LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità precontrattuale: quando è risarcibile?

Una società immobiliare ha citato in giudizio un istituto di credito per risarcimento danni, a seguito del rigetto di una richiesta di mutuo dopo due anni di trattative. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che la responsabilità precontrattuale sorge solo quando le trattative sono giunte a uno stadio tale da creare un ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto. Nel caso di specie, mancava un accordo sulle linee fondamentali, pertanto l’interruzione, seppur dopo un lungo periodo, non è stata considerata illecita.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Responsabilità Precontrattuale: Quando la Rottura delle Trattative Comporta un Risarcimento?

La fase delle trattative è un momento cruciale e delicato in qualsiasi operazione commerciale. Ma cosa succede se, dopo mesi o anni di negoziati, una delle parti si tira indietro? È sempre possibile chiedere un risarcimento? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta proprio il tema della responsabilità precontrattuale, delineando con precisione i confini entro cui la rottura ingiustificata delle trattative può generare un obbligo di risarcire il danno. Il caso esaminato riguardava la richiesta di risarcimento di una società immobiliare nei confronti di una banca che aveva negato un mutuo dopo un lungo iter istruttorio.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore immobiliare aveva acquistato un’area edificabile con l’intenzione di costruire diverse unità abitative. Per finanziare il progetto, aveva richiesto un mutuo di 400.000 euro a un importante istituto di credito. La banca aveva avviato l’istruttoria della pratica, che si era protratta per circa due anni, durante i quali erano state effettuate perizie e scambiata documentazione.

Al termine di questo lungo periodo, la banca comunicava alla società il rigetto della richiesta di finanziamento. Trovandosi nell’impossibilità di procedere con il progetto edilizio, la società era stata costretta a rinunciarvi e a vendere il terreno. Ritenendo di aver subito un danno a causa del comportamento della banca, che aveva generato un’aspettativa poi delusa, la società la citava in giudizio per ottenere il risarcimento del danno per violazione dell’obbligo di buona fede nelle trattative, ai sensi dell’art. 1337 del codice civile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di primo e secondo grado, ha dichiarato inammissibile il ricorso della società immobiliare. I giudici hanno stabilito che, nel caso specifico, non sussistevano i presupposti per configurare una responsabilità precontrattuale a carico della banca.

I Limiti della Responsabilità Precontrattuale

Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione dei requisiti necessari per invocare la responsabilità precontrattuale. La Corte ha ribadito un principio consolidato: non è sufficiente che tra le parti siano in corso delle trattative, anche se serie e prolungate. Per poter parlare di responsabilità, è necessario che queste trattative abbiano raggiunto uno stadio di avanzamento tale da generare, nella parte che poi lamenta il danno, un ‘ragionevole affidamento’ sulla conclusione del contratto.

Cosa si Intende per ‘Ragionevole Affidamento’?

Il concetto di ‘ragionevole affidamento’ non è astratto. Si concretizza quando le parti hanno raggiunto un’intesa sugli elementi essenziali e fondamentali del contratto (ad esempio, l’importo del mutuo, il tasso di interesse, la durata, le garanzie). Solo in questo scenario, l’interruzione improvvisa e senza un giustificato motivo da parte di uno dei contraenti può essere considerata una violazione del dovere di buona fede e, quindi, fonte di risarcimento.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che, nonostante la durata di due anni, le trattative tra la società e la banca erano ancora in una fase esplorativa, in fieri. Le parti non erano mai ‘approdate ad alcun accordo sulle linee fondamentali’ del contratto di mutuo. La documentazione prodotta (richieste di mutuo di diverso importo, perizie tecniche) dimostrava l’esistenza di contatti e di un’istruttoria, ma non un accordo di massima già definito. In assenza di questo nucleo di consenso, la società non poteva vantare un’aspettativa giuridicamente tutelata sulla concessione del finanziamento. La decisione della banca di non concedere il mutuo, pertanto, rientrava nella sua normale autonomia contrattuale e non configurava un comportamento illecito. La Corte ha sottolineato che l’onere di provare il raggiungimento di uno stadio avanzato delle trattative, tale da giustificare l’affidamento, spetta a chi chiede il risarcimento. In questo caso, la società non è riuscita a fornire tale prova.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento pratico sui confini della responsabilità precontrattuale. Ci insegna che la pazienza e la durata non sono, da sole, sufficienti a creare un vincolo. Per le imprese, la lezione è chiara: fino a quando non si raggiunge un accordo scritto, anche solo preliminare, che fissi i punti essenziali dell’operazione, il rischio che la controparte si ritiri senza conseguenze legali è concreto. La semplice speranza, anche se alimentata da negoziati lunghi e apparentemente seri, non gode di tutela legale se non si è consolidata in un ‘ragionevole affidamento’ basato su elementi oggettivi e condivisi.

Quando sorge la responsabilità precontrattuale per interruzione delle trattative?
La responsabilità precontrattuale sorge non per la semplice interruzione, ma solo quando le trattative sono giunte a uno stadio così avanzato da aver generato nella controparte un ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto. Questo avviene quando le parti hanno già raggiunto un’intesa sugli elementi essenziali dell’accordo.

La lunga durata di una trattativa è di per sé sufficiente a fondare un affidamento tutelabile?
No. Secondo la Corte, la durata delle trattative (nel caso specifico, due anni) non è di per sé un elemento sufficiente. Ciò che conta è lo stato di avanzamento delle stesse e il raggiungimento di un accordo sui punti fondamentali, non la mera estensione temporale dei negoziati.

Cosa deve provare chi chiede il risarcimento per responsabilità precontrattuale?
Chi agisce in giudizio deve dimostrare quattro elementi: 1) l’esistenza di trattative; 2) che queste erano giunte a uno stadio idoneo a creare un ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto; 3) che sono state interrotte senza un giustificato motivo; 4) che, usando l’ordinaria diligenza, non c’erano segnali che potessero far dubitare dell’esito positivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati