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Revocatoria donazione: quando è inefficace?

La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso di due garanti che avevano donato i loro beni immobili per sottrarli ai creditori. La sentenza chiarisce la natura della donazione modale ai fini della revocatoria donazione, ribadendo che l’imposizione di un onere non la trasforma in un atto oneroso. Inoltre, la Corte distingue nettamente l’avallo cambiario dalla fideiussione, escludendo l’applicazione delle tutele previste per quest’ultima alla garanzia cartolare, data la sua autonomia e astrattezza.

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Revocatoria Donazione: la Cassazione fa il punto su donazione modale e garanzie

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sulla revocatoria donazione e sulla distinzione tra atti a titolo gratuito e oneroso, specialmente nel caso di donazione modale. La pronuncia esamina anche le differenze sostanziali tra garanzie come la fideiussione e l’avallo cambiario, delineando i limiti delle tutele per i garanti. Analizziamo insieme i punti salienti di questa decisione.

I Fatti di Causa: La Donazione Sotto la Lente dei Creditori

Due coniugi, garanti per debiti contratti da un loro parente nei confronti di un Comune e di una Banca, decidevano di donare la totalità dei loro beni immobili a una nipote. L’atto di donazione prevedeva un onere (modus) a carico della beneficiaria, consistente nel prestare assistenza morale e materiale ai donanti.

I creditori, un Comune e un istituto bancario, ritenendo che tale atto di donazione pregiudicasse le loro ragioni di credito, hanno agito in giudizio con un’azione revocatoria ai sensi dell’art. 2901 c.c. per far dichiarare l’inefficacia dell’atto nei loro confronti. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno accolto le domande dei creditori, ritenendo che la donazione, seppur modale, avesse natura gratuita e che sussistesse la consapevolezza dei donanti di arrecare un danno ai creditori (la cosiddetta scientia damni).

L’Analisi della Cassazione: I Motivi del Ricorso

I donanti hanno proposto ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali.

Primo Motivo: L’Applicabilità dell’art. 1957 c.c. alle Garanzie

I ricorrenti sostenevano che le garanzie da loro prestate (una fideiussione a favore della banca e un avallo cambiario a favore del comune) si fossero estinte per la mancata attivazione dei creditori entro i termini di legge. Inoltre, per la prima volta in Cassazione, hanno eccepito la nullità della clausola della fideiussione perché conforme a uno schema ABI dichiarato lesivo della concorrenza.

Secondo Motivo sulla revocatoria donazione: La Qualificazione della Donazione Modale

Il secondo motivo di ricorso contestava la qualificazione dell’atto come gratuito. Secondo i donanti, l’onere di assistenza imposto alla nipote avrebbe trasformato la donazione in un contratto a titolo oneroso. Questa diversa qualificazione avrebbe imposto ai creditori un onere probatorio più gravoso, dovendo dimostrare non solo la consapevolezza del danno da parte dei debitori, ma anche la partecipazione fraudolenta del terzo acquirente.

Terzo Motivo: L’Eccezione di Nullità delle Garanzie

Infine, i ricorrenti lamentavano un’omessa motivazione da parte dei giudici di merito su un’eccezione di nullità delle garanzie. A loro dire, le garanzie erano state prestate quando il debitore principale era già palesemente insolvente, rendendo l’operazione priva di causa e finalizzata unicamente a scaricare il debito su di loro.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi del ricorso, dichiarandoli in parte inammissibili e in parte infondati.

In primo luogo, ha ribadito il suo orientamento consolidato secondo cui l’art. 1957 c.c., che impone al creditore di agire contro il debitore principale entro sei mesi dalla scadenza del debito, non si applica all’avallo cambiario. L’avallo è una garanzia autonoma e astratta, che si distingue nettamente dalla fideiussione (che è accessoria al debito principale). Per quanto riguarda l’eccezione sulla nullità della fideiussione per violazione della normativa antitrust, la Corte l’ha dichiarata inammissibile perché sollevata per la prima volta in sede di legittimità e richiedente accertamenti di fatto non consentiti in tale grado di giudizio.

Sul secondo motivo, relativo alla qualificazione della revocatoria donazione, la Corte ha confermato che la presenza di un modus non snatura la causa gratuita della donazione, a meno che l’onere non assuma il carattere di un vero e proprio corrispettivo. La valutazione di tale aspetto è un’indagine di fatto riservata al giudice di merito e, nel caso di specie, i ricorrenti non avevano fornito elementi sufficienti per contestare la decisione dei giudici di appello.

Infine, anche il terzo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha osservato che i ricorrenti non avevano dimostrato di aver sollevato la specifica eccezione di nullità delle garanzie per preesistente insolvenza del debitore nei precedenti gradi di giudizio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida alcuni principi fondamentali in materia di tutela del credito. In sintesi:
1. La donazione modale resta un atto gratuito: Ai fini dell’azione revocatoria, l’imposizione di un onere al donatario non è sufficiente a trasformare la donazione in un atto oneroso, a meno che l’onere non sia così gravoso da configurarsi come una vera controprestazione. Questo facilita l’azione dei creditori, che devono solo provare la consapevolezza del debitore di arrecare loro un danno.
2. Avallo e fideiussione sono diversi: Le tutele previste per il fideiussore (come quella dell’art. 1957 c.c.) non si estendono automaticamente all’avallante, a causa della natura autonoma e astratta della garanzia cambiaria.
3. Le eccezioni vanno sollevate tempestivamente: Non è possibile introdurre per la prima volta in Cassazione questioni che richiedono nuovi accertamenti di fatto, come la nullità di clausole contrattuali per violazione di norme antitrust, se non sono state discusse nei gradi di merito.

Quando una donazione con un onere (donazione modale) è considerata un atto a titolo gratuito ai fini della revocatoria donazione?
Secondo la Corte, una donazione modale è considerata un atto a titolo gratuito quando l’onere imposto al beneficiario non assume il carattere di un corrispettivo. Lo spirito di liberalità è compatibile con l’imposizione di un peso, purché questo costituisca solo una modalità del beneficio e non ne snaturi l’essenza. La valutazione se l’onere sia un corrispettivo è un’indagine di fatto riservata al giudice di merito.

La norma che obbliga il creditore ad agire rapidamente contro il debitore (art. 1957 c.c.) si applica anche a chi garantisce una cambiale con un avallo?
No. La Corte di Cassazione ribadisce che l’art. 1957 c.c. non si applica all’avallo cambiario. Questo perché l’avallo, a differenza della fideiussione, è una garanzia caratterizzata da astrattezza e autonomia rispetto al debito principale, costituendo un vincolo esente da ogni nesso con l’obbligazione dell’avallato.

È possibile sollevare per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione un’eccezione di nullità di un contratto (ad esempio, per violazione di norme antitrust)?
No, se tale eccezione comporta accertamenti di fatto. La Corte ha dichiarato inammissibile una questione di nullità sollevata per la prima volta in sede di legittimità, poiché non era stata allegata nelle precedenti fasi di merito e richiedeva un’analisi fattuale che non può essere svolta in Cassazione. Le questioni nuove che implicano indagini di fatto non possono essere introdotte in questo grado di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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