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Responsabilità solidale: prescrizione e titoli diversi

In un caso di responsabilità solidale per la sottrazione di beni in deposito, la Corte di Cassazione ha stabilito che a ciascun coobbligato si applica il proprio termine di prescrizione, a seconda che la sua responsabilità sia di natura contrattuale (decennale) o extracontrattuale (quinquennale). La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva erroneamente applicato a entrambi i responsabili l’unico termine previsto per l’illecito penale. Resta fermo che gli atti interruttivi della prescrizione verso uno dei debitori hanno effetto su tutti.

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Responsabilità solidale e prescrizione: la Cassazione fa chiarezza

Quando più soggetti causano un danno, si parla di responsabilità solidale, un principio che consente al danneggiato di richiedere l’intero risarcimento a uno qualsiasi dei responsabili. Ma cosa accade se la responsabilità di ciascuno deriva da fonti diverse, come un contratto e un illecito? Con l’ordinanza n. 22718/2025, la Corte di Cassazione interviene su un punto cruciale: la differente decorrenza dei termini di prescrizione per i coobbligati in solido. La sentenza chiarisce che ogni titolo di responsabilità mantiene la propria disciplina, anche all’interno del vincolo solidale.

Il Caso: Deposito di Olio e Danni da Amministrazione Infedele

La vicenda giudiziaria trae origine da un contratto di deposito e stoccaggio di olio stipulato tra un Consorzio olivicolo e un’Agenzia governativa per le erogazioni in agricoltura. Il Consorzio agiva in giudizio per ottenere il pagamento dei compensi pattuiti. L’Agenzia, tuttavia, presentava una domanda riconvenzionale, chiedendo un ingente risarcimento danni. Il motivo? Il presidente del Consorzio si era appropriato indebitamente di una grande quantità di olio di proprietà dell’Agenzia, un fatto accertato con una sentenza penale di condanna divenuta definitiva.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano riconosciuto la responsabilità solidale del Consorzio (per inadempimento dell’obbligo di custodia) e degli eredi del suo presidente (per il fatto illecito commesso da quest’ultimo), condannandoli al risarcimento.

La questione della prescrizione e la responsabilità solidale

Il nodo centrale del ricorso in Cassazione è stata l’eccezione di prescrizione. I ricorrenti sostenevano che la pretesa risarcitoria dell’Agenzia fosse prescritta. La Corte d’Appello aveva rigettato questa tesi, applicando a entrambi i soggetti il termine di prescrizione più lungo derivante dalla sentenza penale di condanna, ai sensi dell’art. 2947, comma 3, del codice civile. Questa norma stabilisce che se il fatto illecito è considerato dalla legge come reato, e per il reato è stabilita una prescrizione più lunga, questa si applica anche all’azione civile.
La Suprema Corte è stata chiamata a decidere se sia corretto applicare un unico termine di prescrizione a soggetti la cui responsabilità solidale si fonda su titoli giuridici differenti: uno di natura contrattuale (il Consorzio) e uno di natura extracontrattuale (il presidente).

La decisione della Corte di Cassazione: a ciascuno la sua prescrizione

La Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. I giudici hanno affermato un principio di diritto fondamentale: in caso di responsabilità solidale, la diversità dei titoli di responsabilità (contrattuale ed extracontrattuale) comporta l’applicazione di termini di prescrizione distinti.
In particolare, la Corte ha chiarito che:

1. La responsabilità del Consorzio deriva dall’inadempimento del contratto di deposito e, pertanto, è soggetta al termine di prescrizione ordinario di dieci anni (art. 2946 c.c.).
2. La responsabilità degli eredi del presidente deriva dal fatto illecito di appropriazione indebita commesso da quest’ultimo e, di conseguenza, è soggetta al termine di prescrizione di cinque anni (art. 2947, comma 1, c.c.).

La Corte d’Appello ha quindi errato nell’estendere a entrambi i debitori la disciplina prevista per il solo illecito da reato.

Le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sulla base di principi consolidati. Innanzitutto, ha ribadito che la regola dell’art. 2947, comma 3, c.c. (che estende all’azione civile la prescrizione più lunga prevista per il reato) si applica solo se la prescrizione penale è effettivamente più lunga di quella civile. Nel caso di specie, il reato di appropriazione indebita si prescriveva in cinque anni, un termine non superiore a quello quinquennale previsto per l’illecito civile. Di conseguenza, quella norma non poteva trovare applicazione.
In secondo luogo, e questo è il punto centrale, la Corte ha sottolineato che, sebbene l’art. 2055 c.c. unifichi le diverse condotte sotto il vincolo della responsabilità solidale ai fini del risarcimento, ciò non annulla le specificità di ciascun titolo di responsabilità. Ogni obbligazione mantiene la propria disciplina, comprese le regole sulla prescrizione.
Infine, la Corte ha ricordato che, pur applicandosi termini di prescrizione diversi, resta valido il principio sancito dall’art. 1310 c.c., secondo cui gli atti interruttivi della prescrizione compiuti dal creditore nei confronti di uno dei debitori in solido hanno effetto anche nei confronti degli altri.

Conclusioni: Implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza offre un importante chiarimento per la gestione delle azioni risarcitorie in cui sono coinvolti più soggetti con titoli di responsabilità differenti. La decisione impone al danneggiato di valutare attentamente non solo l’esistenza di una responsabilità solidale, ma anche la natura giuridica della responsabilità di ciascun soggetto. Da questa analisi dipenderà la corretta individuazione del termine di prescrizione applicabile a ciascuno, un fattore determinante per la tempestività e il successo dell’azione legale. Sarà quindi necessario calcolare i diversi termini e tenere conto degli atti interruttivi che, fortunatamente per il creditore, conservano la loro efficacia verso tutti i coobbligati.

In caso di responsabilità solidale, si applica lo stesso termine di prescrizione a tutti i responsabili?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, se i titoli di responsabilità sono diversi (ad esempio, uno contrattuale e uno extracontrattuale), ciascun responsabile è soggetto al proprio specifico termine di prescrizione.

Quando si applica il termine di prescrizione più lungo previsto per un reato all’azione civile di risarcimento?
Secondo la sentenza, il termine di prescrizione più lungo si applica solo se la prescrizione penale è effettivamente più lunga di quella civile. Se è uguale o più breve, si applicano i normali termini di prescrizione civile a partire dal giorno del fatto.

Un atto che interrompe la prescrizione verso un debitore in solido ha effetto anche sugli altri?
Sì. In base all’art. 1310 c.c., richiamato nella decisione, un atto interruttivo compiuto dal creditore contro uno dei debitori in solido è efficace anche nei confronti degli altri coobbligati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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