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Responsabilità occupante sine titulo: chi paga i danni?

La Corte di Cassazione ha stabilito che i figli conviventi di una conduttrice deceduta, i quali continuano a occupare l’immobile senza titolo dopo la convalida di sfratto, sono solidalmente responsabili per i danni riscontrati alla riconsegna. La loro è una responsabilità occupante sine titulo di natura extracontrattuale. Non spetta al proprietario dimostrare chi ha causato il danno, ma agli occupanti provare la propria estraneità ai fatti.

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Danni all’immobile: la responsabilità dell’occupante sine titulo

Quando un immobile viene restituito con dei danni, chi ne risponde se l’occupante non è il titolare del contratto? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21071/2024, ha fornito chiarimenti cruciali sulla responsabilità dell’occupante sine titulo, delineando i confini tra responsabilità contrattuale ed extracontrattuale e specificando l’onere della prova.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da una proprietaria nei confronti dei due figli della sua ex inquilina. La madre dei due aveva stipulato un contratto di locazione ma, a causa del mancato pagamento dei canoni, la proprietaria aveva ottenuto un’ordinanza di convalida di sfratto.

Successivamente, la conduttrice è deceduta. I figli, che già convivevano con lei, hanno però continuato a occupare l’appartamento per diversi mesi dopo la morte della madre e l’emissione del provvedimento di sfratto. Al momento della riconsegna, l’immobile presentava notevoli danni, documentati in un verbale sottoscritto da entrambe le parti.
La proprietaria ha quindi agito in giudizio per ottenere il risarcimento dei danni, quantificati in circa 24.000 euro.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello hanno accolto la domanda della proprietaria, condannando i due fratelli al risarcimento. I giudici hanno inquadrato la loro posizione come responsabilità dell’occupante sine titulo di natura extracontrattuale, ai sensi dell’art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito).
Secondo la Corte territoriale, il principio che obbliga il conduttore a restituire la cosa nello stato in cui l’ha ricevuta (art. 1590 c.c.) si applica a maggior ragione in caso di occupazione senza titolo, che costituisce di per sé un illecito.

La questione della responsabilità dell’occupante sine titulo in Cassazione

I due fratelli hanno impugnato la decisione in Cassazione, sostenendo due motivi principali:
1. Errata qualificazione della responsabilità: A loro avviso, la responsabilità avrebbe dovuto essere di natura contrattuale, essendo loro subentrati nella posizione della madre. Di conseguenza, la proprietaria avrebbe dovuto dimostrare che i danni erano stati causati dopo la cessazione del contratto.
2. Violazione dell’onere della prova: Hanno sostenuto che la proprietaria, agendo in via extracontrattuale, avrebbe dovuto provare chi, tra loro e la defunta madre, avesse materialmente causato ogni singolo danno e in quale preciso momento.

Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, confermando la condanna. I giudici hanno chiarito che, una volta risolto il contratto di locazione con la convalida di sfratto, l’occupazione successiva da parte dei figli era priva di qualsiasi titolo giuridico. La loro responsabilità non poteva quindi che essere extracontrattuale.

Il punto cruciale della decisione riguarda l’onere della prova. La Corte ha affermato che, di fronte a un “fatto dannoso unico” (ovvero la restituzione di un immobile occupato e danneggiato), non è necessario che il danneggiato dimostri la ripartizione delle singole responsabilità. Al contrario, l’onere si inverte: spetta agli occupanti dimostrare la propria estraneità, provando, ad esempio, che tutti i danni erano preesistenti o erano stati causati esclusivamente dalla madre defunta prima della loro occupazione esclusiva.

Poiché l’immobile era sotto la loro custodia al momento della riconsegna e presentava danni evidenti, la Corte ha riconosciuto in capo a loro una responsabilità solidale per i danni cagionati, con il conseguente obbligo di risarcire la proprietaria.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: chiunque occupi un immobile, anche in assenza di un contratto formale, ne è custode e risponde dei danni che si verificano durante la sua permanenza. La decisione è di grande importanza per i proprietari di immobili, poiché semplifica notevolmente l’onere probatorio in caso di danni causati da occupanti senza titolo. Non è necessario intraprendere una difficile indagine per attribuire ogni singolo graffio; è sufficiente dimostrare che l’immobile, al momento della restituzione da parte degli occupanti, presentava danni prima inesistenti. Agli occupanti spetterà poi l’arduo compito di provare la propria innocenza.

Chi è responsabile per i danni a un immobile se l’occupante non ha un contratto di locazione?
L’occupante è ritenuto responsabile in via extracontrattuale (ai sensi dell’art. 2043 c.c.). La Corte ha stabilito che chi occupa un immobile e lo restituisce danneggiato è responsabile, a meno che non dimostri che i danni sono attribuibili esclusivamente a terzi o preesistenti alla sua occupazione.

In caso di più occupanti senza titolo, come viene ripartita la responsabilità per i danni?
La sentenza stabilisce una responsabilità solidale. Ciò significa che il proprietario può chiedere l’intero risarcimento a uno qualsiasi degli occupanti, i quali dovranno poi, eventualmente, regolare i conti tra loro. Non è onere del proprietario dimostrare la ripartizione delle colpe.

Qual è l’onere della prova per il proprietario che chiede il risarcimento per i danni da occupazione sine titulo?
Il proprietario deve provare lo stato dell’immobile all’inizio e alla fine dell’occupazione, dimostrando l’esistenza di danni al momento della restituzione (ad esempio, tramite un verbale di riconsegna o fotografie). Non è tenuto a provare chi materialmente ha causato ogni singolo danno; spetta agli occupanti dimostrare di non essere responsabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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