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Responsabilità medico convenzionato: la Cassazione

Un’Azienda Sanitaria Locale ha citato in giudizio un medico convenzionato per ottenere il risarcimento dei danni derivanti da un’eccessiva prescrizione di farmaci. Il medico si è difeso sollevando diverse eccezioni, tra cui il difetto di giurisdizione del giudice ordinario a favore della Corte dei Conti e la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo la natura della responsabilità del medico convenzionato. L’ordinanza ha stabilito che l’azione dell’ASL ha natura contrattuale e non di danno erariale, confermando la competenza del giudice ordinario e il termine di prescrizione decennale.

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Responsabilità medico convenzionato: la Cassazione definisce i confini

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito chiarimenti cruciali sulla responsabilità del medico convenzionato per eccessiva prescrizione di farmaci. La decisione distingue nettamente tra l’azione di responsabilità per danno contrattuale, di competenza del giudice ordinario, e quella per danno erariale, riservata alla Corte dei Conti. Questa pronuncia consolida un importante principio sulla natura del rapporto che lega i medici al Servizio Sanitario Nazionale.

I fatti di causa

Una Azienda Sanitaria Locale (ASL) aveva convenuto in giudizio un medico di medicina generale, chiedendo il risarcimento del danno economico causato da una presunta prescrizione eccessiva e inappropriata di farmaci rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale. L’ASL sosteneva che il medico, violando gli obblighi derivanti dalla convenzione, avesse causato un esborso ingiustificato per l’ente.

Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano accolto la domanda dell’ASL, condannando il medico al risarcimento. Il professionista ha quindi proposto ricorso in Cassazione, basandolo su sette motivi distinti che toccavano questioni di giurisdizione, prescrizione e prova del danno.

Le questioni giuridiche sollevate

Il medico ricorrente ha contestato la decisione dei giudici di merito principalmente su questi punti:
1. Difetto di giurisdizione: Sosteneva che la causa rientrasse nella giurisdizione della Corte dei Conti, trattandosi di un’ipotesi di danno erariale, e non in quella del giudice ordinario.
2. Prescrizione: Riteneva applicabile il termine di prescrizione quinquennale previsto per il danno erariale, anziché quello ordinario decennale per la responsabilità contrattuale.
3. Decorrenza della prescrizione: Contestava il momento individuato dai giudici come inizio del decorso della prescrizione.
4. Carenza probatoria: Lamentava che l’ASL non avesse fornito prove adeguate né del contratto di convenzione né dell’effettiva consistenza del danno.

Le motivazioni: la responsabilità medico convenzionato è contrattuale

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi di ricorso, confermando la correttezza delle sentenze precedenti. Il punto centrale della decisione riguarda la qualificazione giuridica dell’azione intentata dall’ASL. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: l’azione di responsabilità per danno erariale (di competenza della Corte dei Conti) e quella di responsabilità civile per inadempimento contrattuale (di competenza del giudice ordinario) sono due azioni distinte e indipendenti, anche se scaturiscono dagli stessi fatti.

L’azione per danno erariale tutela l’interesse pubblico generale al corretto uso delle risorse pubbliche e ha una funzione prevalentemente sanzionatoria. L’azione civile, invece, mira al pieno ristoro del danno subito dall’amministrazione specifica (in questo caso, l’ASL) e ha una funzione riparatoria e compensativa.

Poiché l’ASL ha agito per ottenere il risarcimento di un danno derivante dalla violazione degli obblighi specifici previsti dalla convenzione stipulata con il medico, l’azione è stata correttamente qualificata come responsabilità contrattuale. Di conseguenza, la giurisdizione appartiene al giudice ordinario.

Altre motivazioni a sostegno della decisione

La Corte ha smontato anche le altre argomentazioni del ricorrente:
* Sulla prescrizione: Essendo la responsabilità di natura contrattuale, si applica il termine ordinario di dieci anni. Il dies a quo (il giorno di inizio della decorrenza) è stato correttamente individuato nel momento in cui la commissione interna all’ASL ha concluso i suoi accertamenti. Prima di quel momento, l’ente non poteva far valere concretamente il proprio diritto al risarcimento, poiché era in corso una procedura di garanzia prevista dalla contrattazione collettiva a tutela del medico stesso.
* Sulla legittimazione ad agire: La tesi secondo cui il Servizio Sanitario Nazionale, e non la singola ASL, fosse il soggetto danneggiato è stata respinta, poiché il SSN non è un soggetto di diritto autonomo.
* Sulle prove: Le contestazioni sulla mancata produzione di documenti e sulla quantificazione del danno sono state giudicate inammissibili. La Cassazione ha ricordato che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti e le prove del processo, ma di verificare la corretta applicazione della legge. I motivi presentati dal medico si traducevano in una critica generica all’apprezzamento delle prove fatto dai giudici di merito, senza evidenziare vizi di legittimità rilevanti.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Si ribadisce che la responsabilità del medico convenzionato per inadempimenti legati alla convenzione (come l’eccesso prescrittivo) ha natura contrattuale. Questo comporta tre conseguenze principali:
1. La competenza a decidere tali controversie è del giudice ordinario del lavoro.
2. Il termine di prescrizione per l’azione di risarcimento è di dieci anni.
3. L’azione civile dell’ASL può coesistere con un’eventuale e autonoma azione per danno erariale davanti alla Corte dei Conti.

Questa decisione offre certezza giuridica sia alle Aziende Sanitarie, che sanno come e quando agire per recuperare le somme indebitamente spese, sia ai medici, che hanno un quadro chiaro dei loro obblighi e delle conseguenze di eventuali violazioni.

A quale giudice spetta decidere sulla richiesta di risarcimento danni di un’ASL contro un medico per eccesso di prescrizioni?
Spetta al giudice ordinario. L’ordinanza chiarisce che si tratta di un’azione di responsabilità per inadempimento contrattuale derivante dalla convenzione, e non di un’azione per danno erariale, che sarebbe invece di competenza della Corte dei Conti.

Qual è il termine di prescrizione per l’azione di responsabilità del medico convenzionato?
Il termine di prescrizione è quello ordinario decennale, come previsto per la responsabilità contrattuale. La Corte ha rigettato la tesi del ricorrente che invocava il termine quinquennale applicabile al danno erariale.

Da quando inizia a decorrere il termine di prescrizione in questi casi?
Il termine inizia a decorrere non dal momento della singola prescrizione irregolare, ma da quando l’Azienda Sanitaria ha concluso le procedure di controllo e accertamento. Solo a seguito del parere della commissione interna, l’ente può concretamente far valere il proprio diritto al risarcimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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