LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità extracontrattuale socio: appello generico

Un socio di minoranza di una società fallita è stato condannato per aver ricevuto pagamenti preferenziali. La sua responsabilità non è stata fondata sulla violazione delle norme sui finanziamenti soci (postergazione), bensì sulla responsabilità extracontrattuale socio ex art. 2043 c.c. per concorso nell’illecito dell’amministratore. La Corte d’Appello ha dichiarato inammissibile il suo ricorso perché non aveva specificamente contestato questa base giuridica della condanna. La Cassazione ha rinviato la decisione per trattative in corso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Responsabilità Extracontrattuale Socio: L’Importanza di un Appello Specifico

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione n. 27336/2024 offre uno spunto cruciale sulla responsabilità extracontrattuale del socio e sui requisiti di specificità dell’atto di appello. Il caso analizza la condanna di un socio di minoranza per aver ricevuto rimborsi illegittimi da una società poi fallita, non per violazione delle norme sui finanziamenti soci, ma per concorso nell’illecito dell’amministratore. Questa vicenda evidenzia l’importanza di una difesa tecnica precisa, capace di individuare e contestare la reale ratio decidendi della sentenza di primo grado.

Il Caso: Rimborsi Illegittimi e il Concorso del Socio

La curatela fallimentare di una S.r.l. conveniva in giudizio l’amministratore (e socio di maggioranza al 51%) e il socio di minoranza (al 49%), chiedendo il risarcimento dei danni derivanti da prelievi illegittimi dai conti sociali per oltre 600.000 euro. Tali prelievi erano stati qualificati come rimborsi di finanziamenti soci, in violazione del principio di postergazione (art. 2467 c.c.).

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda, condannando entrambi i soci. Tuttavia, per il socio di minoranza, la condanna non si basava sulla violazione delle norme societarie sulla postergazione, bensì sulla norma generale della responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.). Il giudice riteneva che, data la ristretta compagine sociale e il rapporto di parentela tra i soci, il socio di minoranza avesse concorso nel fatto illecito commesso dall’amministratore, consistente nei pagamenti preferenziali, anche per le somme percepite dopo il suo formale recesso dalla società.

La Decisione della Corte d’Appello: Inammissibilità per Genericità dei Motivi

Il socio di minoranza proponeva appello, incentrando le proprie difese sulla violazione del principio di postergazione e sulla rilevanza del suo recesso dalla società. La Corte d’Appello, tuttavia, dichiarava il gravame inammissibile.

La ragione di tale decisione risiedeva nel fatto che l’appellante non aveva mosso una critica specifica e puntuale alla vera motivazione della sentenza di primo grado. Il Tribunale lo aveva condannato non in qualità di socio, ma come terzo concorrente nell’illecito dell’amministratore ai sensi dell’art. 2043 c.c. Le censure dell’appellante, focalizzate su questioni societarie, erano state considerate irrilevanti e generiche rispetto al fondamento effettivo della decisione, che era così passato in giudicato.

La Distinzione Cruciale: Responsabilità da Socio vs. Responsabilità Extracontrattuale

Questo passaggio è fondamentale. La Corte ha spostato il piano della responsabilità da un ambito prettamente societario (violazione dell’art. 2467 c.c.) a uno generale civilistico (concorso in fatto illecito ex art. 2043 c.c.). Di conseguenza, le difese basate sulla qualifica di socio o sul recesso perdevano di efficacia. L’appello avrebbe dovuto, invece, contestare nel merito la sussistenza degli elementi della responsabilità extracontrattuale: il fatto illecito, il nesso di causalità e la colpa del socio nel concorrere all’azione dell’amministratore.

La Cassazione e la Responsabilità Extracontrattuale del Socio

Il socio di minoranza ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:
1. Violazione dell’art. 342 c.p.c.: Sosteneva che il suo atto di appello conteneva una critica sufficientemente specifica alla condanna ex art. 2043 c.c., definendola una “forzatura del ragionamento logico-giuridico” e lamentando l’assenza di prove a suo carico.
2. Motivazione omessa e contraddittoria: Riteneva che la Corte d’Appello avesse eluso il cuore della controversia, trincerandosi dietro un’erronea declaratoria di inammissibilità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non si è pronunciata sul merito dei motivi del ricorso. Le parti, infatti, hanno presentato un’istanza congiunta di rinvio, comunicando di aver avviato “serie trattative di bonario componimento della intera controversia”. Alla luce di tale richiesta, il collegio ha ritenuto opportuno accogliere l’istanza e rinviare la causa a nuovo ruolo, sospendendo di fatto la decisione in attesa degli esiti delle negoziazioni.

Conclusioni: L’Insegnamento per la Pratica Legale

Sebbene interlocutoria, la vicenda processuale descritta offre una lezione fondamentale: l’efficacia di un’impugnazione dipende dalla sua capacità di colpire il cuore della ratio decidendi della sentenza impugnata. Una difesa che si concentra su argomenti giuridici diversi da quelli posti a fondamento della decisione rischia di essere dichiarata inammissibile per mancanza di specificità. Questo caso dimostra come la responsabilità extracontrattuale del socio possa diventare il fulcro di un’azione di responsabilità, superando le difese basate esclusivamente sul diritto societario. È un monito per i legali a leggere con estrema attenzione le motivazioni di una sentenza per strutturare un’impugnazione mirata ed efficace.

Un socio può essere ritenuto responsabile per pagamenti preferenziali anche dopo il suo recesso dalla società?
Sì, secondo la ricostruzione del giudice di primo grado, la responsabilità del socio non derivava dalla sua qualifica (che avrebbe perso con il recesso), ma dal suo concorso nel fatto illecito dell’amministratore, fondato su una responsabilità extracontrattuale ai sensi dell’art. 2043 c.c.

Perché l’appello del socio è stato dichiarato inammissibile?
L’appello è stato dichiarato inammissibile perché le censure sollevate non contestavano specificamente la vera ragione della condanna, ovvero la responsabilità extracontrattuale per concorso nell’illecito dell’amministratore (art. 2043 c.c.), ma si concentravano su questioni ritenute irrilevanti, come la violazione della postergazione dei finanziamenti soci.

Qual è la differenza tra responsabilità per violazione della postergazione e responsabilità extracontrattuale in questo contesto?
La responsabilità per violazione della postergazione (art. 2467 c.c.) è specifica per il socio che ha concesso un finanziamento e ne ha ottenuto il rimborso in un momento in cui la società era in crisi. La responsabilità extracontrattuale (art. 2043 c.c.), invece, è una responsabilità generale che sorge quando chiunque, con il proprio comportamento illecito, causa un danno ad altri, e in questo caso è stata applicata al socio per aver concorso nell’attività dannosa dell’amministratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati