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Responsabilità professionale notaio: il ricorso è nullo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 16621/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni acquirenti contro un notaio. Sebbene la responsabilità professionale del notaio fosse stata accertata in appello per non aver verificato vincoli urbanistici su un immobile, la richiesta di risarcimento è stata respinta per mancata prova del danno. La Cassazione ha sottolineato che il ricorso era inammissibile perché mirava a una nuova valutazione dei fatti, compito precluso alla Suprema Corte, e per difetti procedurali come la mancanza di autosufficienza.

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Responsabilità Professionale Notaio: Senza Prova del Danno, il Risarcimento è Nullo

La responsabilità professionale del notaio è un tema centrale nel diritto immobiliare, ma cosa succede se, pur accertata la colpa del professionista, non si riesce a dimostrare concretamente il danno subito? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16621 del 14 giugno 2024, offre una risposta netta: il ricorso è inammissibile e la richiesta di risarcimento viene respinta. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale non solo di affermare un diritto, ma di provarlo in ogni suo aspetto, specialmente quello economico.

I Fatti del Caso: L’Acquisto Immobiliare e la Negligenza del Notaio

La vicenda ha origine dalla compravendita di un fabbricato con terreno, stipulata nel 2008. Successivamente all’acquisto, gli acquirenti scoprivano due problematiche significative: l’ammontare degli oneri per una sanatoria urbanistica era superiore a quanto previsto e, soprattutto, sull’immobile gravava un vincolo paesaggistico che ne pregiudicava l’edificabilità.

Ritenendo il notaio rogante responsabile per non averli informati di tali criticità, gli acquirenti lo citavano in giudizio per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e morali derivanti dalla sua condotta negligente.

La Decisione della Corte d’Appello: Responsabilità Accertata, Danno non Provato

La Corte d’Appello di Roma, riformando la decisione di primo grado, riconosceva la responsabilità del notaio. I giudici di secondo grado stabilivano che il professionista aveva l’onere di verificare la regolarità della domanda di sanatoria e l’esistenza di vincoli, anche senza un incarico esplicito in tal senso.

Tuttavia, la Corte rigettava la domanda di risarcimento. La ragione? Gli acquirenti non erano riusciti a provare il quantum debeatur, ovvero l’effettivo ammontare del danno. Nello specifico, non risultava documentato il versamento del prezzo di vendita, né le spese per il mutuo e l’atto notarile. Anche i costi di ristrutturazione erano stati considerati anteriori all’atto e quindi non collegabili causalmente alla negligenza del notaio.

L’Analisi della Cassazione e i limiti alla responsabilità professionale del notaio

Gli acquirenti decidevano di ricorrere in Cassazione, lamentando un’errata valutazione delle prove e una motivazione solo apparente da parte della Corte d’Appello. La Suprema Corte, però, ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su principi procedurali fondamentali che limitano il suo campo d’azione.

I giudici di legittimità hanno ribadito che il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti. Le censure degli acquirenti, infatti, non denunciavano una violazione di legge, ma chiedevano una nuova e diversa valutazione delle prove documentali, attività preclusa alla Suprema Corte. La Corte ha inoltre rilevato un difetto di ‘autosufficienza’ del ricorso: i ricorrenti avevano omesso di trascrivere i documenti e di indicare gli atti processuali specifici su cui basavano le loro doglianze, impedendo alla Corte di valutare la fondatezza delle loro critiche senza dover accedere al fascicolo processuale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione di inammissibilità sulla base di consolidati principi giurisprudenziali. In primo luogo, ha chiarito che la critica alla valutazione delle prove (artt. 115-116 c.p.c.) e l’omesso esame di un fatto (art. 360, n. 5, c.p.c.) possono essere contestati solo entro limiti molto stretti. Il vizio motivazionale rilevante non è la semplice insufficienza, ma un’anomalia radicale come la motivazione inesistente, palesemente illogica o contraddittoria. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione, seppur sintetica, sul perché ritenesse non provato il danno.

In secondo luogo, la doglianza relativa alla mancata contestazione del pagamento del prezzo è stata respinta per difetto di autosufficienza. I ricorrenti avrebbero dovuto indicare precisamente l’atto in cui la controparte non aveva contestato tale circostanza, per permettere alla Corte di verificare. L’inammissibilità del ricorso principale ha comportato l’assorbimento del ricorso incidentale presentato dal notaio, che contestava la sua stessa dichiarazione di responsabilità.

Conclusioni: L’Importanza della Prova del Danno

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intraprenda un’azione legale per risarcimento danni, specialmente nel campo della responsabilità professionale del notaio. Dimostrare la colpa del professionista è solo il primo passo; il secondo, altrettanto cruciale, è provare in modo rigoroso e documentato l’entità del pregiudizio economico subito. Senza una prova concreta e dettagliata del danno, anche una chiara affermazione di responsabilità può rivelarsi una vittoria di Pirro, lasciando il danneggiato senza alcun risarcimento effettivo e con l’onere delle spese legali.

Un notaio può essere ritenuto responsabile per mancata verifica di vincoli urbanistici anche se non specificamente incaricato?
Sì. Secondo quanto stabilito dalla Corte d’Appello nel caso in esame, e non contestato nel merito dalla Cassazione, sul notaio grava l’onere di verificare la regolarità delle pratiche di sanatoria e l’esistenza di vincoli, in quanto tale attività rientra nei suoi doveri professionali di diligenza.

Perché il ricorso degli acquirenti è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione nonostante la responsabilità del notaio fosse stata accertata?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per motivi procedurali. Gli acquirenti non hanno sollevato questioni sulla corretta applicazione della legge, ma hanno chiesto alla Cassazione di rivalutare le prove e i fatti del caso, compito che esula dalle competenze della Suprema Corte. Inoltre, il ricorso mancava di ‘autosufficienza’, non fornendo tutti gli elementi necessari per la decisione.

Cosa significa in pratica che la ‘prova del danno’ non è stata fornita?
Significa che gli acquirenti, pur sostenendo di aver subito un danno economico, non hanno presentato in giudizio prove documentali sufficienti a dimostrarlo. Nello specifico, non hanno provato con documenti (come copie di bonifici, contratti di mutuo, fatture) di aver effettivamente pagato il prezzo dell’immobile, sostenuto le spese notarili e del mutuo, o affrontato costi di ristrutturazione direttamente collegabili alla negligenza del notaio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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