conservativo sull’immobile e la successiva costituzione del fondo patrimoniale su quello stesso bene.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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