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Responsabilità mediatore: quando non c’è obbligo?

Un acquirente ha citato in giudizio un’agenzia immobiliare per la restituzione della provvigione, sostenendo che l’agenzia non avesse comunicato la presenza di ipoteche sull’immobile. Il Tribunale di Brescia ha respinto la domanda, stabilendo che la responsabilità del mediatore immobiliare non include automaticamente l’obbligo di effettuare indagini tecnico-giuridiche come le visure ipotecarie, a meno che non riceva un incarico specifico. La conclusione finale dell’affare da parte dell’acquirente, sebbene a un prezzo inferiore, ha inoltre escluso la gravità dell’inadempimento contestato.

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Mediatore Immobiliare: Quali sono i Limiti della sua Responsabilità?

La questione della responsabilità mediatore immobiliare è un tema cruciale per chiunque si appresti a comprare casa. È comune affidarsi a un professionista del settore, ma cosa succede se, dopo aver firmato un preliminare e pagato la provvigione, emergono gravi problemi sull’immobile, come la presenza di ipoteche? Una recente sentenza del Tribunale di Brescia fa luce sui confini degli obblighi informativi dell’agente immobiliare, chiarendo quando può essere ritenuto responsabile e quando, invece, l’onere della verifica ricade altrove.

I Fatti del Caso: Un Acquisto Travagliato

Un acquirente, dopo aver individuato l’immobile dei suoi sogni tramite un’agenzia immobiliare, firmava un contratto preliminare di compravendita nel 2014, versando una cospicua caparra al venditore e la provvigione pattuita all’agenzia. Tuttavia, la stipula del contratto definitivo veniva ripetutamente rimandata.

Solo nel 2016 il mediatore comunicava all’acquirente che il trasferimento di proprietà non poteva avvenire a causa di una “ipoteca gravante sull’appartamento”, che si rivelava essere parte di un’esposizione debitoria di decine di milioni di euro. La società venditrice, insolvente, veniva successivamente dichiarata fallita.

L’acquirente riusciva a concludere l’acquisto solo nel 2019, trattando direttamente con la curatela fallimentare, ma a condizioni diverse: la caparra versata non veniva riconosciuta e doveva farsi carico di ulteriori spese legali e fiscali. Di conseguenza, citava in giudizio l’agenzia immobiliare chiedendo la risoluzione del contratto di mediazione e la restituzione della provvigione, accusandola di aver violato il suo dovere di informazione.

L’Analisi del Tribunale e la responsabilità mediatore immobiliare

Il Tribunale di Brescia ha rigettato la domanda dell’acquirente, fornendo un’analisi dettagliata dei doveri del mediatore. La decisione si fonda su tre pilastri principali.

Il Diritto alla Provvigione

In primo luogo, il giudice ha confermato che il diritto del mediatore alla provvigione era sorto legittimamente. L’affare, inteso come la stipula del contratto preliminare, si era concluso per effetto del suo intervento, come previsto dal codice civile. Il pagamento della commissione, avvenuto contestualmente al preliminare, era quindi corretto dal punto di vista formale.

L’Obbligo Informativo del Mediatore: Limiti e Doveri

Il punto centrale della sentenza riguarda l’estensione dell’obbligo informativo previsto dall’art. 1759 c.c. Il Tribunale ha ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: il mediatore ha l’obbligo di comunicare alle parti le circostanze a lui note, o che dovrebbe conoscere con la comune diligenza, che possono influenzare la sicurezza dell’affare.

Tuttavia, questo dovere non si spinge fino a imporre al mediatore di svolgere di sua iniziativa indagini tecnico-giuridiche complesse, come le visure catastali e ipotecarie. Tali attività non rientrano nelle sue competenze tipiche, a meno che non gli venga conferito uno specifico incarico in tal senso. Nel caso di specie, l’acquirente non è riuscito a dimostrare di aver mai affidato tale compito specifico all’agenzia.

