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Responsabilità sindaco prospetto: omessa vigilanza

La Corte di Cassazione conferma la sanzione a un membro del Collegio Sindacale per omissioni in un prospetto informativo, nonostante la sua nomina fosse successiva alla redazione del documento. La sentenza chiarisce la natura permanente dell’illecito e il dovere di vigilanza continuo del sindaco, che avrebbe dovuto attivarsi per la pubblicazione di un supplemento correttivo. La decisione sottolinea come la responsabilità del sindaco per il prospetto si estenda a tutto il periodo dell’offerta, imponendo un intervento attivo per sanare le irregolarità riscontrate.

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Responsabilità del sindaco per prospetto incompleto: un dovere di vigilanza senza interruzioni

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nel diritto societario e dei mercati finanziari: la responsabilità del sindaco per il prospetto informativo, anche quando le omissioni contestate risalgono a un periodo precedente alla sua nomina. La Corte di Cassazione, con una decisione molto chiara, stabilisce che il dovere di vigilanza del Collegio Sindacale è continuo e non si arresta di fronte a irregolarità preesistenti, imponendo un obbligo di intervento attivo per tutelare il mercato e gli investitori.

I Fatti del Caso: La Sanzione dell’Autorità di Vigilanza

Una banca deliberava due aumenti di capitale, pubblicando i relativi prospetti informativi. Successivamente, l’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari contestava la carenza di informazioni essenziali in tali documenti e sanzionava, tra gli altri, un membro del Collegio Sindacale. Le omissioni riguardavano tre aspetti principali:
1. La metodologia di determinazione del prezzo delle azioni, che si discostava dalle normative interne della banca privilegiando un criterio che portava a un prezzo più elevato.
2. La pratica del cosiddetto ‘capitale finanziato’, ovvero l’erogazione di prestiti da parte della banca stessa finalizzati all’acquisto delle proprie azioni.
3. L’esistenza di una significativa quantità di ordini di vendita di azioni inevasi e l’istituzione di un ‘blocking period’ che sospendeva la negoziabilità dei titoli, incidendo sulla loro liquidità.

Un componente del Collegio Sindacale, nominato dopo la redazione e l’approvazione dei prospetti, impugnava la sanzione sostenendo la propria estraneità ai fatti.

I Motivi del Ricorso: La Difesa del Sindaco

Il ricorrente basava la sua difesa su diversi punti. In primo luogo, sosteneva di non poter essere ritenuto responsabile per decisioni e documenti approvati prima del suo insediamento. In secondo luogo, chiedeva l’applicazione del principio del favor rei, in virtù di una normativa successiva che, a suo dire, sarebbe stata più favorevole. Contestava, infine, la proporzionalità della sanzione e il mancato esame della sua situazione finanziaria personale.

La Responsabilità del Sindaco sul Prospetto secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo chiarimenti fondamentali sull’estensione dei doveri del Collegio Sindacale.

Il Dovere di Vigilanza Continuo

Il punto centrale della decisione riguarda la natura della responsabilità del sindaco sul prospetto. La Corte ha stabilito che l’illecito derivante da un prospetto incompleto non si esaurisce con la sua redazione o approvazione, ma ha natura ‘permanente’. Esso perdura per tutto il periodo in cui l’offerta al pubblico rimane aperta.

Di conseguenza, un sindaco che assume la carica durante questo periodo, pur non avendo partecipato alla stesura del documento, ha il dovere di vigilare sulla sua correttezza. Se viene a conoscenza (o dovrebbe venire a conoscenza, usando l’ordinaria diligenza) di omissioni o inesattezze rilevanti, ha l’obbligo di attivarsi immediatamente. Deve segnalare la necessità all’organo amministrativo di pubblicare un supplemento al prospetto che integri le informazioni mancanti, ai sensi dell’art. 94, comma 7, T.U.F. La sua inerzia configura un concorso omissivo nell’illecito (concorso omissivo quoad functione), poiché viola il dovere di controllo imposto dalla sua funzione.

L’Irrilevanza del Principio del ‘Favor Rei’

La Corte ha inoltre respinto la richiesta di applicare una normativa successiva più favorevole. Ha ribadito che, in materia di sanzioni amministrative, vige il principio tempus regit actum (la legge del tempo in cui è stato commesso l’illecito), e non il favor rei, tipico del diritto penale. Le modifiche legislative intervenute non potevano quindi essere applicate retroattivamente al caso di specie.

le motivazioni
La Corte ha motivato la propria decisione sottolineando che la funzione del Collegio Sindacale non è una mera formalità, ma un presidio fondamentale a garanzia non solo dei soci, ma anche dei creditori e del mercato nel suo complesso, specialmente per le società che fanno appello al pubblico risparmio. L’obbligo di vigilanza si estende a tutta l’attività sociale e non può essere limitato temporalmente o dall’operato di altri organi. La conoscenza o la conoscibilità delle irregolarità, anche se antecedenti, fa scattare un dovere di intervento. Nel caso specifico, la nomina del sindaco era avvenuta in un’assemblea in cui erano state sollevate criticità, e l’Autorità di vigilanza aveva inviato note informative: elementi sufficienti a far sorgere l’obbligo di approfondimento e di successiva azione correttiva. L’approvazione definitiva del prospetto e la sua pubblicazione erano avvenute quando il sindaco era già in carica, rendendo la sua condotta omissiva pienamente sanzionabile.

le conclusioni
Questa ordinanza rafforza il principio secondo cui la carica di sindaco comporta doveri di vigilanza proattivi e continui. Non è possibile invocare l’anteriorità di un’irregolarità per esimersi da responsabilità. Una volta insediato, il sindaco ‘eredita’ la situazione aziendale e ha il dovere di intervenire per sanare le criticità di cui viene a conoscenza, specialmente quando queste possono trarre in inganno il pubblico degli investitori. La decisione serve da monito per tutti i membri degli organi di controllo: la vigilanza non ammette interruzioni né zone d’ombra, e l’inerzia di fronte a palesi irregolarità equivale a una forma di complicità sanzionabile.

Un sindaco, nominato dopo la redazione di un prospetto informativo, è responsabile per le omissioni in esso contenute?
Sì, è responsabile. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’illecito di un prospetto incompleto è di natura ‘permanente’ e dura per tutto il periodo dell’offerta al pubblico. Il sindaco, anche se nominato successivamente, ha il dovere di vigilare e, se rileva omissioni, deve attivarsi per far pubblicare un supplemento informativo. La sua inerzia costituisce un’omissione sanzionabile.

Il principio della legge più favorevole (favor rei) si applica alle sanzioni amministrative dell’Autorità di Vigilanza per queste violazioni?
No. La Corte ha ribadito che per gli illeciti amministrativi, come quelli relativi alle violazioni del Testo Unico della Finanza contestate nel caso, si applica il principio ‘tempus regit actum’, ovvero la legge in vigore al momento della commissione del fatto. Il principio del favor rei, tipico del diritto penale, non si estende automaticamente a questa materia.

Qual è l’estensione del dovere di vigilanza del Collegio Sindacale riguardo alla documentazione d’offerta?
Il dovere di vigilanza è molto ampio e continuo. Non si limita a controllare gli atti compiuti durante il proprio mandato, ma si estende a tutta l’attività sociale. Se un sindaco viene a conoscenza di irregolarità preesistenti, come un prospetto informativo incompleto, ha l’obbligo legale di attivarsi per la loro correzione, a tutela degli investitori e del corretto funzionamento del mercato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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