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Responsabilità notarile: il nesso causale è cruciale

Un notaio è stato citato in giudizio per non aver informato correttamente gli acquirenti di un immobile sulla perdita di agevolazioni fiscali legate a un mutuo. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12634/2025, ha annullato la condanna al risarcimento emessa dalla Corte d’Appello, sottolineando che non era stato adeguatamente provato il nesso causale. Per accertare la responsabilità notarile, non basta dimostrare l’errore del professionista, ma è necessario provare che, se l’informazione fosse stata data, gli acquirenti avrebbero evitato il danno.

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Responsabilità Notarile: La Prova del Nesso Causale è Indispensabile per il Risarcimento

L’ordinanza n. 12634/2025 della Corte di Cassazione riafferma un principio fondamentale in materia di responsabilità notarile: per ottenere un risarcimento, non è sufficiente dimostrare l’inadempimento del professionista, ma è cruciale provare il nesso di causalità tra la sua omissione e il danno subito. Questo significa che il cliente deve dimostrare che, se avesse ricevuto la corretta informazione, avrebbe agito diversamente, evitando così il pregiudizio economico.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda due acquirenti che, al momento del rogito per l’acquisto di un immobile, si erano accollati un mutuo preesistente. Il notaio rogante aveva omesso di informarli che non possedevano i requisiti soggettivi per continuare a beneficiare delle agevolazioni pubbliche connesse a quel mutuo. Di conseguenza, l’istituto bancario aveva richiesto agli acquirenti la restituzione delle somme indebitamente percepite a titolo di agevolazione.

Inizialmente condannato dalla Corte d’Appello a risarcire gli acquirenti, il notaio ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, che i giudici di merito non avessero verificato l’esistenza di un effettivo nesso causale tra la sua omissione informativa e il danno lamentato.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Responsabilità Notarile

La Suprema Corte ha accolto i motivi principali del ricorso del notaio. I giudici di legittimità hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse dato per scontata la sussistenza del nesso causale, senza però condurre l’analisi necessaria. La condanna era stata emessa basandosi unicamente sull’inadempimento del notaio, ovvero la mancata informazione, senza accertare se questa omissione avesse effettivamente causato il danno.

La Cassazione ha chiarito che, per affermare la responsabilità notarile, il giudice deve compiere un “giudizio controfattuale”. Deve, cioè, chiedersi cosa avrebbero fatto gli acquirenti se fossero stati correttamente informati dal notaio. Avrebbero comunque acquistato l’immobile alle stesse condizioni? Avrebbero negoziato un prezzo diverso? O avrebbero rinunciato all’affare? Solo dimostrando, con ragionevole certezza, che avrebbero intrapreso una scelta economicamente più vantaggiosa si può affermare che l’omissione del notaio sia stata la causa diretta del danno.

Le motivazioni: il nesso di causalità come pilastro della responsabilità notarile

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale. L’inadempimento di un professionista, come il notaio, è solo il primo elemento per fondare una richiesta di risarcimento. Il secondo, e altrettanto indispensabile, è la prova del nesso di causalità. L’onere di fornire questa prova spetta a chi agisce per il risarcimento, ovvero il cliente danneggiato.

La sentenza impugnata è stata cassata proprio perché mancava totalmente questa valutazione. Il giudice del rinvio si era limitato a constatare l’errore del notaio e a condannarlo, saltando il passaggio logico-giuridico fondamentale della verifica del nesso eziologico. La Corte di Cassazione ha quindi annullato la decisione e rinviato la causa alla Corte d’Appello di Roma, in diversa composizione, affinché proceda a questo accertamento, applicando correttamente i principi di diritto.

Conclusioni: implicazioni pratiche

Questa ordinanza offre spunti di riflessione importanti. Per i cittadini che si rivolgono a un professionista, emerge la consapevolezza che, in caso di presunto danno, non basta lamentare un errore. È necessario essere in grado di dimostrare in giudizio che quell’errore ha concretamente e direttamente causato un pregiudizio che, altrimenti, non si sarebbe verificato. Per i professionisti, in particolare i notai, la decisione ribadisce l’importanza cruciale del dovere di informazione, ma al contempo delimita i confini della responsabilità, ancorandola saldamente alla prova rigorosa di tutti i suoi elementi costitutivi, primo fra tutti il nesso causale.

Per ottenere un risarcimento, è sufficiente dimostrare che il notaio ha commesso un errore?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte di Cassazione, oltre a provare l’inadempimento del professionista, il cliente danneggiato ha l’onere di dimostrare l’esistenza di un nesso di causalità tra l’errore e il danno subito.

Chi ha l’onere di provare il nesso di causalità in un caso di responsabilità notarile?
L’onere probatorio, cioè il dovere di dimostrare in giudizio il nesso di causalità, spetta alla parte che lamenta il danno e chiede il risarcimento (il cliente).

Cosa significa che la Corte di Appello dovrà eseguire un ‘giudizio controfattuale’?
Significa che il giudice dovrà ipotizzare quale sarebbe stata la scelta degli acquirenti se avessero ricevuto la corretta informazione dal notaio. Dovrà valutare, con ragionevole certezza, se avrebbero potuto conseguire una situazione economicamente più vantaggiosa, ad esempio rinunciando all’acquisto o negoziando un prezzo inferiore, evitando così il danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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