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Responsabilità solidale: direttore lavori e appaltatore

Un committente è stato sovraccaricato di costi da un’impresa edile a causa di errori contabili del direttore dei lavori. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità solidale di entrambi, impresa e direttore, per la restituzione delle somme, poiché entrambi hanno contribuito a causare lo stesso danno. La Corte ha inoltre stabilito che una clausola assicurativa professionale ambigua, riguardante l’attività di consulenza, deve essere interpretata a favore del professionista assicurato, garantendogli la copertura.

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Responsabilità solidale tra Direttore Lavori e Appaltatore: La Cassazione fa il punto

La responsabilità solidale nei contratti di appalto è un tema cruciale che coinvolge committenti, imprese e professionisti. Quando un errore causa un danno, chi paga? E in che misura? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i contorni della responsabilità che lega il direttore dei lavori e l’impresa appaltatrice in caso di erronea contabilizzazione delle opere, con importanti riflessi anche sulla copertura delle polizze assicurative professionali.

I Fatti del Caso

Un committente, al termine di alcuni lavori edili, si accorge di aver pagato una somma ben superiore al dovuto. La causa? L’impresa appaltatrice aveva contabilizzato opere mai eseguite. Il committente decide quindi di agire in giudizio non solo contro la società di costruzioni e i suoi soci, ma anche contro il direttore dei lavori, un ingegnere incaricato di supervisionare le opere e di tenerne la contabilità.

Nei primi gradi di giudizio, le corti riconoscono il diritto del committente alla restituzione dell’indebito. La questione più spinosa, però, riguarda il riparto delle colpe. L’ingegnere viene ritenuto corresponsabile, ma le decisioni dei giudici di merito divergono sulla natura e sulle conseguenze di tale responsabilità. Si arriva così in Cassazione, dove il professionista contesta la sua condanna in solido con l’impresa e il rigetto della richiesta di manleva da parte della sua compagnia assicurativa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato i tre motivi di ricorso presentati dal direttore dei lavori, rigettando i primi due ma accogliendo il terzo.

La responsabilità solidale per unicità del danno

Il cuore della controversia risiedeva nel concetto di responsabilità solidale. L’ingegnere sosteneva che la sua obbligazione, in qualità di professionista, fosse ‘di mezzi’ (cioè di usare la dovuta diligenza), mentre quella dell’appaltatore fosse ‘di risultato’ (cioè di completare l’opera). Secondo la sua tesi, questa diversità impediva di configurare una responsabilità in solido.

La Cassazione ha respinto categoricamente questa argomentazione. I giudici hanno chiarito che, ai fini della responsabilità solidale (art. 2055 c.c.), l’unico elemento che conta è l’unicità del fatto dannoso subito dal danneggiato. Nel caso specifico, il danno era uno solo: il pagamento di una somma non dovuta. A questo danno hanno contribuito causalmente sia l’impresa (che ha richiesto il pagamento) sia il direttore dei lavori (che ha errato nella contabilità). La diversa natura delle condotte o dei titoli di responsabilità (contrattuale, extracontrattuale) è irrilevante. Entrambi hanno causato lo stesso danno, quindi entrambi devono risponderne in solido.

L’Interpretazione della Polizza Assicurativa Professionale

Il motivo di ricorso che ha trovato accoglimento riguarda la copertura assicurativa. La Corte d’Appello aveva negato la manleva, ritenendo che la polizza non coprisse i danni derivanti dalla tenuta della contabilità. La Cassazione, invece, ha ribaltato questa decisione.

Il testo della polizza includeva una copertura per ‘attività di consulenza’. La Suprema Corte ha ritenuto tale espressione generica e ambigua. In applicazione dell’articolo 1370 del codice civile, quando una clausola in un contratto predisposto da una sola parte (come una polizza assicurativa) è di dubbio significato, deve essere interpretata a favore dell’altra parte (l’assicurato). Di conseguenza, l’attività di contabilità dei lavori, essendo un’attività tecnica che richiede competenze specifiche, può rientrare nel concetto ampio di ‘consulenza’.

Le Motivazioni

La motivazione centrale della Corte sulla responsabilità solidale si fonda su un principio consolidato: la tutela del danneggiato. La norma sulla solidarietà (art. 2055 c.c.) non si preoccupa di distinguere i titoli di responsabilità dei vari soggetti coinvolti, ma si concentra sull’unicità dell’evento dannoso. Se più condotte, anche autonome e di natura diversa, concorrono a produrre un unico danno, tutti coloro che le hanno poste in essere sono obbligati a risarcire l’intero. Questo rafforza la posizione del danneggiato, che può chiedere l’intera somma a uno qualsiasi dei responsabili.

Per quanto riguarda la questione assicurativa, la Corte ha applicato il principio ‘contra proferentem’ (contro chi ha predisposto la clausola). Le compagnie assicurative, in quanto parte forte del contratto che redige unilateralmente le condizioni, non possono beneficiare delle ambiguità presenti nel testo. Se una clausola non esclude in modo chiaro e specifico una determinata attività, e il suo significato può essere interpretato in modo estensivo, tale interpretazione, se favorevole all’assicurato, deve prevalere.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche:

1. Per i professionisti tecnici (ingegneri, architetti, geometri): La responsabilità per la supervisione e contabilità di un cantiere è molto seria. Un errore può portare a una condanna in solido con l’impresa appaltatrice per la restituzione di somme ingenti, indipendentemente dalla natura ‘di mezzi’ della propria prestazione.

2. Per gli assicurati e le compagnie: La chiarezza delle clausole contrattuali è fondamentale. Le clausole ambigue o generiche nelle polizze professionali saranno interpretate a favore del professionista. Ciò sottolinea l’importanza di redigere contratti chiari e di leggere attentamente le condizioni di polizza prima della sottoscrizione, valutando l’effettiva estensione delle coperture offerte.

Un direttore dei lavori può essere ritenuto responsabile in solido con l’appaltatore per la restituzione di somme pagate in eccesso dal committente?
Sì. Secondo la Corte, se l’errore contabile del direttore dei lavori ha contribuito a causare lo stesso danno del pagamento eccessivo richiesto dall’appaltatore, entrambi sono responsabili in solido per la restituzione dell’intera somma.

La diversa natura delle obbligazioni (di mezzi per il professionista, di risultato per l’appaltatore) esclude la responsabilità solidale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la diversità dei titoli di responsabilità o della natura delle obbligazioni è irrilevante. Ciò che conta per la responsabilità solidale è che le condotte di più soggetti abbiano causato un unico fatto dannoso per la vittima.

Come va interpretata una clausola assicurativa generica e ambigua in una polizza professionale?
In base all’art. 1370 c.c., una clausola ambigua in un contratto predisposto unilateralmente (come una polizza) deve essere interpretata nel senso più favorevole all’altra parte. Pertanto, se una clausola non esclude specificamente un’attività, può essere interpretata in modo da includerla a beneficio dell’assicurato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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