Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 7498 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 3 Num. 7498 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 20/03/2024
Oggetto: CONTRATTI OBBLIGAZIONI – Preliminare locazione – Responsabilità precontrattuale RAGIONE_SOCIALEA. – Travisamento trattative
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 11093/2019 R.G. proposto da
RAGIONE_SOCIALE (già RAGIONE_SOCIALE) , in persona del rappresentante legale pro tempore , rappresentata e difesa dall’ AVV_NOTAIO, in virtù di procura a margine del ricorso, elettivamente domiciliata in ROMA, INDIRIZZO presso lo studio dell’AVV_NOTAIO (PEC EMAIL);
-ricorrente – contro
COMUNE RAGIONE_SOCIALE CAMPOBASSO, in persona del Sindaco pro tempore , rappresentata e difesa dall’AVV_NOTAIO, in virtù di procura speciale in calce alla presente comparsa di costituzione di nuovo difensore, domiciliato ex lege in ROMA, INDIRIZZO presso la Cancelleria della Corte di cassazione (PEC EMAIL);
-resistente –
avverso la SENTENZA della CORTE D’APPELLO di CAMPOBASSO n. 91/2019 depositata il 22/01/2019.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 5 dicembre 2023 dalla Consigliera NOME COGNOME.
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
il RAGIONE_SOCIALE di Campobasso, odierno resistente, ha proposto appello avverso la decisione non definitiva n. 748 del 7/10/2014 resa dal Tribunale di Campobasso che aveva accertato la responsabilità precontrattuale del RAGIONE_SOCIALE della stessa città e disposto per il prosieguo del giudizio; RAGIONE_SOCIALE aveva resistito chiedendo il rigetto dell’impugnazione.
La Corte d’appello di Campobasso , in accoglimento del gravame, ha annullato la decisione di prime cure e compensato tra le parti le spese del giudizio.
2. RAGIONE_SOCIALE ha proposto ricorso per cassazione sulla base di sette motivi. Il RAGIONE_SOCIALE di Campobasso ha resistito con controricorso.
Ai fini della decisione del presente ricorso, questa Corte ha proceduto in camera di consiglio ai sensi dell’art. 360 bis.1 c.p.c..
Non ha depositato conclusioni scritte il Pubblico Ministero.
Nessuna delle parti ha depositato memoria.
MOTIVI DELLA DECISIONE
La ricorrente denunzia con il primo motivo di ricorso ‘ In relazione all’art. 360, comma 1 n. 4), c.p.c. ‘ la ‘ Nullità della sentenza e del procedimento per violazione e falsa applicazione dell’art. 112 e dell’art. 115 c.p.c.Inammissibilità dell’avverso appello per omessa riserva precedente alla notifica dell’appello’; contesta, in particolare, che il giudice d’a ppello nulla ha affermato riguardo all’eccezione di inammissibilità del gravame per l’ omessa riserva precedente alla notifica dell’atto di appello , sollevata dalla ricorrente con la comparsa di costituzione in appello e ribadita in quella conclusionale;
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n. r.g. 11093/2019
Pres. L.NOME COGNOME
RAGIONE_SOCIALE vizio che, a parere della ricorrente, sarebbe rilevante sia ‘ in relazione all’art. 360, comma 1 n. 4), c.p.c.: violazione e/o falsa applicazione dell’art. 111 Cost. e dell’art. 132 n. 4 c.p.c. ‘ e sia ‘ in relazione all’art. 360, comma 1 n. 5), c.p.c.: omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti ‘ .
1.1 . Il motivo di ricorso è manifestamente infondato.
Il regime d’impugnazione delle sentenze di primo grado, che non definiscono la controversia (cosiddette sentenze non definitive), è indicato negli articoli 339 e 340 cod. proc. civ., che attribuiscono alla parte soccombente in base alla sentenza non definitiva la facoltà di proporre, nei termini indicati dagli artt. 325 e 327 cod. proc. civ., appello immediato contro la decisione o di procrastinarlo, attendendo l’esito del giudizio per valutare la convenienza del risultato finale; in quest’ultimo caso, la facoltà è subordinata alla formulazione di una riserva, della quale sono indicati i termini e le forme. Per vero, quindi la riserva andava formulata solo se per impugnare la sentenza non definitiva assieme a quella definitiva mentre, nel caso di specie, è stata impugnata soltanto quella non definitiva e, pertanto, la doglianza va disattesa.
