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Responsabilità tesoriere: la dichiarazione incompleta

Un ente comunale ha citato in giudizio il proprio istituto tesoriere per una dichiarazione di quantità incompleta in una procedura di pignoramento, che ha portato all’assegnazione di somme impignorabili. La Corte di Cassazione, pur riaffermando l’obbligo assoluto del tesoriere di fornire una dichiarazione completa e veritiera, ha rigettato la richiesta di risarcimento. La Corte ha stabilito che la condotta processuale negligente dell’ente locale, costituitosi in giudizio per far valere l’impignorabilità senza poi coltivare diligentemente l’opposizione, ha interrotto il nesso di causalità tra l’inadempimento del tesoriere e il danno subito. Di conseguenza, la responsabilità tesoriere è stata esclusa.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Responsabilità Tesoriere: Quando la Dichiarazione Incompleta Non Porta al Risarcimento

L’ordinanza n. 6371/2024 della Corte di Cassazione offre un’analisi cruciale sulla responsabilità tesoriere di un ente locale nel contesto delle procedure esecutive. La pronuncia chiarisce i confini degli obblighi informativi della banca e le conseguenze della condotta processuale dell’ente debitore, stabilendo un principio fondamentale: anche a fronte di un inadempimento del tesoriere, la negligenza dell’ente può interrompere il nesso causale ed escludere il diritto al risarcimento.

I Fatti: Un Contenzioso tra Ente Locale e Istituto Tesoriere

Un Comune citava in giudizio la propria banca tesoriera, chiedendo il risarcimento dei danni subiti a seguito di una procedura di pignoramento presso terzi. Secondo l’ente, la banca aveva reso una dichiarazione di quantità incompleta, non specificando l’esistenza di vincoli di impignorabilità su parte delle somme giacenti sul conto di tesoreria. Ciò aveva indotto il giudice dell’esecuzione ad assegnare tali somme a un creditore del Comune.

Il Tribunale di primo grado, pur riconoscendo la condotta illecita della banca per la dichiarazione imprecisa, respingeva la domanda per insufficienza di prova del danno. La Corte d’Appello, invece, riformava la decisione, escludendo in radice l’inadempimento della banca, sulla base del fatto che il Comune si era costituito nel processo esecutivo, assumendo su di sé l’onere di eccepire l’impignorabilità. L’ente locale proponeva quindi ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: Obbligo del Tesoriere e Colpa dell’Ente

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Comune, ma ha colto l’occasione per correggere la motivazione della Corte d’Appello, delineando con precisione gli obblighi delle parti.

L’Obbligo Incondizionato di Dichiarazione Completa: un punto fermo sulla responsabilità tesoriere

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: l’istituto tesoriere, in qualità di terzo pignorato, ha sempre e comunque l’obbligo di fornire al giudice dell’esecuzione una dichiarazione di quantità completa, precisa e veritiera. Questo dovere include la specificazione di tutte le circostanze rilevanti per valutare la pignorabilità delle somme, come l’esistenza di delibere di vincolo notificate dall’ente.

Questo obbligo non viene meno neanche se l’ente debitore si costituisce in giudizio. La condotta processuale del debitore non può modificare né attenuare gli obblighi di collaborazione che la legge impone al terzo pignorato. Pertanto, la Corte d’Appello aveva errato nel ritenere che la costituzione del Comune escludesse l’inadempimento della banca. La responsabilità tesoriere per dichiarazione omessa o imprecisa sussiste in astratto.

L’Interruzione del Nesso Causale: la condotta dell’ente che esclude il risarcimento

Nonostante l’accertato inadempimento della banca, la Cassazione ha ritenuto infondata la pretesa risarcitoria del Comune. Il punto chiave della decisione risiede nell’analisi del nesso di causalità tra la condotta della banca e il danno lamentato (l’assegnazione delle somme).

Secondo la Corte, nel momento in cui l’ente locale si costituisce nel processo esecutivo e propone opposizione per far valere l’impignorabilità dei fondi, assume su di sé l’onere di coltivare diligentemente la propria difesa. Qualsiasi negligenza in questa fase, come la mancata produzione di prove adeguate o l’abbandono dell’opposizione, diventa la causa esclusiva dell’eventuale esito negativo della procedura.

In questo caso, la condotta processuale dell’ente ha di fatto interrotto il nesso causale. L’assegnazione delle somme non è stata più una conseguenza diretta della dichiarazione incompleta della banca, ma il risultato della mancata o inefficace difesa del Comune. Quest’ultimo, agendo in giudizio, ha avuto la piena possibilità di fornire al giudice tutti gli elementi che la banca aveva omesso, neutralizzando così gli effetti della dichiarazione imprecisa.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una distinzione netta tra il piano dell’inadempimento e quello della causalità. L’obbligo del tesoriere è un dovere di cooperazione con la giustizia che esiste a prescindere. La sua violazione costituisce un illecito. Tuttavia, affinché da questo illecito scaturisca un obbligo risarcitorio, è necessario che esso sia la causa diretta ed efficiente del danno.

Se un altro soggetto, in particolare lo stesso danneggiato, interviene con una propria condotta (in questo caso, una difesa processuale inefficace), questa può assumere un’efficienza causale esclusiva, degradando la condotta originaria a mera occasione dell’evento. L’ente locale, essendo l’unico legittimato a proporre opposizione all’esecuzione per impignorabilità, diventa il dominus della tutela dei propri interessi in sede processuale. La sua inerzia o negligenza ricade, quindi, unicamente su se stesso.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce due principi di fondamentale importanza pratica:

1. Per gli istituti tesorieri: L’obbligo di rendere una dichiarazione completa e accurata è assoluto e non ammette deroghe. Omettere dettagli sui vincoli di impignorabilità costituisce un inadempimento contrattuale e legale.
2. Per gli enti locali: La tutela contro i pignoramenti su somme impignorabili è un onere che grava primariamente sull’ente stesso. Una volta intrapresa la via giudiziaria, è necessario perseguirla con la massima diligenza, fornendo tutte le prove necessarie. Non è possibile scaricare sul tesoriere le conseguenze di una propria inerzia processuale, anche se la controversia è nata da una sua dichiarazione imprecisa.

L’istituto tesoriere di un ente locale è sempre obbligato a fornire una dichiarazione completa sui fondi pignorati, anche se l’ente si costituisce in giudizio?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo del tesoriere di rendere una dichiarazione precisa, completa e veritiera è incondizionato e non viene meno né è attenuato dalla costituzione in giudizio dell’ente debitore.

Perché la Corte ha negato il risarcimento all’ente locale nonostante abbia riconosciuto l’inadempimento del tesoriere?
Perché la condotta processuale negligente dell’ente locale, che si è costituito in giudizio per far valere l’impignorabilità ma non ha coltivato diligentemente la propria opposizione, ha interrotto il nesso di causalità tra la dichiarazione incompleta della banca e il danno finale (l’assegnazione delle somme). La causa del danno è stata individuata esclusivamente nella condotta dell’ente stesso.

A chi spetta l’onere di provare l’impignorabilità delle somme in un processo esecutivo contro un ente locale?
L’onere di allegare e provare i fatti costitutivi dell’impignorabilità delle somme spetta all’ente locale debitore. Se decide di opporsi all’esecuzione, deve fornire al giudice tutti gli elementi e i documenti necessari a sostegno della sua tesi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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