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Responsabilità solidale appaltante: il caso deciso

Un consorzio autostradale è stato ritenuto responsabile in solido con l’impresa appaltatrice per i danni a una proprietà privata. La Cassazione ha confermato la responsabilità solidale appaltante a causa di vizi progettuali e ha chiarito che l’onere di provare l’estinzione di un giudizio interruttivo della prescrizione grava su chi eccepisce la prescrizione stessa.

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Responsabilità Solidale Appaltante: Quando il Committente Risponde dei Danni

In materia di appalti, specialmente per opere pubbliche, la questione della responsabilità per danni a terzi è cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la responsabilità solidale appaltante non è un’eccezione, ma una conseguenza diretta quando i danni derivano da vizi del progetto. Questo articolo analizza la decisione, facendo luce sui doveri del committente e dell’appaltatore e sulle implicazioni in tema di prescrizione.

I Fatti di Causa: Danni da Lavori Autostradali

Una società, proprietaria di un complesso immobiliare con capannoni industriali, uffici e un pozzo, citava in giudizio un consorzio autostradale. Lamentava gravi danni alle proprie strutture e l’esaurimento della portata del pozzo, causati dai lavori di costruzione di due gallerie ipogee per un nuovo tratto autostradale. I lavori erano stati affidati a un’impresa appaltatrice, che nel frattempo era stata dichiarata fallita.

Il consorzio si difendeva eccependo la prescrizione del diritto al risarcimento e contestando la propria responsabilità, attribuendola esclusivamente all’impresa esecutrice dei lavori. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, tuttavia, davano ragione alla società danneggiata, condannando il consorzio al risarcimento.

La Decisione della Cassazione e la Responsabilità Solidale Appaltante

La Corte di Cassazione, investita del ricorso del consorzio, ha rigettato tutti i motivi di impugnazione, confermando la condanna e consolidando importanti principi giuridici.

La Questione della Prescrizione e l’Onere della Prova

Il consorzio sosteneva che il diritto al risarcimento fosse prescritto. La società danneggiata, al contrario, affermava di aver interrotto la prescrizione iniziando una causa contro l’impresa appaltatrice (poi fallita). Il consorzio replicava che quel giudizio era stato abbandonato e quindi l’effetto interruttivo era venuto meno.
La Corte ha chiarito un punto fondamentale sull’onere della prova: una volta che la parte dimostra l’esistenza di un atto interruttivo (come una citazione in giudizio), spetta alla controparte che eccepisce la prescrizione provare che quell’atto ha perso la sua efficacia (ad esempio, dimostrando l’estinzione formale del giudizio). Il semplice ‘abbandono’ non è sufficiente. Poiché il consorzio non ha fornito tale prova, la prescrizione è stata ritenuta interrotta.

Il Principio della Responsabilità Solidale tra Committente e Appaltatore

Il cuore della decisione riguarda la responsabilità solidale appaltante. Di regola, l’appaltatore è autonomo e risponde in via esclusiva dei danni causati a terzi. Tuttavia, questa regola non si applica quando i danni sono riconducibili (anche) a un vizio del progetto fornito dal committente.
Nel caso di specie, è emerso che i danni erano stati causati da due fattori concorrenti:
1. Un vizio di progettazione: L’errata scelta della zona e della quota di scavo della galleria, unita alla carenza di adeguate indagini geologiche preliminari, imputabile al consorzio committente.
2. Una carenza esecutiva: La mancata adozione da parte dell’impresa appaltatrice di accorgimenti tecnici idonei a limitare gli effetti delle vibrazioni.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha affermato che il committente è responsabile per aver ordinato l’esecuzione di un progetto concepito in modo errato. L’appaltatore, a sua volta, è responsabile per non aver rilevato i palesi vizi del progetto e non averli segnalati tempestivamente al committente, come richiesto dalla diligenza professionale. L’appaltatore ha il dovere di controllare la bontà del progetto e può essere esonerato da responsabilità solo se dimostra di aver manifestato il proprio dissenso e di essere stato costretto a eseguire i lavori quale ‘nudus minister’, ovvero mero esecutore di ordini inderogabili.
Inoltre, nel contesto degli appalti di opere pubbliche, il dovere di diligenza del committente (l’Amministrazione) è ancora più pregnante, dati i poteri di autorizzazione, controllo e ingerenza che la legge gli riconosce.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza ribadisce che la responsabilità del committente non si limita alla ‘culpa in eligendo’ (colpa nella scelta di un’impresa inadeguata). Essa si estende a tutte le fasi del progetto, inclusa la sua ideazione e le indagini preliminari. Un progetto difettoso è fonte di responsabilità diretta per il committente, che non può scaricarla interamente sull’appaltatore. Quest’ultimo, d’altro canto, non è un mero esecutore ma un professionista tenuto a un dovere di controllo e segnalazione dei difetti progettuali. La decisione rafforza la tutela dei terzi danneggiati, che possono agire per il risarcimento integrale nei confronti di entrambi i soggetti, in virtù del vincolo di solidarietà.

Chi ha l’onere di provare l’estinzione di un giudizio che ha interrotto la prescrizione?
L’onere di provare l’estinzione di un giudizio precedente, che ha avuto effetto interruttivo permanente della prescrizione, grava sulla parte che eccepisce la prescrizione stessa. Non è sufficiente allegare un mero ‘abbandono’ del giudizio, ma è necessaria la prova della sua formale estinzione.

Quando sorge una responsabilità solidale dell’appaltante insieme a quella dell’appaltatore per danni a terzi?
Sorge una responsabilità solidale quando i danni a terzi non derivano solo da una cattiva esecuzione dei lavori, ma anche (o esclusivamente) da un vizio del progetto fornito dal committente. In questo caso, il committente risponde per aver concepito un progetto errato e l’appaltatore per non averne rilevato e segnalato i difetti.

L’appaltatore è sempre responsabile se esegue un progetto difettoso fornito dal committente?
No, l’appaltatore può andare esente da responsabilità solo se dimostra di aver manifestato il proprio dissenso riguardo al progetto palesemente errato e di essere stato indotto a eseguirlo comunque, quale ‘nudus minister’ (mero esecutore), a causa delle insistenze del committente e a rischio di quest’ultimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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