2. La ricorrente denuncia, inoltre, con il secondo motivo di ricorso ‘ In relazione all’art. 360, comma 1 n. 4), c.p.c.’ la ‘ Nullità della sentenza e del procedimento per violazione e falsa applicazione dell’art. 112 e dell’art. 115 c.p.c. ‘ , per aver invocato ‘l’ i nammissibilità dell’avverso appello per difetto dell’onere di specificazione dei motivi di gravame ex art. 342 c.p.c. ‘ ; contesta, in particolare, che il giudice d’appello nulla ha affermato riguardo alla suddetta eccezione di inammissibilità e che neppure può esserne ipotizzato un ‘assorbimento diretto improprio’; vizio che, a parere della ricorrente, sarebbe rilevante sia ‘ in relazione all’art. 360, comma 1 n. 4), c.p.c.: violazione e/o falsa applicazione dell’art. 111 Cost. e dell’art. 132 n. 4 c.p.c. ‘ e sia ‘ in relazione all’art. 360, comma 1 n. 5), c.p.c.: omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti ‘.
2.1. Il motivo è parimenti infondato.
La decisione impugnata riporta, in sintesi, ma analiticamente, il contenuto di ciascuno dei motivi di appello proposti dall’appellante RAGIONE_SOCIALE (cfr. pag. 2 della sentenza impugnata) e mostra, avendo concluso per l’acco glimento del gravame, di averli esaminati partitamente e complessivamente condivisi.
La parte ricorrente lamenta con il terzo motivo e quarto motivo, prospettati congiuntamente, ‘ In relazione all’art. 360, comma 1 n. 3), c.p.c. ed in relazione all’art. 360, comma 1 n. 4), c.p.c.’ la ‘ violazione e falsa applicazione dell’art. 112 e dell’art. 115 c.p.c. E nullità della sentenza per travisamento della prova ‘; in particolare, contesta l’affermazione con cui la sentenza impugnata ha ritenuto che le trattative erano avvenute tra il Sindaco del RAGIONE_SOCIALE di Campobasso e la società RAGIONE_SOCIALE e che l’even tuale azione di responsabilità si sarebbe potuta far valere nei confronti del singolo amministratore ma non dell’ Ente locale; in proposito, inserisce, assemblandoli, nel corpo del ricorso una serie di copie di documenti (tra pagg. 25 e 26 in ricorso), volti a dimostrare che il coinvolgimento nelle trattative aveva riguardato l’intero RAGIONE_SOCIALE e le relative strutture amministrative e non soltanto il Sindaco, ed in proposito, censura la sentenza impugnata perché frutto di travisamento della prova, richiamando, tra le decisioni di legittimità, la sentenza n. 10749 del 2015 e osserva che la circostanza del coinvolgimento nelle trat tative dell’intera struttura amministrativa costituisce fatto decisivo ai fini dell ‘accertamento della responsabilità del RAGIONE_SOCIALE.
La parte ricorrente lamenta con il quinto motivo di ricorso ‘ In relazione all’art. 360, comma 1 n. 5), c.p.c.’ l’ ‘ omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti ‘ in quanto il ragionamento del giudice d’appello senza la informazione travisata assume rilievo anche in relazione alla coerenza logica della ratio decidendi adottata.
5. La parte ricorrente lamenta con il sesto motivo ‘ In relazione all’art. 360, comma 1 n. 4) ‘ la ‘violazione e/o falsa applicazione dell’art. 111 cost., dell’art. 132 n. 4 c.p.c . e dell’art. 36 n. 4 d lgs. n. 546/1992 ‘ in quanto per effetto del travisamento la motivazione risulta illogica e contraddittoria, tanto da risultare apparente.
6. La parte ricorrente lamenta con il settimo motivo ‘ In relazione all’art. 360, comma 1 n. 3) ‘ la ‘Violazione e/o falsa applicazione dell’art. 1337 e 1175, degli artt. 50, 191 e 192 TUEL d. lgs. n. 267/2000 ‘ e denuncia la parte della sentenza impugnata in cui la Corte d’appello ha affermato che non sussiste la responsabilità precontrattuale del RAGIONE_SOCIALE perché non avrebbe posto in essere ‘l’approvazione del bilancio comunale’ e ‘ alcun atto deliberativo né una previsione di spesa o di copertura finanziaria ‘ ovvero ‘ di altro atto necessario ai fini della nascita di una obbligazione da parte del l’Ente’; in proposit o, la decisione ha violato gli artt. 1337 e 1338 c.c. perché ai fini della responsabilità contrattuale rileva soltanto se il contraente abbia agito nel rispetto dei doveri posti dalle richiamate disposizioni codicistiche e ha falsamente applicato la normativa in tema di copertura finanziaria e di rappresentanza dell’Ente prevista dal TUEL.
7. I motivi del ricorso dal terzo sino al settimo, che possono essere congiuntamente esaminati per l’evidente nesso di connessione, sono inammissibili.
