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Responsabilità Direttore Lavori: La Cassazione decide

Una società costruttrice cita in giudizio il direttore dei lavori per gravi vizi di umidità in un immobile. La Corte d’Appello esclude la colpa del professionista a causa della forte ingerenza del committente. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione, afferma che la responsabilità del direttore dei lavori non viene meno. È suo dovere impartire le corrette direttive tecniche, vigilare sulla loro esecuzione e, in caso di disaccordo, persino sospendere i lavori. La scelta di un’adeguata impermeabilizzazione rientra pienamente nei suoi compiti professionali, e spetta a lui dimostrare di aver adempiuto diligentemente al proprio incarico. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Responsabilità Direttore Lavori: non basta l’ingerenza del committente per escluderla

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9572 del 2024, ha riaffermato i confini invalicabili della responsabilità del direttore dei lavori, anche di fronte a un committente particolarmente attivo e ingerente. La sentenza chiarisce che il professionista non può essere ridotto a un mero spettatore delle scelte altrui, soprattutto quando queste compromettono la regola d’arte e la buona riuscita dell’opera. Questo principio è fondamentale per tutelare sia la qualità delle costruzioni sia la figura professionale stessa.

I Fatti di Causa: Un Problema di Umidità e Responsabilità Contese

Una società costruttrice, dopo aver commissionato la realizzazione di due villette, riscontrava gravi problemi di risalita di umidità. La causa era stata individuata nella mancata posa di una guaina impermeabilizzante sulle fondazioni, costruite su una falda acquifera. La società decideva quindi di agire in giudizio contro il progettista e direttore dei lavori e contro l’impresa esecutrice, chiedendo il risarcimento dei danni.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente la domanda, condannando il solo direttore dei lavori a un cospicuo risarcimento e rigettando le pretese verso l’impresa esecutrice.

Il Giudizio di Appello e la presunta Responsabilità del Direttore dei Lavori

In secondo grado, la Corte d’Appello ribaltava completamente la decisione. I giudici escludevano la responsabilità del direttore dei lavori, motivando la scelta sulla base della forte ingerenza della società committente. Quest’ultima, infatti, aveva agito in una sorta di “appalto a regia”, acquistando direttamente i materiali e imponendo scelte operative, anche tramite un proprio direttore di cantiere. Secondo la Corte territoriale, in un simile contesto, il direttore dei lavori non poteva essere ritenuto responsabile per scelte esecutive, come la mancata posa della guaina, e non era dimostrabile che una sua diversa direttiva sarebbe stata seguita.

La Decisione della Cassazione: un Dovere di Vigilanza non Delegabile

La Corte di Cassazione ha censurato radicalmente l’impostazione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno stabilito che la scelta di applicare o meno una guaina protettiva non è una mera operazione elementare, ma una decisione tecnica di fondamentale importanza, che rientra a pieno titolo nelle competenze e nei doveri del direttore dei lavori.

Il professionista ha l’obbligo non solo di impartire le corrette direttive tecniche per assicurare che l’opera sia realizzata a regola d’arte, ma anche di vigilare sulla loro corretta esecuzione. Questo dovere di alta sorveglianza non viene meno neanche di fronte a un committente che si intromette nelle decisioni.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito diversi punti cruciali. Innanzitutto, l’obbligazione del direttore dei lavori è di mezzi, ma qualificata da competenze tecniche specifiche. Egli deve utilizzare la propria perizia per assicurare il risultato atteso dal committente. Ciò include l’accertamento della conformità dell’opera al progetto e alle regole della tecnica, nonché l’adozione di tutti gli accorgimenti necessari a prevenire difetti costruttivi.

In secondo luogo, la Corte ha smontato la logica della sentenza d’appello. Sostenere che non sia “dimostrabile” che la direttiva sarebbe stata seguita è un’affermazione contraddittoria e apodittica. Al contrario, l’onere della prova grava sul direttore dei lavori: è lui a dover dimostrare di aver impartito la direttiva tecnica corretta. L’eventuale mancanza di tale prova, ad esempio per assenza di un registro di cantiere, si risolve a suo danno.

Se il committente o l’impresa si rifiutano di seguire una direttiva essenziale per la buona riuscita dell’opera, il direttore dei lavori ha il dovere di contestarlo formalmente, di disporre la sospensione dei lavori e, in casi estremi, di rinunciare all’incarico. Egli non può passivamente avallare scelte errate che compromettono la stabilità o la funzionalità dell’opera, neanche se queste sono dettate da ragioni di risparmio economico del committente.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio cardine della deontologia e della giurisprudenza in materia di appalti edili. La responsabilità del direttore dei lavori è un presidio di garanzia per la corretta esecuzione delle opere. Un professionista non può abdicare al proprio ruolo tecnico e di vigilanza, neanche di fronte a un committente “protagonista”. La sua competenza è proprio quella di guidare le scelte costruttive, prevenire errori e assicurare che il risultato finale sia conforme alle norme e alla regola d’arte. Nascondersi dietro l’ingerenza altrui non è una scusante valida, ma una violazione dei propri doveri professionali.

L’ingerenza del committente nei lavori esonera sempre il direttore dei lavori dalla sua responsabilità?
No. Secondo la Cassazione, il direttore dei lavori mantiene il suo dovere di alta sorveglianza e di impartire le direttive tecniche corrette, anche in presenza di un committente che si intromette. Se le scelte del committente sono errate o pregiudizievoli, il professionista ha l’onere di contestarle formalmente ed eventualmente di rifiutarsi di proseguire l’incarico.

A chi spetta l’onere di provare di aver dato le corrette direttive tecniche in cantiere?
L’onere di provare di aver adempiuto correttamente alla propria prestazione, e quindi di aver impartito le giuste direttive, spetta al direttore dei lavori. L’eventuale assenza di prove documentali, come le annotazioni sul registro di cantiere, ricade a suo svantaggio.

Il direttore dei lavori è responsabile anche per scelte tecniche apparentemente “elementari”?
Sì, se tali scelte hanno un impatto sulla regola d’arte e sulla durabilità dell’opera. La Corte ha specificato che la decisione di installare una guaina impermeabilizzante su una fondazione in presenza di una falda acquifera non è un’operazione marginale, ma una scelta tecnica fondamentale che rientra pienamente nella competenza e responsabilità del direttore dei lavori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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