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Responsabilità professionale notaio: il danno escluso

Una società immobiliare acquista un bene con un progetto di sopraelevazione, ma una servitù non segnalata dal notaio impedisce il piano. La società chiede i danni per il minor valore dell’immobile. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14441/2024, ha rigettato il ricorso, stabilendo che, non essendo mai esistito un diritto a sopraelevare, non sussiste alcun danno risarcibile derivante dalla negligenza del professionista, nemmeno per aver pagato un prezzo ritenuto eccessivo.

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Responsabilità Professionale Notaio: Quando il Danno Non È Risarcibile

La responsabilità professionale del notaio è un tema cruciale nel settore immobiliare, specialmente quando un’omissione può avere conseguenze economiche rilevanti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 14441/2024) ha fornito importanti chiarimenti sul nesso di causalità tra la condotta del professionista e il danno lamentato dall’acquirente. Il caso analizza la situazione in cui un notaio omette di segnalare una servitù altius non tollendi, che impedisce la sopraelevazione di un immobile, e la conseguente richiesta di risarcimento del danno da parte della società acquirente.

I Fatti di Causa: L’Acquisto Immobiliare e la Servitù Nascosta

Una società immobiliare aveva acquistato un fabbricato con l’intenzione di demolirlo e ricostruirne uno nuovo, di maggiori dimensioni e altezza. Durante la compravendita, il notaio incaricato aveva attestato nell’atto che l’immobile era libero da pesi e vincoli.

Successivamente, la società scopriva l’esistenza di una servitù altius non tollendi, costituita nel 1919, che gravava sull’immobile e impediva di costruire oltre una certa altezza. Questo vincolo vanificava il progetto di sviluppo immobiliare. La società, quindi, conveniva in giudizio il notaio, chiedendo il risarcimento del danno, quantificato nel minor valore dell’immobile a causa della servitù non segnalata.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano la domanda. In particolare, la Corte d’Appello sosteneva che il pregiudizio lamentato (la perduta possibilità di realizzare un edificio più grande) non fosse risarcibile, in quanto il diritto di sopraelevare non era mai esistito in capo alla società acquirente proprio a causa della preesistente servitù. Di conseguenza, nessuna lesione poteva essere imputata all’omissione del notaio.

La Decisione della Cassazione sulla Responsabilità Professionale del Notaio

La società immobiliare ricorreva in Cassazione, lamentando principalmente la violazione del principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato (art. 112 c.p.c.). Secondo la ricorrente, la Corte d’Appello si era concentrata solo sul danno da mancata sopraelevazione (lucro cessante), trascurando la domanda principale relativa al danno emergente, cioè l’aver pagato un prezzo superiore al reale valore del bene a causa della servitù non dichiarata.

L’analisi del primo motivo: il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato

La Suprema Corte ha ritenuto infondato il motivo. Ha chiarito che la Corte d’Appello, pur con una diversa motivazione rispetto al primo grado, aveva valutato l’intera domanda. Il ragionamento dei giudici di merito è stato lineare: se il diritto di sopraelevare non è mai esistito, non può derivarne alcun danno risarcibile. Questa conclusione assorbe e nega anche la configurabilità di un danno per aver pagato un prezzo “maggiore correlato al diritto di sopraelevazione asseritamente leso”. In altre parole, la Corte ha implicitamente escluso anche il danno da minor valore, perché intrinsecamente collegato alla stessa potenzialità edificatoria che, giuridicamente, non è mai esistita.

Il secondo motivo: l’inammissibilità della censura sulle spese

Il secondo motivo di ricorso, relativo alla compensazione delle spese legali, è stato dichiarato inammissibile. La Cassazione ha ribadito che la critica alla statuizione sulle spese, quando non denuncia un vizio specifico nel processo decisionale del giudice, si risolve in un “non motivo” e non può essere accolta.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte di Cassazione si fondano su una rigorosa applicazione del principio del nesso di causalità. La violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato sussiste solo quando il giudice altera gli elementi identificativi dell’azione o introduce un titolo nuovo e diverso. In questo caso, la Corte d’Appello ha deciso sull’intera domanda, ritenendo che la pretesa risarcitoria, in tutte le sue sfaccettature (sia come lucro cessante che come danno emergente), fosse infondata. La Corte ha ritenuto che le “voci di danno commisurate al costo della servitù presupporrebbero comunque l’esistenza del diritto di sopraelevare”, diritto che nella specie non esisteva. Di conseguenza, la condotta inadempiente del notaio, sebbene sussistente, non ha causato la lesione di un diritto invocato né il conseguente danno da risarcire, poiché la situazione patrimoniale della società non sarebbe stata diversa neppure con una corretta informazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Con il rigetto del ricorso, la Corte di Cassazione ha condannato la società ricorrente a rifondere le spese processuali. La decisione offre un’importante lezione sulla responsabilità professionale del notaio: sebbene la negligenza del professionista nel non rilevare una servitù sia un fatto accertato, il diritto al risarcimento non è automatico. È necessario dimostrare rigorosamente il nesso di causalità tra l’omissione e un danno concreto e giuridicamente apprezzabile. Se il danno lamentato si basa sulla perdita di una facoltà (come quella di sopraelevare) che l’acquirente non avrebbe comunque mai potuto esercitare a causa di un vincolo preesistente, la catena causale si interrompe e nessuna pretesa risarcitoria può trovare accoglimento.

Un notaio è sempre responsabile per i danni se non segnala una servitù?
No. Sebbene l’omissione configuri una negligenza professionale, la responsabilità per danni sorge solo se si dimostra un nesso di causalità tra tale omissione e un pregiudizio effettivo. Se il danno lamentato si fonda sulla perdita di un diritto che in realtà non è mai esistito per l’acquirente, non c’è risarcimento.

È possibile chiedere un risarcimento per il minor valore di un immobile se una servitù non segnalata impedisce di costruire più in alto?
Secondo questa ordinanza, no. La Corte ha stabilito che se il diritto di sopraelevare era già inesistente a causa della servitù, non si può lamentare un danno per la sua perdita. Di conseguenza, viene esclusa anche la richiesta di risarcimento per aver pagato un prezzo più alto, in quanto questo presunto maggior valore era basato su una potenzialità edificatoria giuridicamente inesistente.

Cosa significa che la Corte d’Appello non ha violato il principio di “corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato”?
Significa che la Corte d’Appello ha deciso su tutta la domanda presentata dalla società, anche se non ha analizzato separatamente ogni singola voce di danno. Giungendo alla conclusione che il diritto fondamentale (quello a sopraelevare) non esisteva, ha logicamente e implicitamente escluso ogni tipo di danno da esso derivante, compreso quello da minor valore dell’immobile, senza omettere la pronuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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