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Revisione tabelle millesimali: basta la maggioranza

Un condomino impugna la delibera di approvazione delle nuove tabelle millesimali, sostenendo fosse necessaria l’unanimità. La Corte d’Appello di Roma respinge il ricorso, confermando che per la revisione tabelle millesimali, dovuta a un notevole aumento di volumetria di un’unità immobiliare (superiore a 1/5), è sufficiente il voto a maggioranza qualificata, in quanto l’atto ha natura ricognitiva e non negoziale.

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Revisione Tabelle Millesimali: La Maggioranza Può Bastare?

La gestione di un condominio è spesso fonte di complesse questioni legali, specialmente quando si toccano le tabelle millesimali, il cuore della ripartizione delle spese. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma ha affrontato un caso emblematico, chiarendo un punto fondamentale: quando è necessaria la revisione tabelle millesimali, l’unanimità non è sempre la regola. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione per amministratori e condomini, delineando i confini tra le decisioni che richiedono il consenso di tutti e quelle per cui è sufficiente una maggioranza qualificata.

I Fatti del Caso: L’Ampliamento di un Appartamento e la Delibera Contestata

Un condomino, proprietario di un’unità immobiliare, aveva effettuato lavori che ne avevano aumentato considerevolmente la volumetria. In seguito a questo cambiamento, l’assemblea condominiale deliberava, con una maggioranza di 818 millesimi, l’approvazione di nuove tabelle millesimali per adeguare i valori alla nuova situazione.

Il condomino interessato impugnava la delibera, sostenendo che fosse nulla per due motivi principali:
1. Mancanza di unanimità: A suo dire, la modifica delle tabelle millesimali richiedeva il consenso di tutti i condomini.
2. Errato calcolo: Le nuove tabelle includevano pertinenze di sua proprietà esclusiva (terrazzo e garage), che, a suo avviso, non avrebbero dovuto influire sul calcolo.
Inoltre, contestava il mancato rimborso di una somma di 310,00 euro a titolo di franchigia assicurativa.
Il Tribunale di primo grado rigettava le sue domande, portando il condomino a presentare appello.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Roma ha rigettato l’appello, confermando in toto la decisione del Tribunale. I giudici hanno stabilito che la delibera approvata a maggioranza era pienamente valida e legittima, così come il calcolo effettuato per la redazione delle nuove tabelle. Anche la richiesta di rimborso è stata nuovamente respinta per mancanza di prove certe, e il condomino è stato condannato al pagamento delle spese legali anche per il secondo grado di giudizio.

Le Motivazioni della Sentenza: un Approfondimento sulla Revisione Tabelle Millesimali

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati dalla giurisprudenza della Cassazione, anche a Sezioni Unite. Il punto focale della motivazione riguarda la natura dell’atto di approvazione e revisione delle tabelle.

I giudici hanno chiarito che l’approvazione delle tabelle millesimali non ha sempre natura negoziale (cioè contrattuale). Lo è solo quando le tabelle intendono derogare ai criteri legali di ripartizione delle spese (stabiliti dall’art. 1123 c.c.). In tutti gli altri casi, quando le tabelle si limitano ad applicare i criteri legali, l’atto ha una semplice funzione ricognitiva del valore delle singole proprietà.

Questo principio si applica anche alla revisione tabelle millesimali. L’articolo 69 delle disposizioni di attuazione del codice civile prevede specificamente che le tabelle possano essere modificate quando, per mutate condizioni di una parte dell’edificio, il valore proporzionale di un’unità immobiliare è alterato per più di un quinto. Questo era esattamente il caso in esame: l’ampliamento dell’appartamento aveva causato una notevole variazione di valore.

In queste circostanze, la delibera di revisione non modifica i diritti dei condomini, ma si limita a prendere atto di una nuova realtà fattuale, adeguando i calcoli di conseguenza. Pertanto, non è necessario il consenso unanime; è sufficiente la maggioranza qualificata prevista dall’art. 1136, comma 2, c.c. (la maggioranza degli intervenuti che rappresenti almeno la metà del valore dell’edificio).

Per quanto riguarda l’inclusione delle pertinenze, la Corte ha sottolineato che le tabelle devono riflettere il valore complessivo di ogni singola proprietà, che include naturalmente anche terrazzi e garage esclusivi, i quali contribuiscono a determinarne il valore totale.

Infine, la richiesta di rimborso della franchigia è stata respinta per carenza di prova. Il condomino non è riuscito a dimostrare con certezza il suo diritto al credito, data la genericità della documentazione e il tempo trascorso da una precedente delibera che lo menzionava in modo non specifico.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Condomini

La sentenza ribadisce un principio di grande importanza pratica: la revisione delle tabelle millesimali non è un tabù e non richiede sempre un accordo unanime che, di fatto, può essere impossibile da raggiungere. Quando un condomino altera significativamente la propria unità immobiliare (con ampliamenti, sopraelevazioni, etc.) modificandone il valore di oltre il 20%, l’assemblea può legittimamente intervenire con un voto a maggioranza per ristabilire l’equilibrio e la corretta ripartizione delle spese condominiali. Questo garantisce equità e impedisce che le modifiche apportate da un singolo possano gravare ingiustamente sugli altri proprietari.

Quando è possibile approvare la revisione delle tabelle millesimali a maggioranza anziché all’unanimità?
Secondo la sentenza, la revisione delle tabelle millesimali può essere approvata a maggioranza qualificata (e non all’unanimità) quando si verifica una notevole alterazione del valore proporzionale di un’unità immobiliare, superiore a un quinto del valore originario, a seguito di modifiche come sopraelevazioni o ampliamenti. In questo caso, la delibera ha una funzione meramente ricognitiva della nuova realtà e non negoziale.

Le pertinenze di proprietà esclusiva, come un terrazzo o un garage, devono essere considerate nel calcolo dei millesimi?
Sì. La Corte ha confermato che la revisione delle tabelle deve tenere conto del valore complessivo della proprietà individuale. Pertanto, anche le pertinenze di proprietà esclusiva devono essere incluse nel calcolo, in quanto contribuiscono a determinare il valore proporzionale dell’unità immobiliare rispetto all’intero edificio.

Come vengono ripartite le spese legali se una parte perde la causa principale ma la controparte perde su una domanda secondaria (riconvenzionale)?
Le spese legali seguono il principio della soccombenza complessiva. La parte che risulta sconfitta sulle questioni principali e di maggior peso nel giudizio è tenuta a pagare le spese, anche se la controparte ha visto respinta una sua domanda secondaria. La valutazione viene fatta in base all’esito globale della controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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