LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità dirigenti SGR: la Cassazione decide

Un direttore di una società di gestione del risparmio (SGR) era stato sanzionato dall’Autorità di Vigilanza per un’operazione non autorizzata. La Corte d’Appello aveva annullato la sanzione, ma la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Con questa ordinanza, la Suprema Corte ha chiarito che la responsabilità dei dirigenti di SGR, ai sensi dell’art. 190-bis TUF, non si limita alla mancata predisposizione di un’adeguata struttura organizzativa, ma include anche specifici atti operativi che, violando le norme prudenziali, creano un rischio per la società.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Responsabilità dirigenti SGR: la Cassazione amplia l’ambito sanzionatorio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione fondamentale in materia di responsabilità dirigenti SGR, stabilendo che un singolo atto operativo, se compiuto al di fuori dei propri poteri e in violazione delle norme prudenziali, può essere direttamente sanzionato. Questa decisione ribalta un precedente orientamento più restrittivo e rafforza i poteri di vigilanza a tutela della stabilità del sistema finanziario.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un provvedimento sanzionatorio emesso dall’Autorità di Vigilanza nei confronti del direttore centrale di una Società di Gestione del Risparmio (SGR). Al direttore era stata inflitta una sanzione pecuniaria per aver disposto un ordine di bonifico irrevocabile di 1,5 milioni di euro dal conto della SGR a quello di un fondo da essa gestito. L’operazione, non autorizzata dal consiglio di amministrazione, era stata richiesta da una banca come condizione per concedere un finanziamento al fondo stesso.

Secondo l’Autorità di Vigilanza, tale condotta costituiva un atto ultra vires (compiuto cioè al di là dei propri poteri) che aveva inciso in modo rilevante sui profili di rischio aziendale, creando una commistione di patrimoni vietata dalla normativa e mettendo a rischio i requisiti patrimoniali minimi della SGR.

Il direttore aveva impugnato la sanzione e la Corte d’Appello gli aveva dato ragione, annullando il provvedimento. Secondo la corte territoriale, la norma sanzionatoria (art. 190-bis TUF) puniva la mancata dotazione di un’adeguata struttura organizzativa e di controllo, ma non il singolo atto operativo del dirigente, seppur illecito.

La Decisione della Corte di Cassazione e la responsabilità dirigenti SGR

Investita della questione dall’Autorità di Vigilanza, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cassando con rinvio la sentenza della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha affermato un principio di diritto di notevole importanza: la responsabilità dirigenti SGR non si esaurisce nella corretta predisposizione formale delle procedure, ma si estende al rispetto sostanziale delle stesse nella gestione quotidiana.

Le Motivazioni

La Corte ha fornito un’interpretazione estensiva e teleologica dell’art. 190-bis del Testo Unico della Finanza. Le motivazioni principali si possono riassumere nei seguenti punti:

1. Interpretazione non restrittiva della norma: La Corte ha ritenuto errata la visione della Corte d’Appello, secondo cui la norma sanzionerebbe solo l'”omessa dotazione” di un’organizzazione adeguata. Al contrario, l’art. 190-bis TUF, attraverso i richiami ad altre disposizioni (come l’art. 190 e l’art. 36 TUF), sanziona anche le condotte operative che violano le regole prudenziali. Un atto ultra vires che pregiudica i meccanismi di contenimento del rischio non è un semplice inadempimento, ma una violazione diretta della disciplina di governance.
2. Rilevanza dell’atto ultra vires: Il compimento di un’operazione non autorizzata, che espone la società a un rischio patrimoniale e reputazionale, incide direttamente sulla “complessiva organizzazione” e sui “profili di rischio aziendali”. Pertanto, rientra pienamente nel perimetro della fattispecie sanzionatoria.
3. Violazione specifica: L’ordine di bonifico avrebbe determinato una commistione tra il patrimonio della SGR e quello del fondo gestito, in violazione dell’art. 36, comma 4, del TUF. Questa violazione è specificamente sanzionata dall’art. 190 TUF, a cui l’art. 190-bis fa riferimento. Di conseguenza, la condotta del direttore era sanzionabile.

La Corte ha inoltre respinto il ricorso incidentale del direttore sulla presunta tardività della contestazione, affermando che il termine di 180 giorni per l’accertamento decorre non dalla mera ricezione di una relazione ispettiva, ma dal momento in cui l’Autorità, dopo un necessario spatium deliberandi per analizzare atti complessi, ha un quadro completo della violazione.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione stabilisce che la responsabilità degli esponenti aziendali di intermediari finanziari non è solo formale, ma sostanziale. I dirigenti non possono eludere le sanzioni semplicemente dimostrando che la società è dotata di procedure adeguate sulla carta. Sono chiamati a rispondere personalmente per atti operativi che, violando tali procedure e i loro poteri, mettono a rischio la stabilità e la sana e prudente gestione della società. Questo principio rafforza la tutela degli investitori e del mercato, sottolineando l’importanza del rispetto non solo formale ma effettivo delle regole di governance.

Un dirigente di una SGR può essere sanzionato per un singolo atto operativo che viola i suoi poteri, anche se la società ha una struttura organizzativa formalmente adeguata?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che la normativa sanziona non solo la mancata predisposizione di un’organizzazione adeguata, ma anche le singole condotte operative che violano le norme prudenziali e di governance, come un atto compiuto al di là dei propri poteri (ultra vires) che incide sui rischi aziendali.

L’atto di un direttore che eccede i propri poteri (ultra vires) rientra nelle violazioni sanzionabili dall’Autorità di Vigilanza ai sensi dell’art. 190-bis del TUF?
Sì. Secondo la Corte, un atto ultra vires che elude i meccanismi di controllo, viola specifiche disposizioni normative (come quelle sulla separazione patrimoniale) ed espone la società a rischi significativi, integra la fattispecie sanzionatoria prevista dall’art. 190-bis TUF, in quanto incide “in modo rilevante sulla complessiva organizzazione o sui profili di rischio aziendali”.

Da quale momento decorre il termine di 180 giorni per la contestazione di un illecito finanziario quando due autorità di vigilanza collaborano?
Il termine non decorre dalla semplice acquisizione della notizia dell’illecito o dalla ricezione di una relazione da un’altra autorità. Decorre dal momento dell'”accertamento del fatto”, ovvero da quando l’autorità procedente, dopo aver completato la propria attività istruttoria e aver avuto un tempo ragionevole (spatium deliberandi) per valutare le risultanze complesse, ha un quadro completo e definitivo della violazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati