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Responsabilità precontrattuale e danno risarcibile

Un’imprenditrice agricola ha citato in giudizio un istituto di credito per l’interruzione ingiustificata delle trattative relative a un finanziamento agevolato. La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto della domanda, chiarendo che in caso di responsabilità precontrattuale il danno risarcibile è limitato al cosiddetto ‘interesse negativo’ (spese sostenute e perdita di altre occasioni), e non si estende al beneficio che si sarebbe ottenuto dal contratto non concluso (‘interesse positivo’). La domanda dell’imprenditrice è stata respinta perché mirava a ottenere il risarcimento del mancato guadagno, una voce di danno non coperta da questa forma di responsabilità.

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Responsabilità Precontrattuale: Cosa Si Può Chiedere Come Risarcimento?

La fase delle trattative è un momento delicato nella vita di ogni contratto. Ma cosa succede se una delle parti si comporta in modo scorretto, mandando all’aria l’accordo? La legge prevede un rimedio, noto come responsabilità precontrattuale, ma i confini del danno risarcibile sono spesso oggetto di dibattito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce proprio su questo punto, analizzando il caso di un finanziamento agevolato sfumato tra un’imprenditrice agricola e una banca.

I Fatti: Una Trattativa Interrotta e la Richiesta di Danno

Una titolare di un’impresa agricola, dopo aver ottenuto l’ammissione a un programma di finanziamento agevolato per la sicurezza sul lavoro, avvia le trattative con un istituto di credito per l’apertura della necessaria linea di credito. Nonostante un lungo iter e la fornitura di tutta la documentazione, la banca subordina la concessione del credito a garanzie personali da parte di terzi comproprietari dei terreni aziendali.

L’imprenditrice, impossibilitata a fornire tali garanzie, propone una valida alternativa (una fideiussione da parte di una società proprietaria di vasti terreni), ma la sua comunicazione cade nel vuoto. La banca non risponde, il tempo passa e l’opportunità del finanziamento agevolato scade. Ritenendo il comportamento della banca contrario a buona fede, l’imprenditrice la cita in giudizio chiedendo il risarcimento del danno derivante dal mancato accesso al finanziamento.

La Decisione dei Giudici: I Limiti della Responsabilità Precontrattuale

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello rigettano la domanda. Pur riconoscendo che la condotta della banca violava le regole di correttezza e buona fede (art. 1337 c.c.), i giudici sottolineano un principio fondamentale: nella responsabilità precontrattuale, il danno risarcibile è circoscritto al cosiddetto “interesse negativo”.

Questo significa che la parte lesa può chiedere il rimborso delle spese inutilmente sostenute durante le trattative e il risarcimento per aver perso altre concrete occasioni contrattuali. Non può, invece, pretendere il beneficio che avrebbe tratto dal contratto se questo fosse stato concluso (il cosiddetto “interesse positivo”). Poiché l’imprenditrice aveva chiesto proprio il risarcimento per l’utilità persa dal mancato finanziamento, e non aveva provato spese o altre occasioni perse, la sua domanda è stata respinta.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, investita della questione, conferma la decisione dei giudici di merito e offre importanti chiarimenti sulla responsabilità precontrattuale.

In primo luogo, la Corte ribadisce l’orientamento consolidato secondo cui la culpa in contrahendo (colpa nelle trattative) rientra nella categoria della responsabilità extracontrattuale (o da fatto illecito), e non in quella contrattuale. Questo ha implicazioni, ad esempio, sull’onere della prova e sui termini di prescrizione.

Il punto cruciale della motivazione, tuttavia, riguarda l’esatta delimitazione del danno risarcibile. La Cassazione spiega che, indipendentemente dalla natura extracontrattuale o contrattuale della responsabilità, il danno si limita sempre e solo all’interesse negativo. L’obiettivo della norma non è mettere la parte danneggiata nella stessa posizione in cui si sarebbe trovata se il contratto fosse andato a buon fine, ma ristorarla per la lesione della sua libertà negoziale.

Infine, la Corte evidenzia un aspetto processuale decisivo: la domanda dell’imprenditrice era stata formulata per ottenere il risarcimento del danno da “mancato accesso al finanziamento”. Questa è una richiesta di interesse positivo. La tesi difensiva della “perdita di chance” (intesa come perdita dell’opportunità di rivolgersi ad altre banche) costituisce una domanda diversa e autonoma, che non era mai stata formalmente avanzata nei gradi di merito. Il giudice non può, quindi, liquidare un danno per un titolo diverso da quello richiesto dalla parte.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Trattative

La sentenza offre una lezione fondamentale per chiunque si trovi ad affrontare una trattativa complessa. In caso di interruzione ingiustificata e scorretta da parte dell’altro contraente, è essenziale impostare correttamente la richiesta di risarcimento. Non si può chiedere il profitto sperato dall’affare sfumato. È invece necessario concentrarsi sulla prova concreta delle spese sostenute (costi per consulenze, perizie, viaggi) e, soprattutto, sulla dimostrazione di aver perso altre specifiche e favorevoli opportunità contrattuali a causa del tempo e delle risorse dedicate alla trattativa fallita. Una strategia legale precisa fin dall’inizio è la chiave per ottenere tutela in casi di responsabilità precontrattuale.

Cosa si intende per responsabilità precontrattuale?
È la responsabilità che sorge quando una delle parti, durante le trattative per la conclusione di un contratto, si comporta in modo contrario alla buona fede, causando un danno all’altra parte che ha fatto legittimo affidamento sulla conclusione dell’accordo.

In caso di interruzione ingiustificata delle trattative, quali danni si possono chiedere?
Si può chiedere il risarcimento del cosiddetto ‘interesse negativo’, che comprende due voci di danno: le spese inutilmente sostenute in previsione della conclusione del contratto (danno emergente) e la perdita di altre concrete occasioni contrattuali che sono state trascurate per dedicarsi alla trattativa fallita (lucro cessante).

Perché la richiesta di risarcimento dell’imprenditrice è stata respinta?
La sua richiesta è stata respinta perché era volta a ottenere il risarcimento del beneficio economico che avrebbe tratto dal finanziamento se fosse stato concesso (‘interesse positivo’). Questo tipo di danno non è risarcibile nell’ambito della responsabilità precontrattuale. Inoltre, non aveva allegato né provato di aver sostenuto spese inutili o di aver perso altre specifiche opportunità di finanziamento con altri istituti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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