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Responsabilità solidale soci: quando non si applica

Un consorzio locatore ha citato in giudizio i soci di una società consortile conduttrice per il mancato pagamento dei canoni di locazione, invocando la loro responsabilità solidale sulla base di un richiamo contrattuale a una norma sui contratti pubblici. I giudici di merito hanno respinto la domanda, affermando il principio di autonomia patrimoniale delle società di capitali. Il procedimento in Cassazione si è concluso con una declaratoria di estinzione per rinuncia al ricorso, consolidando la decisione di appello.

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Responsabilità Solidale Soci: Un Contratto Non Basta a Creare Obblighi

La questione della responsabilità solidale dei soci per i debiti di una società consortile è un tema cruciale nel diritto commerciale. Un’ordinanza della Corte di Cassazione, sebbene conclusasi con una declaratoria di estinzione, offre spunti fondamentali su come l’autonomia patrimoniale delle società di capitali prevalga su richiami contrattuali generici a normative di settore. Il caso analizzato riguarda un contratto di locazione e il tentativo del creditore di estendere gli obblighi di pagamento dalla società conduttrice ai suoi singoli soci.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un contratto di locazione con patto di futura vendita di un grande complesso immobiliare. Il proprietario, un Consorzio per lo sviluppo industriale, aveva concesso in locazione l’immobile a una società consortile a responsabilità limitata (s.c.a.r.l.), creata appositamente per portare avanti un programma industriale. Tale società era partecipata da altre due società di capitali.

A seguito di un grave inadempimento nel pagamento dei canoni, per una somma di quasi tre milioni di euro, il Consorzio locatore ha agito in giudizio non solo contro la società conduttrice, ma anche contro le due società socie, sostenendo che queste fossero solidalmente responsabili per il debito.

La Questione Giuridica e la Responsabilità Solidale dei Soci

Il punto centrale della controversia era l’interpretazione di una clausola del contratto di locazione. Questa clausola conteneva un rinvio analogico all’art. 156 del D.Lgs. 163/2006 (all’epoca Codice dei Contratti Pubblici), che disciplina le cosiddette “società di progetto”. Tale norma prevede, a determinate condizioni, una responsabilità solidale tra la società concessionaria e i suoi soci per le obbligazioni assunte.

Il Consorzio locatore sosteneva che questo richiamo contrattuale fosse sufficiente a importare nel rapporto privatistico la regola della responsabilità solidale, superando così lo schermo societario della s.c.a.r.l. e raggiungendo il patrimonio delle società socie. Al contrario, queste ultime rivendicavano la loro totale estraneità al debito, in virtù del principio fondamentale della separazione patrimoniale che caratterizza le società di capitali.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello hanno respinto la tesi del Consorzio locatore. I giudici hanno stabilito che il richiamo all’art. 156 del Codice dei Contratti Pubblici dovesse essere interpretato in modo restrittivo. La norma sulla responsabilità solidale dei soci è una disposizione eccezionale, applicabile solo nel contesto specifico per cui è stata creata: le concessioni per la realizzazione e/o gestione di infrastrutture o servizi di pubblica utilità.

Nel caso di specie, il contratto era una semplice locazione commerciale, seppur finalizzata a un piano industriale. Non si trattava di una concessione pubblica, né erano stati erogati finanziamenti pubblici per l’opera che potessero giustificare una deroga al principio generale della responsabilità limitata.

Le Motivazioni

La decisione dei giudici si fonda su pilastri consolidati del diritto societario. In primo luogo, il principio della separazione del patrimonio sociale da quello dei soci è una regola cardine delle società di capitali, che consente la limitazione del rischio d’impresa. Una deroga a tale principio non può derivare da un rinvio contrattuale vago e “analogico”, ma deve essere prevista espressamente dalla legge o da un patto chiaro e inequivocabile tra le parti. La clausola contrattuale è stata ritenuta avere una funzione meramente esplicativa, finalizzata a definire la nozione di “società di progetto”, senza estenderne l’intero regime giuridico, inclusa la responsabilità solidale. L’autonomia patrimoniale delle singole società aderenti al consorzio può essere derogata solo in contesti di evidenza pubblica e in presenza di specifici presupposti, come l’erogazione di un finanziamento pubblico, qui assenti.

Le Conclusioni

Il giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione è stato dichiarato estinto a seguito della rinuncia al ricorso da parte del Consorzio ricorrente. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è divenuta definitiva. La vicenda, pur non concludendosi con una pronuncia di merito della Suprema Corte, cristallizza un principio di notevole importanza pratica: non si può presumere una responsabilità solidale dei soci. Per superare lo schermo della personalità giuridica e chiamare i soci a rispondere dei debiti della società, è necessaria una base giuridica solida ed esplicita, che non può essere costruita su interpretazioni analogiche di norme nate per contesti differenti, come quello dei contratti pubblici. Per gli operatori economici, la lezione è chiara: patti che estendono la responsabilità devono essere formulati con estrema chiarezza e non possono fare affidamento su rinvii impliciti.

Un riferimento in un contratto privato a una norma del Codice dei Contratti Pubblici può creare una responsabilità solidale per i soci di una società consortile?
No. Secondo le decisioni dei giudici di merito, un semplice rinvio contrattuale, qualificato come ‘analogico’ o ‘esplicativo’, a una norma eccezionale come quella sulla responsabilità solidale nelle società di progetto, non è sufficiente a superare il principio generale della separazione patrimoniale e a creare obblighi a carico dei soci.

Qual è il principio generale che regola i debiti di una società di capitali?
Il principio generale è quello della separazione patrimoniale (o autonomia patrimoniale perfetta), secondo cui la società risponde delle proprie obbligazioni esclusivamente con il proprio patrimonio. I soci, di norma, non sono personalmente responsabili per i debiti sociali.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato estinto?
Il ricorso è stato dichiarato estinto perché la parte ricorrente (il Consorzio locatore) ha presentato una formale rinuncia al ricorso prima della decisione, e le controparti hanno accettato tale rinuncia. Questo ha comportato la chiusura del procedimento senza una pronuncia della Corte sul merito della questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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