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Revoca patrocinio a spese dello Stato: quale reddito?

Il Tribunale ha annullato la revoca del patrocinio a spese dello Stato a una cittadina, stabilendo un principio chiave: le variazioni di reddito avvenute durante un procedimento legale diventano rilevanti solo per l’anno successivo. In questo caso, un aumento di reddito nel 2022 non poteva giustificare la revoca del beneficio per un giudizio conclusosi nello stesso anno, poiché la sua rilevanza si sarebbe manifestata solo nel 2023.

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Revoca patrocinio a spese dello Stato: il reddito dell’anno in corso non conta

Il patrocinio a spese dello Stato, comunemente noto come gratuito patrocinio, è un istituto fondamentale che garantisce il diritto alla difesa a chi non dispone delle risorse economiche per sostenere i costi di un processo. Tuttavia, la sua gestione, in particolare la verifica dei requisiti reddituali, può generare complesse questioni interpretative. Una recente sentenza del Tribunale di Sondrio ha affrontato un caso di revoca patrocinio a spese dello Stato, offrendo chiarimenti cruciali su quale reddito debba essere considerato per valutare il mantenimento del beneficio. La decisione stabilisce che le variazioni di reddito assumono rilevanza solo per l’anno successivo a quello in cui si sono verificate, impedendo così revoche retroattive ingiustificate.

I fatti di causa

Una cittadina era stata ammessa provvisoriamente al patrocinio a spese dello Stato nel luglio 2020 per una causa di separazione giudiziale. Il procedimento si è concluso con una sentenza depositata nel novembre 2022. Subito dopo, il suo difensore ha presentato istanza per la liquidazione dei compensi. Successivamente, nel marzo 2024, il Tribunale ha emesso un decreto di revoca del beneficio. La ragione della revoca risiedeva in un aumento del reddito della ricorrente, verificatosi nel corso del 2022 e risultante dalla Certificazione Unica (CU) del 2023. Questo reddito superava la soglia prevista per l’ammissione al beneficio. La cittadina ha quindi proposto opposizione contro tale decreto, sostenendo che la variazione reddituale del 2022 non potesse incidere retroattivamente su un procedimento già concluso in quello stesso anno.

La decisione del Tribunale e la gestione della revoca patrocinio a spese dello Stato

Il Tribunale di Sondrio ha accolto il ricorso, annullando integralmente il decreto di revoca. La corte ha liquidato i compensi professionali in favore dell’avvocato della ricorrente, ponendoli a carico dello Stato, e ha condannato il Ministero della Giustizia a rimborsare le spese legali del giudizio di opposizione. La decisione si fonda su un’attenta interpretazione della normativa e della giurisprudenza consolidata in materia di revoca patrocinio a spese dello Stato, stabilendo un principio di irretroattività delle variazioni reddituali ai fini del mantenimento del beneficio.

Le motivazioni

Il cuore della sentenza risiede nell’analisi dell’articolo 76 del D.P.R. 115/2002 e della giurisprudenza della Corte di Cassazione. Il giudice ha chiarito che il reddito rilevante ai fini dell’ammissione al beneficio è quello risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi il cui termine di presentazione sia scaduto al momento della presentazione dell’istanza. Per quanto riguarda le variazioni di reddito che intervengono nel corso del giudizio, il Tribunale ha stabilito un punto fondamentale: esse assumono rilevanza nell’anno successivo a quello in cui si sono compiute. Il reddito di riferimento è quello relativo all’intero anno fiscale precedente a quello in cui si usufruisce del beneficio. Di conseguenza, l’incremento di reddito della ricorrente avvenuto nel 2022, e certificato nel 2023, avrebbe potuto incidere sulla sua ammissibilità al patrocinio per l’anno 2023, ma non poteva giustificare la revoca del beneficio per un giudizio che si era già concluso nel 2022. Applicare retroattivamente tale variazione sarebbe contrario alla logica della norma, che lega il beneficio alla situazione economica di un determinato periodo fiscale.

Le conclusioni

Questa pronuncia rafforza un principio di certezza giuridica a tutela dei cittadini ammessi al patrocinio a spese dello Stato. Si chiarisce che il superamento della soglia di reddito in un determinato anno non comporta la perdita automatica e retroattiva del beneficio per i procedimenti conclusi in quello stesso anno. Le variazioni reddituali hanno un’efficacia ‘pro futuro’, incidendo sull’ammissibilità per gli anni successivi. Questa interpretazione previene decisioni ingiustamente punitive e garantisce che la valutazione delle condizioni economiche sia ancorata a periodi temporali definiti e coerenti, offrendo maggiore sicurezza sia ai beneficiari sia ai loro difensori.

Quando può essere disposta la revoca del patrocinio a spese dello Stato per una variazione di reddito?
La revoca può essere disposta se la variazione di reddito fa superare la soglia di legge, ma tale variazione assume rilevanza solo per l’anno successivo a quello in cui si è verificata, non potendo incidere retroattivamente su un giudizio già concluso.

Quale dichiarazione dei redditi è rilevante per l’ammissione al beneficio?
Ai fini dell’ammissione, si considera l’ultima dichiarazione dei redditi per la quale, al momento del deposito dell’istanza, è già decorso il termine ultimo per la presentazione.

Se il mio reddito aumenta nell’anno in cui finisce una causa, perdo il gratuito patrocinio per quella causa?
No. Secondo la sentenza, un aumento di reddito avvenuto nel corso del 2022 non può causare la revoca del beneficio per un giudizio conclusosi nel 2022. Tale aumento sarebbe stato rilevante solo per l’eventuale ammissione al patrocinio nell’anno 2023.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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