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Responsabilità solidale consorziato: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello per manifesta contraddittorietà della motivazione in un caso di responsabilità solidale del consorziato. La controversia riguardava il pagamento di un’indennità di esproprio da parte di un consorzio e dei suoi membri. La Corte ha ritenuto inconciliabile l’affermazione di un doppio passaggio di proprietà (Comune-Consorzio e Consorzio-consorziati) con quella di un trasferimento diretto dal Comune ai consorziati, rinviando il caso per una nuova valutazione.

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Responsabilità solidale consorziato: la Cassazione annulla per motivazione contraddittoria

La questione della responsabilità solidale del consorziato per le obbligazioni assunte dal consorzio è un tema di grande rilevanza pratica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso complesso, annullando la decisione di secondo grado a causa di una motivazione palesemente contraddittoria e offrendo importanti chiarimenti sui criteri interpretativi dei contratti che coinvolgono tali strutture imprenditoriali.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso da un Tribunale nei confronti di un Consorzio e dei suoi consorziati, tra cui una società e un imprenditore individuale. Il pagamento richiesto da un Comune riguardava il saldo di un’indennità di esproprio e le spese legali relative, scaturite da una complessa operazione immobiliare.

L’operazione prevedeva la cessione di alcune aree da parte del Comune. Alcune di queste aree erano state espropriate a terzi e dovevano essere trasferite a una società consorziata, mentre un’altra area, di proprietà comunale, doveva essere trasferita a un altro consorziato. Il prezzo della cessione era legato all’indennità di esproprio definitiva.

Uno dei consorziati si opponeva al decreto ingiuntivo, negando la propria responsabilità solidale. Sosteneva che il Consorzio avesse agito come semplice rappresentante dei singoli consorziati per l’acquisto di beni distinti e che, pertanto, egli non potesse essere chiamato a rispondere per obbligazioni relative a terreni (quelli espropriati) che non lo riguardavano direttamente.

La Decisione della Corte d’Appello

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano rigettato l’opposizione, confermando la responsabilità solidale del consorziato. Tuttavia, la motivazione della Corte d’Appello presentava una grave criticità. Da un lato, sosteneva che l’operazione contrattuale si fosse perfezionata con un primo passaggio di proprietà dal Comune al Consorzio, il quale avrebbe agito nell’interesse di tutti i consorziati, giustificando così la responsabilità solidale. Dall’altro, la stessa sentenza affermava che, per risparmiare sui costi di un doppio trasferimento, si era proceduto a un trasferimento diretto dei beni dal Comune ai singoli consorziati acquirenti.

Questa duplice e antitetica ricostruzione dei fatti è stata il fulcro del ricorso in Cassazione.

La responsabilità solidale del consorziato e la contraddittorietà della motivazione

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendo la motivazione della sentenza d’appello affetta da una ‘manifesta e irriducibile contraddittorietà’. Secondo gli Ermellini, le due ricostruzioni proposte dal giudice di secondo grado sono logicamente incompatibili.

* Prima ricostruzione (doppio passaggio): Se il Consorzio ha acquistato prima in nome proprio e nell’interesse di tutti, per poi cedere i beni ai singoli membri, allora si configura un’obbligazione unitaria del Consorzio verso il Comune. In questo scenario, la responsabilità solidale dei consorziati potrebbe derivare dalle norme specifiche del codice civile (art. 2615 c.c.) e dalle clausole contrattuali.
Seconda ricostruzione (passaggio diretto): Se, invece, il Consorzio ha agito solo come rappresentante diretto (procurator*) dei singoli consorziati, facilitando un trasferimento immobiliare diretto tra il Comune e ciascun acquirente, allora gli effetti del contratto si producono direttamente nelle sfere giuridiche dei singoli rappresentati. In tal caso, ogni consorziato sarebbe responsabile solo per le obbligazioni relative al bene da lui acquistato, e non vi sarebbe fondamento per una responsabilità solidale generalizzata.

La Corte d’Appello non ha risolto questo dilemma, ma ha presentato entrambe le versioni come se potessero coesistere, creando un’incertezza insuperabile sulla reale natura giuridica dell’accordo.

Le motivazioni

La Cassazione ha stabilito che una motivazione è viziata da contraddittorietà irriducibile quando le affermazioni in essa contenute si pongono in un contrasto tale da elidersi a vicenda, rendendo impossibile individuare il ragionamento logico-giuridico che ha condotto alla decisione. Nel caso di specie, non è possibile comprendere se il Consorzio abbia agito come parte contrattuale autonoma (mandatario senza rappresentanza) o come mero portavoce dei singoli consorziati (mandatario con rappresentanza e contemplatio domini).

Questa ambiguità è decisiva, perché dall’inquadramento della figura del Consorzio nell’operazione dipende direttamente la configurabilità o meno della responsabilità solidale del consorziato ricorrente. La Suprema Corte ha sottolineato come la Corte d’Appello avrebbe dovuto scegliere una delle due interpretazioni e argomentarla compiutamente, sciogliendo le ambiguità presenti nel testo del contratto, anziché limitarsi a giustapporre due tesi inconciliabili.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa ad un’altra sezione della Corte d’Appello. Il giudice del rinvio dovrà procedere a una nuova e coerente interpretazione del contratto del 1992 e degli atti successivi. Sarà necessario stabilire in modo univoco la natura dell’intervento del Consorzio e, di conseguenza, la struttura delle obbligazioni assunte. Solo dopo aver chiarito se si è trattato di un acquisto unitario da parte del Consorzio o di acquisti separati tramite rappresentanza, si potrà decidere correttamente sulla sussistenza della responsabilità solidale del singolo consorziato per l’intera obbligazione verso il Comune.

Quando sorge la responsabilità solidale di un consorziato per le obbligazioni assunte dal consorzio?
Secondo la sentenza, la responsabilità solidale del consorziato, ai sensi dell’art. 2615, secondo comma, c.c., sorge quando gli organi del consorzio assumono obbligazioni ‘per conto’ dei singoli consorziati. La sua applicazione dipende dalla specifica natura del rapporto (se il consorzio agisce come mandatario con o senza rappresentanza) che deve essere accertata attraverso un’attenta interpretazione dei contratti e del comportamento delle parti.

Perché la motivazione di una sentenza può essere annullata per contraddittorietà?
Una motivazione viene annullata per irriducibile contraddittorietà quando contiene affermazioni inconciliabili che si elidono a vicenda, rendendo impossibile comprendere il percorso logico-giuridico seguito dal giudice per arrivare alla decisione. Questo costituisce un vizio che porta alla nullità della sentenza, come previsto dall’art. 132, secondo comma, n. 4, c.p.c.

Qual è la differenza tra un consorzio che agisce ‘in nome proprio’ e uno che agisce ‘in nome e per conto’ dei consorziati?
Quando un consorzio agisce ‘in nome proprio’ ma nell’interesse dei consorziati (mandato senza rappresentanza), acquista diritti e assume obblighi in prima persona, salvo poi doverli trasferire ai consorziati. Quando agisce ‘in nome e per conto’ dei consorziati (mandato con rappresentanza), spende il nome di questi ultimi e gli effetti giuridici dell’atto si producono direttamente nella sfera patrimoniale dei singoli consorziati rappresentati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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