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Responsabilità mediatore: obbligo di informazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9395/2025, ha ribadito la responsabilità del mediatore immobiliare che omette di informare l’acquirente della presenza di un’ipoteca sull’immobile. Anche se l’acquirente ottiene il doppio della caparra dal venditore inadempiente, il mediatore è comunque tenuto a restituire la provvigione percepita, in quanto il suo inadempimento ha reso l’affare non concluso. La Corte ha inoltre corretto un errore nel calcolo dell’importo da restituire, limitandolo alla sola provvigione effettivamente versata.

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Responsabilità Mediatore: Quando l’Omessa Informazione Costa la Provvigione

L’acquisto di un immobile è un passo importante e la figura del mediatore immobiliare è cruciale per garantire che tutto si svolga senza intoppi. Ma cosa succede se il mediatore omette informazioni essenziali, come la presenza di un’ipoteca? La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 9395/2025, ha affrontato proprio la responsabilità del mediatore in questi casi, fornendo chiarimenti fondamentali sul suo obbligo di informazione e sul diritto dell’acquirente alla restituzione della provvigione. Un caso che serve da monito per professionisti e da guida per chi acquista.

I Fatti del Caso: Un Acquisto Immobiliare Sfumato

Due promissarie acquirenti stipulavano un contratto preliminare per l’acquisto di un immobile, tramite l’intermediazione di un agente immobiliare. Successivamente, scoprivano che l’immobile era gravato da un’ipoteca, circostanza non comunicata dal mediatore e non menzionata nel preliminare. Nonostante una formale richiesta, la promittente venditrice non provvedeva a liberare l’immobile dal vincolo.

Di conseguenza, le acquirenti agivano in giudizio chiedendo:
1. La condanna della venditrice al pagamento del doppio della caparra versata.
2. La condanna del mediatore alla restituzione della provvigione e al risarcimento dei danni subiti, per non averle informate dell’ipoteca.

Il Tribunale accoglieva la domanda contro la venditrice ma rigettava quella contro il mediatore. La Corte d’Appello, invece, riformava la decisione, riconoscendo la responsabilità dell’agente e condannandolo a pagare una somma complessiva a titolo di restituzione e risarcimento. Il mediatore ricorreva quindi in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha parzialmente accolto il ricorso del mediatore, non per escluderne la responsabilità, ma per correggere l’importo della condanna. Vediamo i punti salienti della decisione.

L’obbligo di informazione e la responsabilità del mediatore

Il punto centrale della sentenza è l’obbligo di informazione che grava sul mediatore. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il mediatore ha il dovere di comportarsi secondo buona fede e correttezza e deve comunicare alle parti tutte le circostanze, a lui note o conoscibili con la comune diligenza professionale, che possono influire sulla sicurezza dell’affare. Tra queste rientra, senza dubbio, la presenza di iscrizioni o trascrizioni pregiudizievoli, come un’ipoteca.

L’inadempimento di questo obbligo ha causato la mancata conclusione del contratto definitivo e ha quindi fondato la responsabilità del mediatore nei confronti delle acquirenti.

Provvigione e Risarcimento: Due Percorsi Distinti

Un argomento difensivo del mediatore era che le acquirenti, avendo già ottenuto il doppio della caparra dalla venditrice, avessero già ricevuto un pieno risarcimento. La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo che si tratta di due rapporti giuridici distinti e autonomi:
* Rapporto acquirente-venditore: Regolato dal contratto preliminare. L’inadempimento della venditrice ha giustificato il recesso e la richiesta del doppio della caparra.
* Rapporto acquirente-mediatore: Regolato dal contratto di mediazione. L’inadempimento del mediatore al suo obbligo informativo ha reso la sua prestazione inutile e, di conseguenza, ingiustificata la provvigione pagata.

L’aver ottenuto il risarcimento da una parte non esclude il diritto a far valere l’inadempimento dell’altra. La restituzione della provvigione non è un duplicato del risarcimento, ma la conseguenza diretta del fallimento della mediazione per colpa del professionista.

L’Errore della Corte d’Appello e la Correzione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha però accolto i motivi del ricorso relativi all’importo della condanna. La Corte d’Appello aveva condannato il mediatore a restituire una somma superiore a quella effettivamente percepita come provvigione, includendo anche voci di danno non provate. La Suprema Corte ha cassato la sentenza su questo punto e, decidendo nel merito, ha rideterminato l’importo dovuto dalle acquirenti nella sola somma versata a titolo di provvigione, correggendo l’errore materiale e di giudizio del secondo grado.

Le Motivazioni in Diritto

La Corte ha fondato la sua decisione sul principio secondo cui il mediatore è tenuto a un obbligo di informazione che si estende alla verifica della presenza di iscrizioni pregiudizievoli, conoscibili tramite l’esame dei registri immobiliari. Questo dovere deriva dalla diligenza qualificata richiesta al professionista (art. 1175 c.c. e art. 1754 c.c.). La responsabilità del mediatore sorge non solo quando non informa di circostanze a lui note, ma anche quando omette di acquisire informazioni essenziali che avrebbe potuto e dovuto ottenere con la normale diligenza professionale.

Inoltre, la Corte ha specificato che il diritto alla restituzione della provvigione non ha natura risarcitoria, ma restitutoria. Si tratta di rimborsare un esborso divenuto privo di causa, poiché l’inadempimento del mediatore ha impedito il buon fine dell’affare. Pertanto, tale pretesa non è assorbita né esclusa dal risarcimento ottenuto dalla parte venditrice inadempiente.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza?

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici:
1. Per gli acquirenti: È fondamentale essere consapevoli che il mediatore ha un preciso dovere di informazione e verifica. In caso di problemi scoperti dopo il preliminare, è possibile agire non solo contro il venditore ma anche contro il mediatore inadempiente per ottenere la restituzione della provvigione.
2. Per i mediatori immobiliari: La sentenza sottolinea l’importanza di una diligenza professionale elevata, che include la verifica proattiva dello stato giuridico dell’immobile (es. visure ipotecarie). Affidarsi solo a quanto dichiarato dal venditore non è sufficiente a esonerare dalla responsabilità del mediatore.

In sintesi, la professionalità si misura anche e soprattutto dalla capacità di prevenire i problemi, garantendo la sicurezza e la trasparenza della compravendita.

Il mediatore ha diritto alla provvigione se l’affare non si conclude per sua colpa?
No. Se la mancata conclusione del contratto definitivo è causata anche dall’inadempimento del mediatore al suo obbligo di informazione (come non aver comunicato la presenza di un’ipoteca), egli non ha diritto a trattenere la provvigione e deve restituirla, in quanto il suo intervento è risultato inutile.

Ottenere il doppio della caparra dalla parte venditrice esclude la possibilità di chiedere la restituzione della provvigione al mediatore?
No. La Corte ha chiarito che si tratta di due responsabilità distinte che nascono da due rapporti diversi (quello di compravendita e quello di mediazione). Il diritto a ottenere il doppio della caparra dal venditore inadempiente non esclude il diritto dell’acquirente di chiedere la restituzione della provvigione al mediatore che è stato a sua volta inadempiente.

Qual è l’estensione dell’obbligo di informazione del mediatore immobiliare?
L’obbligo di informazione del mediatore, basato sulla buona fede e sulla diligenza professionale, è ampio. Si estende a tutte le circostanze, conosciute o conoscibili con la normale diligenza, che possono influire sulla conclusione dell’affare. Ciò include specificamente la verifica della presenza di iscrizioni o trascrizioni pregiudizievoli sull’immobile, come le ipoteche, attraverso l’esame dei registri immobiliari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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