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Responsabilità professionale notaio: l’obbligo di verifica

Un notaio redige un atto di compravendita per un diritto immobiliare inesistente, portando alla nullità del contratto. La Corte di Cassazione conferma la responsabilità professionale del notaio, sottolineando che il suo dovere non si limita a un controllo formale dei registri, ma impone una verifica sostanziale dell’effettiva esistenza del diritto. L’ordinanza chiarisce anche aspetti cruciali sul rimborso delle spese legali da parte dell’assicurazione professionale e sui criteri per la loro compensazione in giudizio.

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Responsabilità Professionale Notaio: L’Obbligo di Verificare l’Esistenza del Diritto

L’ordinanza della Corte di Cassazione Civile, Sez. 3, n. 1519 del 15 gennaio 2024, offre un’importante lezione sulla responsabilità professionale del notaio nell’ambito delle compravendite immobiliari. La decisione ribadisce che il ruolo del notaio non è quello di un mero certificatore della volontà delle parti, ma di un professionista tenuto a garantire la sicurezza e la legalità dell’operazione, effettuando controlli approfonditi e sostanziali.

I Fatti: Una Compravendita Immobiliare dall’Oggetto Inesistente

Il caso ha origine da un contratto di compravendita di un appartamento, stipulato nel 2008. Gli acquirenti, dopo aver pagato oltre 237.000 Euro, scoprivano una verità amara: il diritto di proprietà superficiaria che credevano di aver acquistato, in realtà, non era mai venuto a esistenza. Il bene era di proprietà demaniale e il diritto non era mai stato formalmente costituito e trasferito ai venditori. Di conseguenza, il contratto era nullo per impossibilità dell’oggetto.

Il Tribunale di primo grado dichiarava la nullità del contratto e condannava i venditori a risarcire gli acquirenti, ma rigettava la domanda di risarcimento contro il notaio che aveva redatto l’atto.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Firenze ribaltava parzialmente la prima decisione, riconoscendo anche la responsabilità contrattuale del notaio. Secondo i giudici d’appello, il professionista aveva violato il suo obbligo di verificare l’effettiva esistenza del diritto oggetto del trasferimento. Di conseguenza, condannava in solido i venditori e il notaio al risarcimento del danno.

La Corte accoglieva anche la domanda di manleva del notaio nei confronti della sua compagnia di assicurazioni, ma con due limitazioni: condannava l’assicurazione a rimborsare solo le somme dovute agli acquirenti (spese di soccombenza), escludendo le spese sostenute dal notaio per la propria difesa (le cosiddette “spese di resistenza”). Inoltre, compensava integralmente le spese legali tra il notaio e la sua assicurazione, adducendo una generica “concordanza delle difese spiegate”.

L’Analisi della Cassazione e la Responsabilità Professionale del Notaio

Il notaio ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi. La Suprema Corte ha rigettato il primo, ma accolto il secondo e il terzo, cassando con rinvio la sentenza d’appello sui punti accolti.

Motivo 1: La Diligenza del Notaio e l’Obbligo di Verifica Sostanziale

Il notaio sosteneva di aver adempiuto ai suoi doveri, avendo esaminato i titoli di provenienza e le visure. La Cassazione ha respinto questa tesi in modo netto. Ha chiarito che la responsabilità professionale del notaio impone un controllo che va oltre la mera forma. Il notaio non può limitarsi a prendere atto delle dichiarazioni delle parti o a esaminare superficialmente i documenti precedenti. Egli ha il dovere di compiere un’indagine giuridica approfondita per assicurare “la serietà e certezza degli effetti tipici dell’atto rogato”.

Nel caso specifico, un esame diligente dei documenti menzionati dallo stesso notaio (in particolare un atto di permuta del 2002) avrebbe rivelato che il diritto di superficie era solo una futura ed eventuale assegnazione da parte del Demanio dello Stato, e non un diritto già esistente e disponibile per la vendita. Il notaio, quindi, avrebbe dovuto identificare il problema e informare le parti, rifiutandosi di stipulare un atto invalido.

