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Responsabilità intermediario finanziario e colpa cliente

Un istituto bancario era stato ritenuto responsabile per le frodi commesse da un suo promotore. La Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che la responsabilità dell’intermediario finanziario può essere esclusa se il cliente adotta una condotta “anomala”, come la cessione delle proprie credenziali di home banking. Tale comportamento, infatti, interrompe il nesso causale tra l’attività del promotore e il danno subito. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio.

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Responsabilità intermediario finanziario: quando la colpa è del cliente?

L’ordinanza n. 20666/2024 della Corte di Cassazione offre un’analisi cruciale sulla responsabilità dell’intermediario finanziario per gli illeciti commessi dai propri promotori. La decisione chiarisce che la condotta del cliente, se anomala e imprudente, può interrompere il nesso causale e, di conseguenza, escludere la responsabilità della banca. Questo principio è fondamentale per definire i confini dell’auto-responsabilità dell’investitore nella gestione dei propri risparmi.

I Fatti del Caso: Fiducia Tradita e Credenziali Condivise

Un risparmiatore aveva subito ingenti perdite a causa delle operazioni fraudolente compiute da un promotore finanziario. Quest’ultimo, dopo aver ottenuto la piena fiducia del cliente, si era fatto consegnare i codici personali e segreti per l’accesso al servizio di home banking. Utilizzando tali credenziali, il promotore aveva distratto somme di denaro a favore di terzi, mascherando le perdite con l’invio di rendiconti falsificati che mostravano una situazione patrimoniale positiva, in netto contrasto con la realtà.

La Decisione dei Giudici di Merito e il Ricorso in Cassazione

Sia in primo che in secondo grado, i giudici avevano condannato l’istituto di credito a risarcire il danno, ritenendolo responsabile in solido per l’operato del proprio promotore. La Corte d’Appello, in particolare, aveva sostenuto che per escludere la responsabilità della banca fosse necessaria la prova di una vera e propria collusione tra il cliente e il promotore, prova che nel caso di specie non era stata fornita.
Insoddisfatto, l’istituto bancario ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo due motivi principali:
1. La responsabilità dell’intermediario dovrebbe essere esclusa non solo in caso di collusione, ma anche in presenza di una condotta “anomala” o “agevolatrice” del cliente, che interrompe il nesso di causalità.
2. In subordine, la condotta del cliente dovrebbe comunque essere valutata come concorso di colpa ai sensi dell’art. 1227 c.c., con una conseguente riduzione del risarcimento.

L’analisi della Cassazione sulla Responsabilità Intermediario Finanziario

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendo fondate le argomentazioni della banca e cassando con rinvio la sentenza d’appello.

Le Motivazioni della Suprema Corte: Oltre la Collusione

I giudici di legittimità hanno ribadito che la responsabilità dell’intermediario per il fatto illecito del promotore è una forma di responsabilità oggettiva (art. 2049 c.c.). Ciò significa che la banca risponde a prescindere da una propria colpa, in quanto si avvale dell’attività del promotore per perseguire i propri fini imprenditoriali. Tuttavia, tale responsabilità non è assoluta.

Il presupposto fondamentale è l’esistenza di un “nesso di occasionalità necessaria” tra le mansioni affidate al promotore e il danno arrecato. La Corte ha chiarito che questo nesso può essere interrotto non solo dalla collusione, ma anche da una condotta del cliente talmente anomala e imprevedibile da risultare di per sé la causa del danno.

Nel caso specifico, la volontaria consegna delle credenziali di accesso all’home banking – codici strettamente personali e segreti – costituisce una violazione delle più elementari regole di prudenza. Questo comportamento, secondo la Corte, non può essere ignorato. La Corte d’Appello ha errato nel focalizzarsi esclusivamente sull’elemento soggettivo (l’assenza di collusione), omettendo di valutare l’oggettiva anomalia della condotta del risparmiatore e il suo impatto sul nesso causale.

Le Conclusioni: Un Monito per gli Investitori

La Cassazione, con questa ordinanza, stabilisce un principio di diritto di notevole importanza pratica: l’investitore ha un dovere di auto-responsabilità e diligenza. La consegna di strumenti personali come le credenziali bancarie a terzi, incluso il proprio promotore, è una condotta gravemente imprudente che può escludere o ridurre la responsabilità dell’intermediario finanziario. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare i fatti tenendo conto del principio secondo cui anche una condotta non collusiva, ma oggettivamente anomala e agevolatrice, può essere sufficiente a esonerare la banca dal risarcimento.

La responsabilità dell’intermediario finanziario per il fatto del promotore è sempre automatica?
No. Sebbene si tratti di una responsabilità oggettiva, essa presuppone un “nesso di occasionalità necessaria” tra le mansioni del promotore e il danno. Questo nesso può essere interrotto da una condotta anomala e imprevedibile del cliente, che di fatto diventa la causa autonoma del danno.

Cosa si intende per “condotta anomala” del cliente che può escludere la responsabilità della banca?
Per condotta anomala si intende un comportamento che viola le basilari regole di prudenza e le specifiche obbligazioni del cliente. L’ordinanza identifica come tale la volontaria consegna al promotore dei codici di accesso personali e segreti al servizio di home banking, atto che conferisce al promotore un’autonomia operativa incondizionata sul patrimonio del cliente.

Basta l’assenza di collusione con il promotore per garantire al cliente il pieno risarcimento?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la responsabilità dell’intermediario può essere esclusa non solo in caso di collusione (accordo fraudolento), ma anche quando il cliente, pur in buona fede, ha tenuto una condotta talmente imprudente e agevolatrice da interrompere il nesso causale, come nel caso della consegna delle credenziali bancarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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