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Responsabilità notaio e colpa del cliente: il caso

La Corte di Cassazione ha confermato la riduzione del 50% del risarcimento dovuto da un notaio al proprio cliente. Sebbene sia stata accertata la responsabilità del notaio per non aver rilevato una clausola risolutiva, il danno è stato ritenuto in parte causato dalla condotta imprudente del cliente, che aveva versato una caparra pari al 90% del prezzo di vendita. La sentenza chiarisce che l’inadempimento del professionista e il concorso di colpa del cliente sono due elementi distinti nella valutazione del danno.

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Responsabilità del Notaio: Quando la Condotta Imprudente del Cliente Riduce il Risarcimento

La responsabilità del notaio è un pilastro della sicurezza nelle transazioni immobiliari, ma fino a che punto si estende? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso complesso, stabilendo che, anche a fronte di un errore accertato del professionista, la condotta imprudente del cliente può portare a una significativa riduzione del risarcimento. La vicenda mette in luce il delicato equilibrio tra i doveri del notaio e l’onere di diligenza che grava anche sul cliente.

I Fatti di Causa

Una cliente citava in giudizio un notaio, chiedendo il risarcimento dei danni subiti a seguito della stipula di un contratto preliminare di compravendita immobiliare. Il professionista, secondo l’accusa, aveva omesso di effettuare le corrette visure ipotecarie, non rilevando e non informando l’acquirente dell’esistenza di una clausola risolutiva espressa nell’atto di provenienza dell’immobile. Tale clausola, legata al mancato saldo del prezzo da parte del venditore originario, si era poi effettivamente avverata, vanificando l’acquisto.

Il danno lamentato era ingente: una caparra di 150.000 euro, pari a quasi il 90% del prezzo totale di vendita, oltre alle spese per il rogito.

Il Lungo Percorso Giudiziario e la Colpa del Cliente

Il percorso processuale è stato tortuoso. In primo grado, il Tribunale riconosceva la responsabilità del notaio ma rigettava la domanda, escludendo il nesso causale tra la sua negligenza e il danno. La Corte d’Appello, in un primo momento, confermava il rigetto ma negando addirittura la responsabilità del professionista.

Questa sentenza veniva però cassata dalla Suprema Corte per violazione del “giudicato interno”: la responsabilità del notaio, affermata in primo grado e non contestata con un appello specifico, era ormai un punto fermo del processo. Il giudizio tornava quindi alla Corte d’Appello, che questa volta riconosceva il nesso causale e condannava il notaio al risarcimento.

Tuttavia, la Corte d’Appello riduceva l’importo del 50%, ravvisando un concorso di colpa del cliente. La motivazione? Aver versato una caparra “atipica ed imprudente” pari a quasi il 90% del prezzo, una condotta ritenuta negligente per un “soggetto professionalmente competente”.

L’Approdo in Cassazione: la Responsabilità del Notaio e il ruolo del cliente

Contro questa decisione, sia il cliente (ricorso principale) che il notaio (ricorso incidentale) si rivolgevano nuovamente alla Corte di Cassazione.

Il cliente sosteneva che, una volta accertata con giudicato la responsabilità esclusiva del notaio, non si potesse più parlare di un suo concorso di colpa.

Il notaio, dal canto suo, insisteva sull’assenza di nesso causale, affermando che il cliente fosse a conoscenza della situazione e avesse pagato la somma per aiutare il venditore a saldare il suo debito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso principale del cliente e dichiarato inammissibile quello incidentale del notaio, consolidando la decisione della Corte d’Appello.

I giudici hanno chiarito un punto fondamentale: il giudicato interno formatosi sull’inadempimento del notaio non si estendeva automaticamente alla causalità e all’entità del danno. L’accertamento della colpa professionale è solo il primo passo; il giudice deve poi valutare se e come quella colpa abbia prodotto il danno e se altre cause, inclusa la condotta del danneggiato, abbiano contribuito.

La Corte ha specificato che la valutazione della condotta imprudente del cliente (il versamento di una caparra sproporzionata) rientra nell’ambito dell’articolo 1227, primo comma, del codice civile. Non si tratta di un mancato dovere di mitigare le conseguenze del danno già avvenuto, ma di una condotta che contribuisce a creare il danno stesso nella sua entità. L’esborso di quella somma non era una conseguenza della negligenza del notaio, ma un atto che, unito all’inadempimento del professionista, ha determinato il pregiudizio finale.

Di conseguenza, la Corte d’Appello ha correttamente esercitato il suo potere di valutazione nel ritenere che l’imprudenza del cliente avesse un’incidenza causale pari al 50%.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, ribadisce che la responsabilità del notaio non esclude un’analisi critica della condotta del cliente. L’aver agito in modo avventato o imprudente può avere conseguenze dirette sull’ammontare del risarcimento ottenibile. In secondo luogo, la decisione sottolinea la distinzione concettuale tra inadempimento, nesso di causalità e concorso di colpa del danneggiato. Anche se la colpa di un professionista è provata e definitiva, ciò non garantisce un risarcimento integrale se il cliente ha contribuito, con le proprie scelte, a determinare o aggravare il danno. Per gli operatori e i cittadini, il messaggio è chiaro: la diligenza è un dovere che riguarda tutte le parti coinvolte in una transazione.

Se la responsabilità di un notaio è accertata in via definitiva, il cliente ha sempre diritto al risarcimento integrale del danno?
No. La Corte ha chiarito che l’accertamento definitivo della condotta inadempiente del professionista non impedisce al giudice di valutare se il cliente abbia contribuito a causare il danno con la propria condotta negligente, riducendo di conseguenza il risarcimento.

Versare una caparra molto elevata (quasi il 90% del prezzo) può essere considerata una colpa per l’acquirente?
Sì. In questo caso, la Corte ha confermato la decisione di merito che ha ritenuto la condotta del cliente, descritto come “soggetto professionalmente competente”, imprudente e atipica, tale da configurare un concorso di colpa nella causazione del danno, giustificando una riduzione del 50% del risarcimento.

Che cosa significa “giudicato interno” sulla responsabilità?
Significa che una parte della decisione (in questo caso, l’affermazione della negligenza del notaio) è diventata definitiva perché non è stata oggetto di appello. Tuttavia, questo non copre automaticamente altri elementi della domanda, come il nesso causale tra la negligenza e il danno o l’entità del danno stesso, che devono essere provati e possono essere oggetto di contestazione nelle fasi successive del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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