Motivo 2: Il Diritto al Rimborso delle “Spese di Resistenza”

La Corte ha ritenuto fondato il motivo con cui il notaio lamentava il mancato rimborso delle spese legali sostenute per difendersi. Secondo l’art. 1917 c.c., l’assicuratore è tenuto a coprire le spese sostenute dall’assicurato per resistere all’azione del danneggiato. La Corte ha affermato che tale obbligo sorge oggettivamente per il solo fatto che l’assicurato è stato costretto a difendersi in una controversia rientrante nella garanzia assicurativa. La Corte d’Appello aveva completamente omesso di pronunciarsi su questo punto, e dovrà quindi rimediare in sede di rinvio.

Motivo 3: La Motivazione per la Compensazione delle Spese

Infine, la Cassazione ha censurato la decisione di compensare le spese tra il notaio e la sua assicurazione. La motivazione addotta dalla Corte d’Appello – “in considerazione della concordanza delle difese spiegate” – è stata giudicata una formula generica, apparente e insufficiente. La legge (nella versione applicabile al caso) permetteva la compensazione solo in presenza di “gravi ed eccezionali ragioni”, che devono essere esplicitate in modo specifico per consentire un controllo sulla decisione. Una motivazione vaga e indeterminata, come quella utilizzata, rende la statuizione illegittima.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su principi consolidati. Per quanto riguarda la responsabilità professionale del notaio, si ribadisce che la sua prestazione non è di mezzi ma di risultato: deve garantire il conseguimento dello scopo pratico voluto dalle parti, ossia un atto valido ed efficace. Questo implica un dovere proattivo di indagine e consiglio. Riguardo alle spese legali, la Corte applica rigorosamente l’art. 1917 c.c. per le spese di resistenza e il principio secondo cui la compensazione delle spese processuali deve essere sorretta da una motivazione specifica e non apparente, per non risultare arbitraria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale per i professionisti del diritto e per i cittadini. Per i notai, sottolinea l’importanza di un approccio scrupoloso e sostanziale, che non si fermi alle apparenze documentali. Per chi si rivolge a un notaio, conferma che la sua funzione è una garanzia essenziale per la sicurezza dei traffici giuridici. Infine, la decisione chiarisce importanti aspetti del rapporto tra assicurato e compagnia assicurativa in caso di contenzioso, tutelando il diritto del professionista a essere integralmente tenuto indenne dalle conseguenze economiche di una richiesta di risarcimento coperta dalla polizza, incluse le spese per la propria difesa.

Qual è l’estensione del dovere di diligenza del notaio nella verifica di un diritto immobiliare?
Il dovere di diligenza del notaio non si limita a un controllo formale dei documenti (come visure e precedenti atti), ma richiede una verifica tecnica e giuridica sostanziale per accertare l’effettiva esistenza, stabilità e disponibilità del diritto da trasferire. Deve assicurare la serietà e la certezza del risultato pratico voluto dalle parti.

L’assicurazione per la responsabilità professionale del notaio copre anche le spese legali sostenute per difendersi in giudizio?
Sì. Secondo l’ordinanza, l’obbligo di rimborso delle cosiddette “spese di resistenza” (le spese per difendersi) sorge oggettivamente per il solo fatto che l’assicurato è stato costretto a difendersi in una controversia rientrante nella garanzia assicurativa, a condizione che ne fornisca la prova.

Quando il giudice può compensare le spese legali tra le parti?
Il giudice può compensare le spese legali solo in presenza di specifiche ragioni previste dalla legge (come la soccombenza reciproca o, per le cause più datate, “gravi ed eccezionali ragioni”). Tali ragioni devono essere indicate in modo esplicito e non generico nella motivazione della sentenza, altrimenti la decisione è illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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