Giova rammentare che per ritenere integrata la responsabilità precontrattuale occorre che tra le parti siano in corso trattative; che queste siano giunte ad uno stadio idoneo ad ingenerare, nella parte che invoca l’altrui responsabilità, il ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto; che esse siano state interrotte, senza un giustificato motivo, dalla parte cui si addebita detta responsabilità; che, infine, pur nell’ordinaria diligenza della parte che invoca la responsabilità, non sussistano fatti idonei ad escludere il suo ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto, va ribadito che la
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RAGIONE_SOCIALE verifica della ricorrenza di tutti tali elementi si risolve in un accertamento di fatto riservato al giudice di merito, incensurabile in sede di legittimità ove adeguatamente motivato (così, di recente, Cass. 10413 del 27/04/2017; Cass. 15 aprile 2016, n. 7545).
Ebbene, la parte ricorrente non contesta l’individuazione, secondo diritto, da parte del giudice a quo , dei presupposti della responsabilità precontrattuale come sopra precisati; contestazione, la quale soltanto avrebbe giustificato la denuncia di violazione di legge, in riferimento al disposto dell’art. 1337 e 1338 cod. civ., come sopra interpretati. Piuttosto, pretende di ricostruire i fatti -specificamente quelli valutati dal giudice per ritenere sussistente il ragionevole affidamento della controparte ed escludere la sussistenza di un giustificato motivo di recesso- secondo una lettura delle risultanze istruttorie diversa da quella fornita dalla Corte d’appello. Per questa via, la società ricorrente finisce per riproporre e richiedere un riesame del merito della controversia non consentito in sede di legittimità.
Non sono pertinenti i rilievi svolti in merito all’asserito travisamento delle prove e alla pretesa illogicità, contraddittorietà della motivazione, tanto da risultare apparente; tali doglianze non sono sussistenti rispetto a tutti i profili di censura prospettati e si risolvono nuovamente in una richiesta di riesame dell’accertamento di fatto compiuto dal giudice di merito ; difatti, la Corte d’appello espressamente ha richiamato i documenti (che parte ricorrente denuncia non essere stati considerati) e affermato che la nota a firma del Sindaco recante la disponibilità ad accettare la proposta di contratto di locazione veniva comunicata in data 14 marzo 2012 alla società e che nella medesima si specificava la preventiva necessità dell’approvazione del bilancio comunale. Da ciò, la Corte d’appello ha desunto che non era stato perfezionato ‘alcun atto deliberativo né una previsione di spesa o di copertura finanziaria’ ovvero ‘di altro atto necessario ai fini della nascita di una obbligazione da parte dell’Ente’ , né era stata posta in essere alcuna formalità prevista dalla
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AVV_NOTAIO legge in particolare dal Testo Unico Enti Locali. Aggiunge ancora la Corte d’appello che con varie note (23/10/2021-13/11/2012) a firma del Dirigente dell’Area n. 4 – Servizio Patrimonio -veniva comunicato e ribadito che il contratto di locazione, sarebbe stato eventualmente stipulato solo dopo che l’Amministrazione comunale avesse formalizzato la propria volontà in merito, attraverso l’ adozione di specifici atti deliberativi, definendo negli stessi termini e le condizioni della futura locazione’ (pag. 3 d ella sentenza impugnata).
Infine, generiche, oltre che rivolte contro la sentenza di primo grado, e perciò inammissibili, sono le censure svolte in riferimento alla pretesa violazione delle norme sul Testo Unico Enti Locali.
E’ appena il caso di evidenziare come la Corte d’appello escludendo la sussistenza di una responsabilità precontrattuale del RAGIONE_SOCIALE convenuto, ha pure tenuto conto che la società RAGIONE_SOCIALE aveva già, in precedenza, concesso in locazione il primo piano dell’immobile de quo, per cui era a conoscenza delle formalità burocratiche e degli adempimenti necessari per la stipula del contratto con l ‘ Ente pubblico locale, circostanza che esclude che possa essersi ritenuta ingannata o tratta in errore dall’altra parte ( cfr. pag. 3 e 4 sentenza impugnata).
Le spese del giudizio di legittimità in virtù del principio di soccombenza vengono poste a carico della parte ricorrente in favore della parte controricorrente e liquidate come da dispositivo.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso e condanna parte ricorrente a rifondere il pagamento delle spese processuali in favore della parte controricorrente, che liquida in complessivi euro 8.200,00, di cui euro 200,00 per esborsi, oltre spese forfetarie al 15% ed accessori di legge.
Ai sensi dell’art. 13, comma 1 quater , del d.P.R. n. 115 del 2002, dà atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte della
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parte ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello per il ricorso, a norma del comma 1 bis dello stesso art. 13, se dovuto (Cass. Sez. U. 20 febbraio 2020 n. 4315).
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Terza