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Responsabilità professionale: quando decorre la prescrizione?

Un committente ha citato in giudizio un ingegnere per lavori di ristrutturazione non conformi al progetto. La richiesta di risarcimento è stata respinta per prescrizione. La Corte di Cassazione ha confermato che, in tema di responsabilità professionale, il termine di prescrizione inizia a decorrere non dal momento della piena consapevolezza del danno, ma da quando i vizi dell’opera diventano oggettivamente percepibili e conoscibili dal committente.

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Responsabilità Professionale: Quando Inizia a Correre la Prescrizione?

La questione della responsabilità professionale è cruciale per chiunque si affidi a un tecnico per opere importanti, come la ristrutturazione di un immobile. Ma cosa succede se i lavori presentano dei vizi? Entro quanto tempo si può agire per ottenere un risarcimento? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale: il momento esatto da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione. La Corte ha stabilito che il ‘dies a quo’, ovvero il giorno di partenza, coincide con il momento in cui il danno diventa oggettivamente percepibile dal committente, e non quando quest’ultimo acquisisce la piena consapevolezza di tutte le sue conseguenze.

Il Caso: una Ristrutturazione non Conforme

Un proprietario di un immobile aveva affidato a un ingegnere l’incarico di progettazione e direzione dei lavori per un intervento di ristrutturazione. Al termine dei lavori, emergeva che l’opera era stata realizzata in difformità rispetto alla concessione edilizia e alle successive varianti. Il committente, ritenendo di aver subito un danno a causa dell’inesatto adempimento del professionista, lo citava in giudizio per ottenerne il risarcimento. L’ingegnere, a sua volta, chiamava in causa la propria compagnia assicurativa per essere manlevato in caso di condanna. Tuttavia, sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello rigettavano la domanda del proprietario, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dall’ingegnere. Secondo i giudici di merito, il diritto al risarcimento si era estinto perché erano trascorsi più di dieci anni dal momento in cui le difformità erano diventate palesi e riconoscibili.

La Decisione della Cassazione sulla Responsabilità Professionale

Il proprietario, insoddisfatto, presentava ricorso in Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, un’errata applicazione delle norme sulla prescrizione (art. 2935 c.c.). A suo dire, il termine avrebbe dovuto decorrere non dalla semplice ultimazione dei lavori, ma dal momento in cui egli aveva acquisito la piena consapevolezza dei vizi e delle loro conseguenze dannose. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo chiarimenti decisivi sul principio che governa la responsabilità professionale.

Le Motivazioni: la ‘Percepibilità’ del Danno come Momento Chiave

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione del concetto di ‘conoscibilità’ del danno. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: in tema di responsabilità professionale, il termine di prescrizione del diritto al risarcimento non inizia a decorrere dal momento in cui la condotta del professionista causa il danno, bensì da quando il danneggiato è in grado di percepire e conoscere oggettivamente l’esistenza del danno stesso. Nel caso specifico, le difformità dell’opera rispetto al progetto approvato erano di natura ed entità tali che il committente non avrebbe potuto non accorgersene al momento della consegna dei lavori. La Corte ha specificato che la percezione di un inadempimento che espone a sanzioni e a conseguenze negative è sufficiente per far decorrere la prescrizione. Non è necessario attendere la piena consapevolezza di tutte le implicazioni economiche o la conferma tramite perizie tecniche, specialmente quando il problema è di immediata evidenza. Pertanto, nel momento in cui il proprietario ha visto l’opera manifestamente difforme, aveva già tutti gli strumenti per esercitare il proprio diritto al risarcimento. La sua inerzia protratta oltre il termine decennale ha quindi portato alla prescrizione dell’azione.

Conclusioni: Implicazioni per Committenti e Professionisti

Questa ordinanza rafforza un importante monito per i committenti: la vigilanza e la tempestività sono essenziali. Di fronte a vizi o difformità evidenti in un’opera, non si può attendere indefinitamente prima di agire legalmente. Il termine di prescrizione inizia a correre da quando il problema è oggettivamente riconoscibile, anche da un non addetto ai lavori. Per i professionisti, d’altra parte, la sentenza conferma che la prescrizione è uno strumento di certezza giuridica che li tutela da pretese risarcitorie avanzate a distanza di molto tempo dalla conclusione del loro incarico, a condizione che il loro operato e i suoi eventuali difetti fossero palesi fin da subito.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per la responsabilità di un professionista come un ingegnere?
La prescrizione inizia a decorrere non dal momento in cui si manifesta l’evento dannoso, ma da quello in cui il danno è oggettivamente percepibile e conoscibile dal danneggiato. Se i vizi dell’opera sono evidenti, il termine parte dall’ultimazione dei lavori.

Il giudice può valutare autonomamente i fatti posti a base di un’eccezione di prescrizione?
Sì. Secondo la Corte, una volta che la parte ha allegato il fatto costitutivo della prescrizione (cioè l’inerzia del titolare del diritto), il giudice può qualificare giuridicamente i fatti e valutare le prove in modo autonomo per determinare il momento iniziale e finale del termine, senza essere vincolato dalle specifiche allegazioni della parte.

Perché la conoscenza di difetti palesi ed evidenti fa scattare immediatamente la prescrizione?
Perché un problema di immediata percezione, sia nella sua realtà che nelle sue possibili origini, mette subito il committente nelle condizioni di comprendere il fenomeno, la sua gravità e di individuare le cause e le responsabilità, rendendo così possibile l’esercizio del diritto al risarcimento senza necessità di attendere ulteriori accertamenti tecnici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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