La Mancanza di Prova e la Condotta dell’Acquirente

Infine, il Tribunale ha evidenziato alcune carenze probatorie da parte dell’attore. Quest’ultimo, infatti, non è riuscito a dimostrare che le ipoteche fossero già presenti prima della firma del preliminare. Inoltre, la stessa condotta dell’acquirente ha indebolito la sua posizione: pur essendo venuto a conoscenza dei problemi finanziari del venditore, ha scelto di proseguire nell’affare. La conclusione del contratto definitivo con la curatela, peraltro a un prezzo significativamente inferiore a quello originario (€200.000 in meno), è stata vista dal giudice come la prova che l’affare si era comunque positivamente concluso, escludendo quindi la sussistenza di un “grave inadempimento” da parte del mediatore che potesse giustificare la risoluzione del contratto.

Le Motivazioni della Decisione

Il Tribunale ha rigettato la domanda perché l’attore non ha fornito la prova di un inadempimento grave imputabile al mediatore. La decisione si basa sulla distinzione tra l’obbligo generale di diligenza e correttezza, che impone al mediatore di riferire le circostanze note, e l’assenza di un obbligo legale di effettuare specifiche verifiche tecnico-giuridiche come le visure ipotecarie senza un mandato esplicito. Il mediatore non è un notaio né un avvocato e non gli si può richiedere di svolgere attività che esulano dalla sua competenza professionale, a meno che non si impegni contrattualmente a farlo. La circostanza che l’acquirente abbia infine acquistato l’immobile, ottenendo anche un notevole vantaggio economico, ha reso l’eventuale omissione informativa del mediatore non sufficientemente “grave” da giustificare la risoluzione del contratto di mediazione e la restituzione della provvigione.

Conclusioni: Cosa Imparare da questa Sentenza

Questa sentenza offre un importante monito per tutti gli acquirenti immobiliari. La responsabilità mediatore immobiliare ha confini precisi. Non si può dare per scontato che l’agenzia effettui controlli approfonditi sulla situazione giuridica dell’immobile. Per tutelarsi efficacemente, l’acquirente ha due strade: la prima è conferire un incarico scritto e specifico al mediatore per l’esecuzione di tutte le verifiche necessarie; la seconda, e più consigliabile, è quella di avvalersi di un proprio professionista di fiducia (un avvocato o un notaio) che effettui una completa due diligence immobiliare prima di firmare qualsiasi impegno vincolante, come il contratto preliminare.

L’agente immobiliare è sempre obbligato a effettuare le visure ipotecarie su un immobile?
No. Secondo la sentenza, il mediatore non è tenuto a svolgere indagini tecnico-giuridiche specifiche, come le visure ipotecarie, a meno che non abbia ricevuto un incarico specifico in tal senso dal cliente. Il suo obbligo informativo si limita alle circostanze a lui note o conoscibili con l’ordinaria diligenza.

Se un acquirente scopre dei problemi sull’immobile dopo aver firmato il preliminare, ha diritto alla restituzione della provvigione?
Non automaticamente. In questo caso, il diritto alla restituzione è stato negato perché l’acquirente non ha provato un grave inadempimento del mediatore. Inoltre, il fatto che l’acquirente abbia comunque concluso l’affare, seppur a condizioni diverse e più vantaggiose, ha indebolito la sua richiesta di risoluzione del contratto di mediazione.

Cosa si intende per “grave inadempimento” nel contesto di un contratto di mediazione?
Un inadempimento è considerato “grave” (ai sensi dell’art. 1455 c.c.) quando è così rilevante da compromettere l’interesse della parte non inadempiente alla prosecuzione del contratto. La sentenza ha ritenuto che, poiché l’affare si è concluso e l’acquirente ha ottenuto un vantaggio economico (un prezzo inferiore), l’eventuale omissione informativa del mediatore non potesse essere considerata sufficientemente grave da giustificare la risoluzione del contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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