LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità solidale: chi paga per le infiltrazioni?

Un’ordinanza della Cassazione chiarisce il principio della responsabilità solidale in un caso di danni da infiltrazioni. La Corte ha stabilito che tutti i titolari di diritti reali (nudi proprietari, usufruttuari) sull’immobile da cui origina il danno sono responsabili in solido verso il danneggiato. Il ricorso di uno dei corresponsabili è stato dichiarato inammissibile perché non ha colto la ratio decidendi della sentenza d’appello e ha introdotto tardivamente questioni sulla ripartizione interna della colpa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Infiltrazioni e Responsabilità Solidale: Chi Paga i Danni?

Le infiltrazioni d’acqua rappresentano una delle problematiche più comuni e fastidiose in ambito condominiale. Ma cosa succede quando l’immobile da cui proviene il danno ha una struttura proprietaria complessa, con nudi proprietari e usufruttuari? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sul principio di responsabilità solidale, un concetto chiave per tutelare chi subisce il danno. Questo principio stabilisce che tutti i soggetti che hanno un diritto reale sull’immobile sono ugualmente responsabili nei confronti del danneggiato.

I Fatti del Caso: Una Complessa Vicenda di Infiltrazioni e Proprietà

La vicenda ha inizio quando il proprietario di un appartamento al sesto piano cita in giudizio il Condominio e la proprietaria delle unità immobiliari situate ai piani superiori (settimo e ottavo) per ottenere il risarcimento dei danni causati da continue infiltrazioni. La situazione proprietaria degli appartamenti superiori era particolarmente articolata: una parte era in nuda proprietà a una persona, mentre la parte restante era in piena proprietà di altri due parenti (uno dei quali successivamente fallito), i quali erano anche usufruttuari della quota in nuda proprietà.

Il Tribunale di primo grado, dopo aver accertato la provenienza del danno, ha condannato in solido la nuda proprietaria e l’altra proprietaria-usufruttuaria al pagamento di oltre 31.000 euro e all’esecuzione dei lavori di ripristino, rigettando invece la domanda contro il Condominio. La Corte d’Appello ha successivamente confermato integralmente questa decisione, respingendo l’appello presentato da una delle parti condannate.

La Decisione della Corte: L’Inammissibilità del Ricorso e la Conferma della Responsabilità Solidale

La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione, di fatto, ha reso definitiva la condanna emessa nei gradi precedenti, consolidando il principio della responsabilità solidale tra i diversi titolari di diritti sull’immobile. La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso non fossero idonei a scalfire le fondamenta logico-giuridiche della sentenza d’appello.

Le Motivazioni della Corte: Giudicato e Domande Tardive

La Suprema Corte ha basato la sua decisione di inammissibilità su due pilastri fondamentali.

In primo luogo, ha evidenziato come la ricorrente non avesse colto la vera ratio decidendi della sentenza impugnata. La Corte d’Appello non aveva fondato la condanna su una presunta incertezza nella suddivisione delle proprietà, ma sull’accertamento di una cooperazione colposa di tutti i soggetti titolari di diritti (proprietà e usufrutto) nella causazione del danno. Secondo l’art. 2055 del Codice Civile, se un danno è causato da più persone, tutte sono obbligate in solido al risarcimento. Questo tutela il danneggiato, che può richiedere l’intero importo a uno qualsiasi dei responsabili, senza doversi preoccupare di individuare le singole quote di colpa.

In secondo luogo, la Cassazione ha sottolineato che la questione relativa alla ripartizione interna della responsabilità tra i vari comproprietari avrebbe dovuto essere sollevata tramite una specifica domanda, nota come azione di regresso. Tale domanda, tuttavia, non era stata proposta tempestivamente nel corso del giudizio di primo grado. Proporla per la prima volta in appello costituiva una domanda nuova, inammissibile secondo le regole processuali (divieto di ius novorum in appello, art. 345 c.p.c.).

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza sulla Responsabilità Solidale

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici:
1. Tutela rafforzata per il danneggiato: Chi subisce un danno da un immobile con molteplici proprietari o titolari di diritti reali (come l’usufrutto) può agire contro uno qualsiasi di loro per ottenere il risarcimento completo. Sarà poi onere dei corresponsabili regolare i loro rapporti interni.
2. Onere di azione per i corresponsabili: I soggetti ritenuti corresponsabili di un danno devono attivarsi fin dal primo grado di giudizio per chiedere l’accertamento delle rispettive colpe e la conseguente ripartizione del carico risarcitorio. Non possono attendere l’appello per sollevare tali questioni.
3. Irrilevanza della complessità proprietaria: La struttura proprietaria, per quanto complessa, non può diventare uno scudo per ritardare o eludere il risarcimento dovuto al danneggiato. Il principio di responsabilità solidale serve proprio a superare queste difficoltà, garantendo una giustizia più rapida ed efficace.

In caso di danni da infiltrazioni provenienti da un immobile con più titolari (es. nudo proprietario e usufruttuario), chi è responsabile?
Secondo la Corte, tutti i titolari di diritti reali (proprietà, usufrutto, ecc.) che hanno concorso a causare il danno sono responsabili in solido. Ciò significa che il danneggiato può chiedere l’intero risarcimento a uno qualsiasi di loro.

Se uno dei responsabili paga l’intero danno, può chiedere agli altri la loro parte?
Sì, chi paga l’intero importo ha il diritto di agire in regresso contro gli altri corresponsabili per ottenere il rimborso della quota di rispettiva competenza. Tuttavia, questa domanda di regresso deve essere proposta tempestivamente nel corso del processo.

È possibile contestare la propria quota di responsabilità per la prima volta in appello?
No. La Corte ha chiarito che la domanda volta a graduare le colpe e a ripartire la responsabilità tra i vari corresponsabili non può essere proposta per la prima volta in grado d’appello, in quanto costituisce una domanda nuova e quindi inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati