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Responsabilità soci società estinta: i limiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1249/2025, affronta il tema della responsabilità soci società estinta. Viene stabilito che i creditori possono agire contro gli ex soci di una società di capitali cancellata solo nei limiti di quanto questi abbiano effettivamente riscosso dal bilancio finale di liquidazione. Se la società si è estinta con una perdita e senza alcuna distribuzione di attivo, la domanda dei creditori nei confronti dei soci deve essere rigettata, in quanto manca il presupposto stesso della loro responsabilità patrimoniale.

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Responsabilità Soci Società Estinta: Fino a Dove si Estende?

Affrontare un contenzioso contro una società che, nel corso della causa, cessa di esistere è una delle sfide più complesse per i creditori. La questione centrale diventa: chi paga i debiti? La recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui precisi limiti della responsabilità soci società estinta, un tema cruciale nel diritto societario. Questo provvedimento chiarisce che la possibilità di rivalersi sugli ex soci non è automatica, ma è strettamente legata a quanto essi hanno effettivamente ricevuto dalla liquidazione della società.

I Fatti di Causa

Alcuni proprietari di immobili facenti parte di un condominio citavano in giudizio la società costruttrice per gravi difetti di costruzione, chiedendo l’esecuzione dei lavori di adeguamento e il risarcimento dei danni. Durante il processo, la società costruttrice veniva posta in liquidazione e successivamente cancellata dal Registro delle Imprese. Di conseguenza, il giudizio veniva riassunto nei confronti degli ex soci.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente la domanda dei proprietari. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, accogliendo il ricorso degli ex soci. La motivazione della corte territoriale era netta: il bilancio finale di liquidazione della società si era chiuso con una perdita di oltre 300.000 euro. In assenza di qualsiasi distribuzione di attivo ai soci, secondo i giudici d’appello, non poteva sorgere una loro responsabilità per i debiti sociali, come previsto dall’art. 2495 del codice civile.

Il Ricorso in Cassazione e la Responsabilità Soci Società Estinta

I proprietari degli immobili decidevano di ricorrere in Cassazione, basando le loro argomentazioni su un’interpretazione delle note sentenze delle Sezioni Unite del 2013. Secondo i ricorrenti, gli ex soci succedono sempre nei debiti della società estinta, a prescindere dal fatto che abbiano o meno ricevuto una quota dell’attivo di liquidazione. Essi sostenevano di avere comunque interesse a ottenere una condanna nei confronti dei soci, anche in vista di possibili “sopravvenienze attive”, ovvero di beni o diritti della società emersi dopo la chiusura della liquidazione.

La questione giuridica

Il nodo centrale del ricorso era stabilire se la responsabilità degli ex soci di una società a responsabilità limitata fosse incondizionata, derivando da un mero fenomeno successorio, oppure se fosse limitata e condizionata all’effettiva percezione di somme o beni dal bilancio di liquidazione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo chiarimenti fondamentali sulla portata della responsabilità soci società estinta.

I giudici hanno ribadito che, a seguito della riforma del diritto societario, l’estinzione di una società di capitali determina un fenomeno successorio in capo ai soci per i rapporti giuridici non definiti. Tuttavia, la natura di questa successione non rende la responsabilità dei soci illimitata. L’articolo 2495, comma 2, del codice civile è cristallino nel fissare un limite invalicabile: i creditori insoddisfatti possono agire nei confronti dei soci “nei limiti di quanto da questi ultimi percepito” a seguito della liquidazione.

La Corte ha precisato che il principio affermato dalle Sezioni Unite nel 2013, pur stabilendo che i soci sono i successori della società estinta, non elimina questo limite quantitativo. L’interesse del creditore ad agire contro i soci sussiste, ma la sua domanda può trovare accoglimento solo se viene fornita la prova di due circostanze alternative:

1. Che vi sia stata una distribuzione dell’attivo sociale in favore dei soci.
2. Che esistano beni o diritti non inclusi nel bilancio finale di liquidazione (le cosiddette sopravvenienze attive), trasferitisi comunque ai soci in regime di comunione.

Nel caso specifico, era pacifico che il bilancio finale si fosse chiuso con una significativa perdita e che non vi fosse stata alcuna distribuzione di attivo. Inoltre, i ricorrenti non avevano fornito alcuna prova dell’esistenza di beni ulteriori non contabilizzati. In assenza di questi presupposti, la domanda di condanna nei confronti degli ex soci risultava infondata, poiché mancava la base stessa su cui fondare la loro responsabilità patrimoniale.

Le Conclusioni

La pronuncia della Cassazione offre una lezione pratica di grande importanza per i creditori di società estinte. Prima di intraprendere un’azione legale contro gli ex soci, è indispensabile verificare attentamente il bilancio finale di liquidazione. Se da questo non risulta alcuna ripartizione dell’attivo, l’onere della prova si sposta sul creditore, che dovrà dimostrare l’esistenza di somme o beni percepiti dai soci o di “sopravvenienze attive”. Agire in giudizio senza tali elementi probatori espone al rischio concreto di veder rigettata la propria domanda, come accaduto nel caso di specie. La responsabilità soci società estinta non è un assegno in bianco, ma una tutela per i creditori ancorata a presupposti fattuali ben precisi.

I soci di una S.r.l. cancellata dal registro delle imprese rispondono sempre dei debiti della società?
No. La loro responsabilità è limitata a quanto hanno effettivamente ricevuto dal bilancio finale di liquidazione. Se non hanno percepito alcuna somma o bene, non rispondono dei debiti sociali residui, salvo il caso di beni non inclusi nel bilancio.

Chi deve dimostrare che i soci hanno ricevuto beni dalla liquidazione della società?
L’onere di dimostrare la distribuzione dell’attivo sociale o l’esistenza di beni non liquidati spetta al creditore che agisce in giudizio contro gli ex soci.

È possibile agire contro gli ex soci anche se il bilancio finale di liquidazione si è chiuso in perdita?
Sì, è possibile, ma solo se il creditore riesce a dimostrare che, nonostante la perdita contabile, i soci hanno comunque percepito somme o beni, oppure se dimostra l’esistenza di attività non comprese nel bilancio di liquidazione (sopravvenienze attive) che si sono trasferite ai soci.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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