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Responsabilità mediatore: obblighi informativi

Un acquirente cita in giudizio un’agenzia immobiliare per non averlo informato che la parte venditrice non era piena proprietaria dell’immobile. Le corti di merito rigettano la richiesta di risarcimento, legando il danno alla mancata risoluzione del contratto preliminare. La Corte di Cassazione, invece, accoglie il ricorso, stabilendo un principio chiave sulla responsabilità del mediatore immobiliare: la sua responsabilità per violazione degli obblighi informativi è autonoma e distinta da quella del venditore. Il danno risarcibile non è legato solo alla risoluzione del contratto, ma può consistere nel minor vantaggio o maggior aggravio patrimoniale subito dall’acquirente a causa delle informazioni omesse, come la provvigione pagata per un affare viziato.

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Responsabilità Mediatore Immobiliare: Quando l’Omissione di Informazioni è Risarcibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 672/2024, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di responsabilità del mediatore immobiliare. L’obbligo di informazione del mediatore è autonomo e non può essere subordinato alle vicende del contratto tra acquirente e venditore. Questo significa che l’agente può essere tenuto a risarcire il danno anche se l’acquirente non ha richiesto la risoluzione del contratto preliminare. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un privato cittadino, dopo aver concluso un contratto preliminare di compravendita tramite un’agenzia immobiliare, scopriva una spiacevole verità: la società venditrice non era piena proprietaria di una porzione dell’immobile, su cui vantava solo un diritto di superficie. Sentendosi leso dalla mancata informazione, l’acquirente decideva di citare in giudizio sia la società di mediazione sia il suo socio accomandatario, chiedendo un risarcimento danni di quasi 19.000 euro per la violazione degli obblighi informativi previsti dall’art. 1759 del codice civile.

Il Tribunale di primo grado e, successivamente, la Corte d’Appello rigettavano la domanda. Secondo i giudici di merito, l’acquirente non aveva fornito la prova di un danno effettivo, in quanto non aveva mai agito per la risoluzione del preliminare per inadempimento della controparte. In sostanza, si riteneva che, senza la risoluzione del contratto, le spese sostenute (caparra, mediazione, etc.) non costituissero un danno, ma un costo necessario per l’acquisto che, se rimborsato, avrebbe generato un ingiustificato arricchimento.

Il Ricorso in Cassazione e la Responsabilità del Mediatore Immobiliare

L’acquirente, non soddisfatto delle decisioni precedenti, ha proposto ricorso per Cassazione. Il fulcro del suo ragionamento si basava su un punto cruciale: i giudici di merito avevano erroneamente confuso la responsabilità contrattuale del venditore con la specifica responsabilità del mediatore immobiliare. Quest’ultima, derivante dalla violazione dell’obbligo di informazione, è una fattispecie autonoma e non dipende necessariamente dalla sorte del contratto principale.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha accolto le ragioni del ricorrente, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale che merita di essere approfondito.

Il mediatore, ai sensi dell’art. 1759 c.c., ha il dovere di comunicare alle parti tutte le circostanze a lui note, o che avrebbe dovuto conoscere con l’uso della diligenza professionale, relative alla sicurezza e alla valutazione dell’affare. Questo obbligo non si esaurisce con la semplice messa in contatto delle parti, ma si estende a tutte quelle informazioni che possono influire sulla conclusione del contratto o determinarne condizioni diverse.

La Corte ha chiarito che la responsabilità del mediatore reticente o mendace sorge indipendentemente dalla responsabilità del venditore. Il danno subito dall’acquirente non informato correttamente non si limita alla mancata conclusione dell’affare. Esso può consistere, come sottolinea la sentenza, in un “minore vantaggio o maggiore aggravio patrimoniale” derivante da pattuizioni negoziali che sarebbero state diverse se l’informazione fosse stata fornita.

In pratica, la Corte d’Appello ha commesso un errore elidendo il confine tra le due diverse forme di responsabilità. Ha negato il risarcimento basandosi sul “fallace presupposto” che l’acquirente dovesse prima risolvere il contratto con il venditore. Invece, avrebbe dovuto condurre un’indagine autonoma sul danno derivante dalla carenza informativa imputabile al mediatore. Tale danno può includere, ad esempio, la provvigione corrisposta per un servizio professionale viziato o i costi inutilmente sostenuti per accertare la reale situazione giuridica dell’immobile.

Le Conclusioni

La sentenza n. 672/2024 della Corte di Cassazione rafforza la tutela dell’acquirente e definisce con nettezza i contorni della responsabilità del mediatore immobiliare. Il messaggio è chiaro: la diligenza professionale richiesta all’agente immobiliare è elevata e il suo dovere di informazione è un pilastro della sua attività. Un’omissione può costare cara, generando un obbligo risarcitorio autonomo e distinto da quello del venditore. Per gli acquirenti, questa pronuncia rappresenta una garanzia in più sulla serietà e trasparenza che devono caratterizzare ogni transazione immobiliare.

La responsabilità del mediatore immobiliare sorge solo se l’acquirente risolve il contratto con il venditore?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la responsabilità del mediatore per violazione dell’obbligo di informazione (art. 1759 c.c.) è autonoma e distinta dalla responsabilità del venditore. Pertanto, l’acquirente può chiedere i danni al mediatore anche senza aver agito per la risoluzione del contratto di compravendita.

Quale tipo di danno può essere risarcito in caso di omissione informativa da parte del mediatore?
Il danno risarcibile non è limitato alle spese sostenute che diventano inutili a causa della mancata conclusione dell’affare. Può consistere nel “minore vantaggio o maggiore aggravio patrimoniale” derivante da pattuizioni concluse a causa del deficit informativo. Esempi concreti includono la provvigione corrisposta al mediatore per un servizio viziato o i costi sostenuti dall’acquirente per scoprire il reale stato giuridico dell’immobile.

L’obbligo di informazione del mediatore riguarda solo le circostanze che già conosce?
No, l’obbligo si estende non solo alle circostanze note al mediatore, ma anche a quelle che avrebbe dovuto conoscere utilizzando la diligenza richiesta dalla natura professionale della sua attività. Questo implica un dovere di verifica delle informazioni essenziali relative alla sicurezza e valutazione dell’affare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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